sabato, 27 Aprile, 2024
Attualità

Mattarella: “Ponte Morandi, fare giustizia è un dovere”

Meloni sulla tragedia di 5 anni fa: “Rabbia sacrosanta quella dei parenti delle vittime”

Una giornata particolare, quella di oggi, per Genova. Ma anche per tutta lʼItalia. Esattamente 5 anni fa ci fu il crollo del ponte Morandi che causo la morte di 43 persone. Uno degli avvenimenti più tragici della nostra storia e che vedrà il suo epilogo non prima del 2024, quando ci sarà la sentenza sul processo che accerterà le responsabilità. Lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella oggi chiede che venga fatta piena luce su una catastrofe tanto grave quanto inaccettabile. “Il trascorrere del tempo” – le parole del Capo dello Stato – “non attenua il peso delle responsabilità per quanto accaduto. Ed è responsabilità fare giustizia, completando lʼiter processuale, con lʼaccertamento definitivo delle circostanze, delle colpe, delle disfunzioni, delle omissioni”. La garanzia di mobilità in sicurezza, per Mattarella, è un ineludibile diritto dei cittadini. 

Domande senza risposte

Rinnova le scuse dello Stato ai parenti delle vittime, con lʼauspicio che la verità possa emergere con tutta la sua chiarezza, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni secondo cui a oggi sono tante le domande rimaste ancora senza risposte: “La rabbia, il dolore, la sete di giustizia dei familiari delle vittime sono sentimenti sacrosanti e che meritano tutto il nostro rispetto”. 

Avidità dellʼuomo

A Genova presente, tra gli altri, il Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Matteo Salvini, che depone una corona di fiori in rappresentanza del governo alla cerimonia in ricordo delle vittime del dramma del Morandi: “Il crollo del ponte è una delle più grandi tragedie della nostra storia recente: 43 vittime, centinaia di sfollati, una comunità atterrita”, le parole del Vicepremier che ha come obiettivo quello di equiparare le vittime dellʼincuria alle vittime del terrorismo, anche retroattivamente: “Noi piangiamo 43 vittime, non della sfortuna, non del caso, non del cambiamento climatico ma della avidità dellʼuomo. E io conto che di questa avidità qualcuno paghi il conto in onore e memoria di queste 43 vittime”. 

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