giovedì, 2 Maggio, 2024
Esteri

Hamas rifiuta proposte di accordo e annuncia altri attacchi

Nel mar Rosso anche l’Unione europea. Ivanka Trump in visita in Israele

Si continua a parlare di tregua, ma un accordo per la liberazione degli ostaggi non sembra a portata di mano. Israele continua l’operazione militare su tutti i fronti: Striscia di Gaza, Cisgiordania e Libano meridionale, mentre Hamas continua a respingere qualsiasi compromesso proposto da Stati Uniti, Egitto o Qatar. Il Segretario di stato Antony Blinken parla con Emirati Arabi ed Egitto per cercare di “porre fine al conflitto il più rapidamente possibile”. L’Onu non riesce a trovare un punto condiviso per una risoluzione, mentre il Patriarcato di Gerusalemme decide un atto concreto: annullati tutti i pranzi e cene di Natale per destinare “i soldi risparmiati” a chi ha bisogno di aiuto.

Netanyahu: o resa o morte

Ieri è intervenuto nuovamente il premier israeliano Netanyahu a ripetere che “la scelta per Hamas è resa, o morte.” Lo dice in un video pubblicato sui canali social: “dopo la eliminazione di Hamas faremo in modo che Gaza non minacci più Israele: non sarà Hamastan nè Fatahstan”, ha aggiunto escludendo di nuovo la presenza dell’Autorità nazionale palestinese, di cui Fatah è la componente politica principale.  Dall’altra parte Ghazi Hamad, uno dei leader di Hamas, ha affermato che il movimento islamico non è interessato a liberare gli ostaggi in cambio di pause, fossero anche di settimane, nei combattimenti, perché Israele continuerebbe la guerra in seguito. “Alcune persone – ha spiegato Hamad – cercano una piccola pausa, una pausa qua e là per una settimana, due settimane, tre settimane. Ma vogliamo fermare l’aggressione completamente.” Hamad, ha anche detto che in futuro Hamas “effettuerà altri attacchi simili a quelli del 7 ottobre fino alla distruzione di Israele.”

Tunnel sotto la moschea

Le Forze di difesa israeliane (Idf) intanto ampliano le operazioni militari di terra nella zona centrale della Striscia di Gaza, con la 99esima divisione che sta effettuando un’operazione nelle aree a Sud di Gaza City.  La 179esima brigata corazzata di riserva e la 646esima brigata paracadutisti di riserva hanno ucciso membri del battaglione Nuseirat di Hamas e distrutto le infrastrutture del gruppo palestinese, compresi tunnel e depositi di armi. Mentre Hamas ha lanciato una trentina di razzi contro Tel Aviv e il centro di Israele. I detriti dei razzi intercettati sono caduti in zone popolate. Le sirene di allarme antirazzi sono tornate a risuonare per tutto il giorno mandando la gente nei rifugi. L’esercito israeliano ha anche fatto saltare in aria la moschea palestinese nel quartiere Remal di Gaza City; usata come base dai terroristi. Un filmato pubblicato dall’esercito israeliano mostra un soldato che cammina sulle macerie prima di fermarsi all’ingresso di un tunnel. “Questo tunnel aveva scale e ascensore”, afferma il soldato parlando alla telecamera, “è stato utilizzato esclusivamente dai leader di Hamas.

Nella coalizione mar Rosso anche l’Ue

Alla coalizione aggregata dagli Stati Uniti per difendere le rotte marine del mar Rosso si è aggiunta anche l’Unione Europea che ha deciso di sostenere l’operazione “Guardian of Prosperity”. “Le azioni irresponsabili degli Houthi rappresentano una minaccia alla libertà di navigazione nel Mar Rosso”, ha affermato l’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell, sottolineando che “gli Stati membri hanno accettato di contribuire all’operazione statunitense.” L’Europa parteciperà all’intensificazione e alla condivisione delle informazioni e aumenterà la propria presenza con “ulteriori risorse navali.” Intanto gli effetti a larga scala cominciano a farsi sentire, mentre in Israele c’è stato un vero e proprio crollo del traffico marittimo nel porto di Eilat. Secondo l’amministratore delegato del porto, lo scalo ha registrato un calo dell’85%.

Annullati pranzi di Natale

“Per onorare la direttiva dei patriarchi e dei capi delle Chiese di Gerusalemme di annullare tutte le celebrazioni non religiose durante il periodo natalizio, e come segno di rispetto per tutte le innocenti perdite umane dei nostri fratelli e sorelle in Terra Santa, specialmente a Gaza”, il Patriarcato Latino di Gerusalemme ha deciso di “annullare tutti i tradizionali pranzi e cene di Natale che si tengono ogni anno nei vari uffici per i suoi 2.000 dipendenti in tutta la Diocesi (Israele, Palestina, Cipro e Giordania).” In particolare, il Patriarcato Latino ha deciso, “in segno di solidarietà con la sofferenza di tante persone di devolvere il costo stimato di questi eventi di 45mila dollari al fondo di emergenza lanciato il 2 novembre scorso, dal Patriarca, cardinale Pierbattista Pizzaballa, sperando che questo contribuisca ad alleviare le sofferenze di tante persone in tutta Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme.”

Risoluzione Onu e aiuti umanitari

Infine la ministra degli Esteri giordana Ayman Safadi ha avvertito che una mancata approvazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu su Gaza significherebbe applicare “doppi standard pericolosi”. Lo dice perché continuano a slittare i voti sulla risoluzione, presentata anche dagli Stati Uniti, perché non si trova un compromesso, tanto che il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres è dovuto nuovamente intervenire per dire che “le condizioni per consentire gli interventi umanitari su larga scala devono essere ristabilite immediatamente” altrimenti si corrono seri rischi di catastrofe umanitaria. A Gaza, dice il Segretario dell’Onu, 570mila persone stanno morendo di fame. Ma l’aspetto umanitario non può essere associato al “cessate il fuoco” sul quale gli Stati Uniti porrebbero il veto.

Ivanka Trump in Israele

Ivanka Trump e il marito Jared Kushner; ovvero la figlia e il consigliere dell’ex Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sono in visita in Israele su invito del Presidente della Knesset Amir Ohana. La coppia ha visitato il kibbutz Kfar Aza, a pochi chilometri dalla striscia di Gaza, dove hanno potuto vedere le distruzioni compiute al suo interno da Hamas. “In questo kibbutz – ha detto Hen Kotler, una delle superstiti – 64 persone sono state uccise, 19 sono state rapite, molte altre ferite. Inoltre cinque persone sono ancora tenute in ostaggio a Gaza”. Kushner ha ringraziato per le testimonianze condivise con lui e con la moglie e ha espresso ammirazione per “l’eroismo” di cui è stata data prova dagli abitanti del kibbutz.

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