L’esecutivo Meloni ha voluto mettere le cose in chiaro in merito al piano del Pnrr ‘trovato’ in eredità dal precedente governo. In pratica, nel corso della terza relazione sul Piano nazionale di resistenza e resilienza di ieri al Parlamento formulata dal Ministero per gli Affari europei, è stato detto che sono stati numerosi gli ostacoli trovati nella sua attuazione. Nel rapporto si dice che sùbito dopo l’insediamento il governo si è impegnato ad assicurare un’incisiva linea di azione per raggiungere, entro il 30 dicembre, i 55 traguardi e obiettivi previsti dal Pnrr per il secondo semestre del 2022: “Una trentina di questi, tra milestone e target, era ancora da conseguire”. Si è trattato quindi di una sfida di particolare complessità e sulla via dell’attuazione, diversamente da quanto indicato dal precedente governo nella seconda relazione sull’assenza di criticità e di rischi di rallentamento per tutti gli interventi, “sono stati riscontrati numerosi ostacoli che hanno richiesto un’azione mirata e persistente per il loro superamento”.
Dialogo con la Commissione europea
Insomma, per l’attuale maggioranza c’è qualcosa che non ha funzionato in chi l’ha preceduta e per il conseguimento dei traguardi e obiettivi della terza rata, la cui valutazione è comunque è in via di completamento, è stato necessario un importante lavoro di squadra, che si è avvalso di un dialogo serrato e costruttivo con la Commissione europea (che sarà a Roma la prossima settimana) e del contributo di tutte le amministrazioni. “In questo modo è – si legge nella relazione – è stato possibile risolvere numerose problematiche, anche legate al raggiungimento di obiettivi che erano assunti come già conseguiti al momento dell’insediamento”. Però, allo stato attuale, “sì è in attesa dei risultati di alcune verifiche campionarie relative ad ambiti circoscritti”. Nello specifico, il processo di assessment sin dall’invio della domanda di pagamento ha richiesto tempi più lunghi, d’intesa con i servizi della Commissione europea, per la complessità degli obiettivi da conseguire per questa rata e per gli approfondimenti che si sono resi necessari, nelle interazioni con la Commissione, per alcune scadenze. A queste difficoltà si sono aggiunti i tempi richiesti dal processo tecnico di verifica campionaria che la Commissione europea ha deciso di effettuare e che prevede, per le scadenze che corrispondono a un target, una verifica su una porzione degli interventi realizzati.