sabato, 27 Aprile, 2024
Economia

Taglio Irpef, il conto servito a hotel e ristoranti con ritocco Iva

Finite le glorie italiche e canore del Festival di Sanremo, tornano alla ribalta, in queste ore, nel dibattito nazionale i temi della crisi, dello sviluppo del fisco e delle tasse. È già iniziata la caccia a dove trovare le risorse per il taglio delle aliquote Irpef, ossia l’Imposta sul reddito delle persone fisiche.

Progetto che almeno sulla carta dovrebbe ridurre la pressione fiscale. Per rimodulate l’Irpef però nel mirino sembrano entrare hotel e ristoranti che potrebbero subire un ritocco della tassazione, o meglio come anticipa il Corriere della Sera un “aumento selettivo dell’Iva e l’eliminazione alcuni sgravi fiscali”. In altri versi l’obiettivo, per ora solo evocato e non ufficializzato dal Governo, è quello di un taglio di un punto di Pil, – calcolato sui 18 miliardi -, di pari passo dovrebbe procedere una revisione dell’IVA che elimini alcune delle aliquote ridotte su diversi servizi e sgravi concessi per alcuni settori.

La discussione è aperta con gli esiti per ora incerti, tanto che già si parla di “caos”. Rimangono infatti sospese a mezz’aria le dichiarazioni rilasciate a fine 2019 di esponenti politici e di governo. Dal premier Giuseppe Conte “che sta facendo di tutto per evitare l’aumento delle aliquote”. Ma la strada non è affatto semplice. Anzi se si mette in conto un taglio Irpef delle somme da altri settori si dovranno pur trovare, allora le cose di complicano di molto.

Le ipotesi prese in esame nelle scorse settimane erano diverse, si discuteva su aumenti per alimentari, come carne e pesce, delle bollette dell’energia elettrica e del gas, alle costruzioni e ristrutturazioni edilizie, fino ai ristoranti e agli alberghi. Ipotesi che avevano preso corpo a novembre, poi accantonate, su questi ultimi due settori: hotel e ristorazione, ora si addensano le ipotesi di aumenti delle aliquote. Naturalmente le bocche sono cucite ma gli esperti stanno valutando il da farsi, studiano passaggi a scaglione, così cene, pranzi, pernottamenti, e altri servizi di ristorazione potrebbero passare al 22% di aliquota. Nel frattempo nelle ipotesi di rimodulazioni nel mirino potrebbero entrare altri settori. Sulle revisioni da attuare si era parlato di ridurre molte detrazioni che il Fisco riconosce su spese mediche, farmaci, rette degli asili, delle università, sulle spese veterinarie, sui mutui per la prima casa e su molte altre voci. Ma anche lo sconto attualmente al 50% sulle ristrutturazioni edilizie. Ipotesi, studi, qualche anticipazione e poi relative smentite ma una decisione si avvicina con l’inevitabile risvolto di polemiche e scambi di accuse incrociate. “D’altro canto”, secondo le anticipazioni, “un nuovo taglio realistico delle tasse sui ceti bassi e medio-bassi attraverso l’Irpef — si riflette — deve valere almeno altri 5 o 6 miliardi dal 2021 per essere percepito dai cittadini”.

Il taglio dell’Irpef sarà nei prossimi giorni il nuovo banco di prova della maggioranza 5S-Pd, per il premier Giuseppe Conte, e anche delle opposizioni che saranno chiamate a dire le loro proposte e soluzioni.

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