mercoledì, 1 Maggio, 2024
Politica

“Pnrr, quarta rata in vista. Ritardi? Solo immaginari”. Pd: rinvii, danno per l’Italia

Fitto e la cabina di regia

Nessun ritardo ma confronto su programmi e progetti, e con l’Europa dialogo constante.

Il Piano nazionale di ripresa per il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto, non ha la speditezza da lui auspicata, ma come puntualizzata: “la fretta genera scelte sbagliate”, e puntualizza, “il Piano va veloce”: in arrivo i 16 miliardi della terza rata, mentre è tutto pronto per la quarta rata.

Dialogante con i giornalisti puntiglioso contro chi rilancia le lamentele sui “presunti”, ritardi.

Ritardi? Concetto opinabile

Il botta e risposta va on line alle 15 con la conferenza stampa tenuta al termine della Cabina di regia sul Pnrr. Riunione da il via libera alla condivisione con la Commissione europea di 10 modifiche su 27 obiettivi, relativi alla quarta rata, il cui importo ammonta a 16 miliardi. Fitto sfodera sicurezza e smorza quelle osservazioni  che dipingono una Italia e un Governo all’angolo alle prese con tempi non rispettati e le sollecitazioni di Bruxelles. “Il concetto di ritardo mi pare opinabile perché andrebbe ancorato a dati oggettivi”, osserva pungente Fitto.

Critiche di merito non ipotesi

Sullo stato del Pnrr, “rispetteremo la data di scadenza del 31 agosto”, assicura il ministro, “per modifiche e revisione, sui ritardi vorrei critiche nel merito dall’opposizione. La convocazione d’urgenza”, così come annunciato ieri mattina dalle agenzie, per Fitto è stata “una fake news”,  nel senso che l’incontro era programmato da tempo e non all’ultimo minuto per scapicollarsi. Così come rispetterà il confronto politico.

“Andrò in Parlamento il 18 per la relazione semestrale, e penso”, conferma Fitto, “di essere andato in Parlamento un numero di volte non paragonabile rispetto a quanto accaduto nei due anni precedenti. Il tema dei ritardi è particolare: non ho ancora ascoltato un riferimento preciso a un ritardo imputabile a noi che sia oggettivo”.

Il vertice con i ministri

A presiedere la  cabina di regia sul Pnrr lo stesso Fitto, presenti  i ministri Luca Ciriani (Rapporti con il Parlamento), Francesco Lollobrigida (Agricoltura), Maria Elisabetta Casellati (Riforme istituzionali), Daniela Santanchè (Turismo), Carlo Nordio (Giustizia), Adolfo Urso (Imprese), Marina Calderone (Lavoro), Orazio Schillaci (Salute), Gennaro Sangiuliano (Cultura) e Gilberto Pichetto (Ambiente). Tutti i Ministeri competenti con gli staff tecnici. Partecipi all’incontro Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, a capo della nuova Struttura di missione del Pnrr, e il presidente dell’Anci Antonio Decaro.

Cosa cambia nel Piano

La Cabina di regia interviene sui 27 progetti prevedendone il cambio di 10 per avere il via libera alla quarta rata. Dagli asili nido che subiranno uno slittamento alle ferrovie, all’utilizzo dell’idrogeno, ai satelliti, tra i settori interessati ci sono il  Made in Italy, le infrastrutture, trasporti, ambiente, istruzione, cultura e politiche di coesione, fino al progetto sullo sviluppo dell’industria cinematografica.

Idrogeno, ferrovie satelliti

L’investimento sulla tecnologia satellitare è stato ridefinito in base agli sviluppi del mercato per evitare sovrapposizioni con gli investimenti privati dell’Internet of Things, basato su piccoli satelliti. Inoltre, informa palazzo Chigi, viene corretto un errore che del progetto Osservatore della Terra, perché l’incubatore del Sud Italia non rientra nel Pnrr ma nel fondo complementare.

Un modifica riguarda il rinnovo del parco ferroviario del trasporto regionale e intende chiarire la composizione di treni e carrozze da acquistare: almeno 53 treni passeggeri a emissioni zero e altre 100 carrozze per il servizio universale. Per l’ambiente una  modifica interviene sulla sperimentazione dell’idrogeno per la mobilità ferroviaria, alla luce delle gare non andate a buon fine. Il sesto cambio riguarda l’efficienza energetica, su green del Sismabonus, d’intesa con i servizi della Commissione il governo ha concordato di aumentare l’obiettivo dell’Ecobonus. In merito all’energia la settima modifica consente al governo di indire nuove gare per le colonnine sulle aree extraurbane, essendo andate deserte le prime. Risultano pervenute richieste per 4.700 infrastrutture di ricariche nelle sole aree urbane. Una modifica tecnica riguarda l’uso dell’idrogeno, specificando che “nessun gas naturale deve essere utilizzato per la produzione di idrogeno da utilizzare nella riduzione diretta del ferro”.

