venerdì, 26 Aprile, 2024
Ambiente

Aria inquinata: urgente strategia anti smog

Città soffocate dallo smog, dove l’aria è irrespirabile sia d’inverno sia d’estate. Questo il responso di “Mal’aria”, l’inchiesta di Legambiente sulle città alle prese con l’emergenza smog. Una situazione sempre più cronica che si ripresenta puntale ogni anno. A dimostralo sono i nuovi dati del report sull’inquinamento atmosferico con una triplice foto: sull’anno che si è aperto, su città in codice rosso, e sul decennio che ci siamo lasciati alle spalle. A gennaio 2020: Frosinone, Milano, Padova, Torino e Treviso sono le città che hanno già registrato 18 sforamenti per il di PM10.

Mentre il 2019 è stato l’anno nero per la qualità dell’aria: 26 i centri urbani fuorilegge sia per polveri sottili (PM10) sia per l’ozono (O3). Prima Torino con 147 giornate fuorilegge (86 per il PM10 e 61 per l’ozono), seguita da Lodi e Pavia.

Dal 2010 al 2019 il 28% delle città monitorate da Legambiente ha superato ogni anno i limiti giornalieri di PM10. Torino prima in classifica 7 volte su 10 con un totale di 1086 giorni di inquinamento in città.

Tra le principali fonti di emissione il traffico, il riscaldamento domestico, le industrie e le pratiche agricole. In questo quadro l’auto privata continua ad essere di gran lunga il mezzo più utilizzato, in Italia si contano 38 milioni di veicoli, e soddisfano complessivamente il 65,3% degli spostamenti. Sulle conseguenze negative più volte Legambiente ha insistito. “In Italia si continua a morire anche per colpa dell’aria inquinata. Urgente”, sottolinea Legambiente, “definire un’efficace e integrata strategia antismog che cambi radicalmente trasporti, produzione di energia, agricoltura, industria ed edilizia”. Oltre al biossido di azoto, preoccupano i livelli delle polveri sottili. Un monito che in più occasioni il presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani è tornato a indicare.

“In Italia l’emergenza smog è sempre più cronica e a pagarne lo scotto, oltre all’ambiente, sono sempre di più i cittadini”, spiega Ciafani, “in termini di salute, di qualità di vita e di soldi. I dati diffusi oggi dall’Agenzia europea per l’ambiente (Aea), con l’Italia al primo posto in Ue per morti premature da biossido azoto e nel gruppo di quelli che sforano sistematicamente i limiti di legge per i principali inquinanti atmosferici, dimostrano ancora volta come il nostro Paese sia in ritardo nel fronteggiare il problema dell’inquinamento atmosferico e che deve fare molto di più in termini di misure e interventi strutturali per fronteggiare questa emergenza, a partire da una efficace ed integrata strategia antismog.

È fondamentale definire un Piano Nazionale contro l’inquinamento, riducendo il traffico motorizzato privato, investendo sulla mobilità urbana sostenibile di persone e merci, potenziando e incentivando il trasporto pubblico locale, pendolare e su ferro, quello intermodale, e riducendo le emissioni agricole, industriali e quelle prodotte dalle centrali elettriche a fonti fossili e dal riscaldamento degli edifici. Le azioni green previste nel decreto clima non sono sufficienti così come non bastano gli appelli di buon senso”. Serve un grande progetto sia culturale che di infrastrutture per arginare l’inquinamento atmosferico,ma secondo Legambiente, è urgente una presa di coscienza dei problemi in particolare modo con iniziative concrete delle pubbliche amministrazioni.

“Occorre ripensare le città per le persone, non per le auto dando ai cittadini una valida alternativa al trasporto privato. Non dimentichiamo inoltre”, aggiunge Ciafani, che ricorda come Legambiente si sia mossa per sollecitare il Governo, “che ad oggi l’Italia non ha ancora presentato il programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico (NAPCP), secondo quanto previsto dalla direttiva sui limiti nazionali di emissione entrata in vigore alla fine del 2016, per questo  nei giorni scorsi, insieme all’Eeb e ai Cittadini per l’aria, abbiamo inviato una lettera al Ministero dell’ambiente per far presente la questione e per chiedere al Governo di impegnarsi concretamente per depositare il programma nazionale per il controllo dell’inquinamento atmosferico in assenza del quale presenteremo un formale reclamo alla Commissione Europea per l’inadempienza del nostro Paese”.

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