giovedì, 2 Maggio, 2024
Ambiente

Il futuro sostenibile? Ci vogliono i democristiani

Cari Lettori posso dirmi orgoglioso e fiero di dare il  mio contributo a La Discussione con una rubrica di riflessioni sulla sostenibilità che apro con un mio convincimento.

Intanto siamo tutti d’accordo che la sostenibilità abbia almeno tre dimensioni? Prima di tutto la sostenibilità è economica. Se non genera risorse, ricchezza, “se non conviene – diceva Alex Lang – non è socialmente desiderabile”. Questa dimensione oggi gode del salto tecnologico, digitale, e richiede partecipazione e consapevolezza perché la velocità di calcolo che muove l’intelligenza artificiale genera opportunità ma pure minacce di cui bisogna definire contesti e limiti. La sostenibilità dunque deve avere una ricaduta sociale, di inclusione, di partecipazione perché il mercato richiede volumi ed escludere risorse non sarebbe corretto dal punto di vista sistemico. Diciamolo a chiare lettere. Prima ancora di definire immorale un mondo nel cui si perde il primato della Vita, dell’uomo,  dello sviluppo integrale della persona umana.

Come si vede bene, in questa logica economica sociale la sostenibilità è ambientale (altro che green washing) perché il rispetto per madre natura, madre terra è la condizione necessaria per generare futuro. Le tre dimensioni richiedono scelte e impongono tempi: si tratta di  cercare (e trovare) un equilibrio tra esigenze, in apparenza e nel breve periodo, diverse. Ma se parliamo di scenari, di futuro alimentano un  percorso certo di fiducia e di speranza capace pure di generare in sé economia e positività. Ed è questo il punto. Con Berlusconi “vivo” il dibattito politico imposto dall’ antiberlusconismo ha buttato alle ortiche programmi e scelte di campo. “Nani e ballerine” (per essere eleganti, riprendendo la celebre citazione di Nino Formica) approdati al Parlamento senza alcun contatto con la realtà dei territori e degli elettori hanno fatto il resto. Adesso siamo ad una svolta di cui sembra molto consapevole Giorgia Meloni e il suo Governo. Bisogna governare la complessità. Che richiede ricerca dell’equilibrio. Servono sensibilità antiche e competenze nuove. Serve lo spirito autenticamente democratico e cristiano. Cattolico, ecumenico, del bene comune eppure post ideologico. Del fare. Del guardarsi negli occhi e cercare insieme verità e il piacere di ritrovarsi nella Bellezza del nostro Paese. Questi sono i temi e le parole che ci appartengono. Da tempo. E sono parole senza tempo. Governare la Complessità, cercare l’equilibrio. Servono i democristiani. Ha ragione Rotondi.

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