sabato, 27 Aprile, 2024
Agroalimentare

Rapporto CREA sul commercio estero, il Ministro Lollobrigida: “La nostra Nazione è sinonimo di qualità”

Secondo quanto emerge dal recente Rapporto sul commercio estero dei prodotti agroalimentari, realizzato dal centro di ricerca CREA Politiche e Bioeconomia, il 2022 segna un nuovo primato per gli scambi agroalimentari dell’Italia, sia per le importazioni, che raggiungono il valore record di quasi 63 miliardi di euro (+29,3%), sia per le esportazioni che, nell’ultimo anno, si avvicinano ai 60 miliardi di euro (+16%). Per CREA, tali dinamiche sono fortemente influenzate dalla crescita dei prezzi internazionali.

L’import e l’export del Made in Italy

Per quanto riguarda le esportazioni del Made in Italy agroalimentare, nella 31esima edizione del report CREA sul commercio estero dei prodotti agroalimentari, si evidenzia una crescita del 14,4%, superiore a quella registrata nel biennio precedente. In particolare, a trainare tale andamento sono primariamente i prodotti trasformati, come la pasta (+38% in valore) e le conserve di pomodoro (+28%); tuttavia, la crescita delle esportazioni agroalimentari italiane è generalizzata e interessa quasi tutti i principali mercati e prodotti ad eccezione delle mele, in calo sia in valore (-2,1%) sia in quantità (-3,6%). In merito alle importazioni, l’aumento, soprattutto economico, riguarda molti dei principali prodotti ed è particolarmente marcato per l’olio di semi, il caffè greggio e il mais. Gli acquisti in volume di prodotti ittici, dopo la netta crescita del 2021, nell’ultimo anno tornano a calare, a fronte di un aumento in valore. L’export del Made in Italy agroalimentare, cioè i prodotti riconosciuti all’estero come tipici del nostro Paese, raggiunge quasi i 43 miliardi di euro nel 2022. Crescono in valore di oltre il 20% anche le vendite di altri importanti prodotti del Made in Italy, come l’olio di oliva e il caffè torrefatto.

Nord America primo mercato di destinazione extra Ue

In questa analisi CREA, il Nord America si conferma il primo mercato di destinazione extraeuropeo, grazie alle vendite di molti prodotti del Made in Italy, come l’olio di oliva extravergine e gli spumanti Dop, per i quali gli Stati Uniti sono il primo cliente dell’Italia. Dal lato delle importazioni, è sempre più rilevante il ruolo dell’Asia, con una quota del 9% sull’import agroalimentare italiano. A incidere sono tutti i principali prodotti di importazione dal mercato asiatico, come gli oli e gli acidi grassi per l’industria cosmetica, il caffè greggio e i prodotti ittici. I dati dei primi sei mesi 2023 evidenziano l’ulteriore aumento degli scambi in valore. La crescita percentuale delle esportazioni agroalimentari è in linea con quella delle importazioni. In particolare, le esportazioni nel primo semestre crescono dell’8,4%, superando il valore record di 31 miliardi di euro, mentre per le importazioni si registra un +8,9%, con un valore di circa 33 miliardi.

In calo export vini rossi Dop

L’export in quantità di vini rossi Dop segna un calo (-10%), solo in parte compensato dall’aumento dei prezzi. Tuttavia, grazie alle maggiori esportazioni di altre tipologie di vini, come i bianchi Igp o i frizzanti Dop, nel primo semestre 2023 si registra una complessiva tenuta del comparto vino. Crescono le esportazioni di caffè torrefatto (+13,4% in valore e +3,5% in quantità), confermando l’ottima performance del 2022. Si evidenzia l’andamento delle importazioni di olio di girasole: dopo il netto aumento dello scorso anno legato anche all’impennata dei prezzi, nei primi mesi del 2023 si ha una forte contrazione del valore degli acquisti (-25%), accompagnata da un calo molto più contenuto delle quantità (-2,3%). A incidere è il ridimensionamento del prezzo internazionale di questo prodotto, dopo il picco raggiunto nel 2022.

Lollobrigida: “Il mondo ha fame e sete d’Italia”

In merito al suddetto Rapporto disponibile on line su crea.gov.it, Il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, commenta: “Questi numeri dimostrano che il mondo ha fame e sete d’Italia. Perché la nostra Nazione è sinonimo di qualità. Lavoriamo per difendere – continua il Ministro – tutelare e valorizzare le nostre eccellenze agroalimentari che generano ricchezza. Per questo abbiamo candidato la cucina italiana al patrimonio Unesco, per raccontare un sistema di valori, sapori e tradizioni e combattiamo il mercato del falso che sottrae alla nostra economia miliardi di euro”.

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