mercoledì, 22 Maggio, 2024
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Gli alimenti ultra processati possono creare dipendenza come il fumo, lo studio

Gli alimenti ultra processati possono creare dipendenza quanto il tabacco e l’alcol. Lo suggeriscono i risultati di una ricerca internazionale pubblicata sulla rivista medica British Medical Journal. Lo studio evidenzia come le persone che consumano in modo continuativo carboidrati raffinati e cibi ricchi di grassi, come patatine, bibite e snack industriali, trovano altamente gratificanti e invoglianti tali alimenti, che creano dipendenza tanto quanto la nicotina.

L’analisi, compiuta da esperti di dipendenza da cibo, di fisiologia della nutrizione e di dipendenze comportamentali, ha esaminato due revisioni sistematiche comprendenti 281 studi provenienti da 36 Paesi diversi, utilizzando la Yale Food Addiction Scale (YFAS) che valuta 11 criteri sintomatici per il disturbo da uso di sostanze, tra cui la capacità di controllo sull’assunzione, il desiderio, l’astinenza e l’uso continuato nonostante le conseguenze negative. Sulla base dei risultati della YFAS, gli esperti hanno rilevato che il 14% degli adulti e il 12% dei bambini mostrava dipendenza da alimenti altamente trasformati. A titolo di confronto, le percentuali sono simili a quelle del tabacco o dell’alcol: 14% per l’alcol e 18% per il tabacco negli adulti, ma il livello di dipendenza nei bambini, per gli autori, la percentuale del 12% “non ha precedenti”.

Gli indicatori comportamentali della dipendenza

Secondo il criterio identificato dalla scala YFAS, la prevalenza della dipendenza da cibo ultra processato raggiunge il 32% nelle persone con obesità che si sottopongono a chirurgia bariatrica e oltre il 50% in quelle con disturbo da alimentazione incontrollata. Sebbene gli autori dello studio abbiano sottolineato che non tutti gli alimenti creano dipendenza, hanno identificato gli alimenti più a rischio, compresi i dolci e gli snack salati ricchi di carboidrati raffinati e grassi. E questi tipi di alimenti sono fortemente implicati negli indicatori comportamentali della dipendenza, quali assunzione eccessiva, perdita di controllo sul consumo e la voglia compulsiva di farne uso (ingerendo tali cibi), sempre malgrado gli effetti negativi per la salute. Basta pensare a come il tabacco si adatti a questa descrizione: il meccanismo è simile, è ben documentato che la maggioranza dei fumatori definisce il tabacco dannoso ed esprime il desiderio di ridurre o fermare il suo utilizzo. Infatti, riferiscono gli esperti, “i carboidrati o i grassi raffinati richiamano livelli simili di dopamina extracellulare nello striato cerebrale a quelli osservati con sostanze che creano dipendenza come la nicotina e l’alcol”.

UPF, concentrato di carboidrati raffinati e grassi

Nello studio si sottolinea altresì che gli alimenti ultra-processati (UPF) sono la principale fonte di carboidrati raffinati e grassi aggiunti nella moderna cucina alimentare. Gli alimenti naturali o minimamente trasformati contengono tipicamente carboidrati o grassi, ma non sempre li contengono entrambi: ad esempio, 100 g di mela contengono 55 kcal di carboidrati e 1,5 kcal di grassi (circa 36:1) e 100 g di salmone contengono 0 kcal di carboidrati e 73 kcal di grassi (circa 0:1). Al contrario, gli UPF contengono livelli molto più elevati sia di carboidrati che di grassi in proporzioni più uguali. Per esempio, 100 g di una barretta di cioccolato contengono 237 kcal di carboidrati e 266 kcal di grassi (1:1). Inoltre, anche la velocità con cui gli alimenti ultra processati trasportano carboidrati e grassi nell’intestino e altre sostanze che raggiungono più velocemente il cervello può essere alla base del potenziale rischio di dipendenza. Questo è il motivo per cui il tabacco, che trasporta rapidamente nicotina nel sangue e al cervello, crea più dipendenza dei cerotti alla nicotina a rilascio lento. “Nessuna politica alimentare riuscirà a trasformare gli ambienti alimentari malsani”, concludono gli esperti. “Ma la comprensione di questi alimenti come causa di dipendenza potrebbe portare a nuovi approcci nel campo della giustizia sociale, dell’assistenza clinica e degli approcci politici”.

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