I prossimi obiettivi dell’Agenzia del Demanio sono stati presentati alla Camera nel primo Rapporto annuale ‘L’Italia e i suoi beni’ e sono: trasformare grandi complessi immobiliari in disuso in cittadelle e poli della giustizia, uffici pubblici, residenze universitarie, scuole, centri di ricerca per restituire alla Pubblica amministrazione, ai territori e ai cittadini edifici e aree riqualificate in un’ottica di rigenerazione urbana e sostenibilità economica, sociale e ambientale. In pratica, si vuole dare più spazio al mondo green.
Parlando di numeri, l’Agenzia gestisce 43mila immobili per un valore di 62,5 miliardi di euro. Secondo i dati riferiti alle convenzioni stipulate a oggi sono stati avviati complessivamente 529 interventi per 3,6 miliardi di euro, di cui 181 al Nord per un valore di 1,2 miliardi di euro, 169 al Centro per un valore di oltre un miliardo e 179 al Sud per un valore di 1,3 miliardi. Il Rapporto 2023 descrive le attività di gestione del patrimonio immobiliare pubblico che, anche attraverso le 17 Direzioni territoriali, pianifica interventi e promuove la valorizzazione degli immobili individuando, in sinergia con le istituzioni e gli Enti locali, soluzioni e strumenti innovativi per la riqualificazione, in un’ottica di efficienza energetica, riduzione del consumo di suolo e di rigenerazione urbana.
Riqualificare 5 milioni di metri quadrati di immobili
Il Piano Strategico Industriale dell’Agenzia del Demanio prevede investimenti per 5,5 miliardi di euro entro il 2026, di cui 2,1 miliardi da realizzare e 3,4 miliardi di euro da avviare, riqualificando almeno 5 milioni di metri quadrati di immobili, secondo un’impostazione che si fonda su tre pilastri: centralità dell’utenza, innovazione e digitalizzazione, sostenibilità. L’aumento atteso del valore del patrimonio e dell’indotto sul territorio è stimato rispettivamente in 2,2 miliardi e in 2,3 miliardi. Per Alessandra dal Verme, Direttrice dell’Agenzia del Demanio, in questo momento c’è la necessità di investire in interventi che portino risultati concreti in termini economici, sociali e ambientali, nello specifico “all’aumento del valore del patrimonio immobiliare, alla riduzione della spesa per lo Stato, alla generazione di effetti indotti sullo sviluppo del Paese, alla restituzione alla collettività di spazi migliori e più funzionali, rendendo gli edifici autonomi dal punto di vista energetico, più sicuri dal punto di vista strutturale e del rischio sismico, resilienti ai cambiamenti climatici”.
Possibilità di risparmi
Secondo il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti una gestione efficiente del patrimonio pubblico “può creare una nuova ricchezza, rispondere alle esigenze della collettività, contribuire a rigenerare territori e non ultimo conseguire risparmi di spesa”. A specificare questi costi, il vice Maurizio Leo: “Le amministrazioni pubbliche pagano annualmente 890 milioni di fitti passivi e dobbiamo dire grazie al Demanio se siamo arrivati comunque a un risparmio strutturale di circa 20 milioni”.