sabato, 27 Aprile, 2024
Economia

L’Italia lascia la Via della Seta, ma promuove il memorandum Imec

L'obiettivo è il riequilibrio degli scambi tra Europa, India e Cina


L’Italia archivierà la Bri, ma sarà sicuramente parte dell’Imec. La Bri è la Via della Seta (Belt & Road Initiative), l’Imec è il corridoio economico Indica-Medio Oriente-Europa lanciato durante il G20 di Nuova Delhi e che ha proprio l’Italia tra i protagonisti. Il Memorandum sul nuovo corridoio è firmato da India, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Stati Uniti, Unione Europea e tre dei suoi principali stati membri: Francia, Germania e Italia.

I due corridoi dell’Italia

Per il nostro Paese si tratta di una scelta estremamente strategica e importante perché partecipano tanti grandi Paesi a differenza della Via della Seta che, tra l’altro, era stato firmato soltanto dal nostro Paese tra quelli del G7. Il costo ufficiale del progetto non è stato ancora reso noto, ma i rapporti preliminari parlano di circa 20 miliardi di dollari. Imec comprenderà due corridoi distinti. Il corridoio orientale, che dovrebbe fungere da collegamento tra l’India e i paesi del Golfo, mentre il corridoio settentrionale collegherà il Golfo Arabico con l’Europa. Motivo per il quale la Presidente Meloni, di ritorno dal G20, si è fermata in Arabia Saudita. Mentre la Presidente dell’Ue, Ursula von der Leyen ha salutato l’Imec come il collegamento più diretto tra le nazioni; ridurrà i tempi di viaggio del 40%. E il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden l’ha definito “un’impresa significativa”.

Il parere del Cesi
Tiziano Marino, capo dell’unità di analisi Asia-Pacifico del CeSI (Centro Studi Internazionali) di Roma, spiega che l’Imec si allinea alle priorità dell’Ue per l’Indo-Pacifico: l’Imec, scrive Marino, “sembra un’iniziativa perfetta per tradurre in azioni concrete le numerose dichiarazioni e iniziative diplomatiche intraprese dall’Ue dal 2021. Il corridoio, infatti, potrebbe, in primo luogo, integrare l’ambiziosa iniziativa nota come Global Gateway, facilitando così il raggiungimento di alcuni degli obiettivi fissati per la regione, tra cui la connettività e la prosperità sostenibile e inclusiva. In secondo luogo, l’Imec può essere una mossa utile per raggiungere ciò che è noto come “de-risking”, ovvero il graduale riequilibrio delle relazioni commerciali ed economiche tra UE e Cina”.

Cooperazione tra big Insomma da una prospettiva europea, e quindi italiana, una cooperazione su larga scala, e non bilaterale, in un contesto di ridefinizione degli approvvigionamenti energetici, coinvolti paesi come India, Stati Uniti e i grandi europei, potrà “facilitare la creazione di catene di approvvigionamento alternative e resilienti e per collegare tra loro Stati con grande capacità produttiva, paesi avanzati tecnologie e capitali da investire”.

L’Italia e la via dei mari

Roma, attraverso l’Imec, resta sulla via Indo-Pacifico e potrà fare molto per collegare il Mediterraneo agli oceani, appunto, Indiano e Pacifico, attraverso il Medio Oriente Erdogan escluso lancia Drp
Perché il nuovo corridoio funzioni, spiegano gli esperti, l’Unione europea dovrà anche riconsiderare l’equilibrio economico e commerciale con i due grandi Paesi orientali: India e Cina; questo perchè è vero che il volume totale degli scambi commerciali tra l’UE e l’India sono in crescita dal 2012, ma è altrettanto vero che resta otto volte inferiore al commercio dell’UE con la Cina, che ha raggiunto 856 miliardi di euro nel 2022. Irritato il Presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdogan, escluso dal Memorandum Imec e che ha parlato di un’alternativa: l’Iraq Development Road Project (Drp) che dovrebbe collegare il Golfo Persico con l’Europa attraverso l’Iraq e, appunto, la Turchia.

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