Un risultato importante

Le modifiche approvate al Pnrr dalla Cabina di regia sono commentate da Fitto. “Puntiamo ad ottenere un risultato importante perché ci consentono di tenere fede al percorso stabilito”, evidenzia il ministro per gli Affari europei, “La quarta rata può essere oggetto di una richiesta di pagamento che inoltreremo nei prossimi giorni. Il 27 aprile abbiamo mandato una proposta di modifica alla Commissione europea di questi obiettivi e le modifiche riguardano dieci dei 27 interventi con diversi ministeri coinvolti”.

Corretti alcuni obiettivi

Alla domanda sui tempi, Fitto insiste sul concetto che non ci sono date stabilite ma solo un orientamento. Le garanzie per i tempi per ricevere la quarta rata “non può darle nessuno”,  precisa Fitto, “Stiamo operando su decisioni che non riguardano questo governo e abbiamo impostato un lavoro preliminare definendo quali obiettivi andavano corretti per raggiungere il risultato ed evitare di avere una fase di verifica molto lunga”.

Dichiarazioni immaginarie

A tenere banco anche le valutazioni su altri Paesi che hanno uno stato di avanzamento sui progetti e la relative spese, più definito e rapido.

Riguardo le differenze nel ritmo di attuazione dei Pnrr fra gli Stati membri, il ministro insiste: “il concetto di ritardo mi pare opinabile perché andrebbe ancorato a dati oggettivi. Non ho ancora ascoltato un riferimento preciso ad un ritardo attribuibile a questo governo”, spiega Fitto che replica all’ennesima domanda sui ritardi con ironia, “alcune dichiarazioni sono frutto  di immaginazione”.

Asili nido, slittano i progetti

Su un punto arriva la precisazione del presidente dell’Anci Antonio Decaro che in una dichiarazione entra nel merito, su uno degli obiettivi fatti slittare, si tratta degli asili nido. “È stato spostata la tappa intermedia, quella dell’aggiudicazione delle gare. Quindi si può continuare ad aggiudicare le gare. Se avanzano dei soldi potremo fare ulteriori bandi, sempre per gli asili nido”, evidenzia Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, al termine della riunione a Palazzo Chigi. “Non c’è una nuova data, c’è l’accordo a proseguire le gare. A fine giugno avevamo aggiudicato gare per il 91,4% delle risorse, quindi possiamo continuare. Noi proseguiamo, dovessero esserci problemi, tanto ce lo spostano nel tempo e si può riaprire il bando per qualche comune che magari all’epoca non ha partecipato», spiega Decaro: “Si è parlato della rimodulazione della quarta rata, ho visto prevalentemente questioni di carattere amministrativo. Io mi sono sincerato con un intervento che i soldi dei Comuni stanno qua, perché con gli sforzi che abbiamo fatto. Abbiamo aggiudicato in soli quattro mesi il 91,4% delle gare”.

Le indicazioni di Gentiloni

A dare spazio alle osservazioni critiche lanciate dai partiti dell’opposizione la riflessione fatta dal commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni. “È necessario impegnarsi per affrontare il crescente arretrato di richieste di pagamento rispetto ai piani iniziali e mantenere la rotta. Dobbiamo evitare un accumulo di esigenze di finanziamento per la Commissione negli ultimi anni dello strumento”, commenta Gentiloni, “Stiamo lavorando sodo con gli Stati membri per affrontare questi problemi. Siamo consapevoli che i tempi di attuazione dello Strumento di recupero e resilienza (Rrf) sono impegnativi”. Gentiloni ricorda inoltre che il regolamento sul Rrf stabilisce che i pagamenti agli Stati membri nell’ambito possono essere effettuati dalla Commissione solo entro la fine del 2026, mentre le tappe e gli obiettivi finali devono essere raggiunti entro il 31 agosto 2026. “Tuttavia, pur rimanendo nel perimetro del regolamento, la Commissione continuerà a sostenere gli Stati membri nell’individuazione di modi per ottimizzare l’uso delle risorse del Rrf durante la negoziazione della revisione dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza e la progettazione delle tappe e degli obiettivi finali”.

Opposizioni all’attacco

A poco sono valse le spiegazioni del ministro Fitto, per le opposizioni ritardi e incertezze del Governo penalizzano l’Italia.

“ll fatto che non si sia ancora visto un euro della terza rata”, scrive su Twitter Davide Faraone, deputato di Azione-Italia Viva, “del Pnrr e che anche la quarta rischia di slittare, è molto preoccupante per il Paese”. La segretaria del Pd Elly Schlein va all’attacco.

“La presidente Meloni si assuma le sue responsabilità e venga a spiegarci in Parlamento perché non si è ancora visto un euro della terza rata del Pnrr e perché rischia di slittare anche la quarta, si ricordi che parliamo di risorse che riguardano investimenti strategici per le imprese, il lavoro e le vite delle persone e ottenerle è essenziale per far ripartire il Paese. Una cosa è certa: non possiamo perdere la storica opportunità del Pnrr perché il governo passa il suo tempo a difendere Santanchè, La Russa e Delmastro”.

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