giovedì, 25 Aprile, 2024
Lavoro

Concessioni balneari l’ipotesi “caso per caso”

Dopo lo stop Ue. Mappa di spiagge e risorse naturali disponibili, poi i bandi

La Corte di Giustizia  del Lussemburgo ha deciso: niente concessioni senza bandi. Il Governo italiano, risponde con un asso e annuncia la rapida mappatura delle spiagge. Iniziativa sollecitata a febbraio dalle Associazioni dei balneatori che premono per una lettura meno restrittiva della sentenza della Corte europea. Per la Fiba Confcommercio, infatti, ci sono margini positivi di intesa. Norme da interpretare Tra Bruxelles e l’Italia il contenzioso sull’automatismo del rinnovo delle concessioni (balneari e portuali) diventa un terreno di relazioni difficili ma anche fatto di norme da “interpretare”. Il premier Giorgia Meloni e il suo vice Matteo Salvini pensano a possibili contromosse. Il ministro Salvini rivela con uno slancio di entusiasmo che la sentenza è addirittura un “grande successo dell’Italia”, pensando alla via strettissima che il Governo presenterà a Bruxelles. La svolta potrebbe arrivare dalla “nuova mappatura delle spiagge che sarà fatta dal Mit e come sempre”, spiega il vice Prenier, “verranno utilizzati criteri di buonsenso”.
Risorse naturali e concessioni L’ipotesi è quella di accogliere le sollecitazioni dell’Unione di mettere a bando di gara le spiagge, nel contempo l’Italia lavora a far passare l’idea che in caso di scarsità delle risorse naturali e delle concessioni disponibili, di combinare un approccio generale con un valutazione caso per caso. Una verifica puntuale delle coste ma basata su un’analisi della disponibilità di territorio. Lo spiraglio è previsto anche dalla sentenza della corte lussemburghese che non chiude totalmente all’ipotesi di una verifica della disponibilità delle aree “mappate” e disponibili. Almeno nelle pieghe della norme c’è questa ipotesi così come la intende il Ministero delle infrastrutture e trasporti.

Decisioni “caso per caso”

Il Governo è tenuto a seguire l’indicazione di Bruxelles con una certa prudenza, in sintonia con le Associazioni di categoria del balneatori che premono per una soluzione senza colpi di spugna quindi condivisa e “caso per caso”. “Si farà la mappatura e le cose che si devono fare”, rassicura il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, “peraltro alcune Regioni sono più avanti, altre più indietro. Ma con equilibrio”. Concessioni, Italia nel mirino Di tempo però ne rimane poco. La sentenza che arriva dal Lussemburgo non concede altri escamotage e rinvii. Le concessioni dei lidi nell’essere rinnovate dovranno seguire una procedura di selezione imparziale e trasparente. Con un monito chiaro: le autorità nazionali italiane (già dal 2020 mirino per una richiesta di infrazione dille concessioni balneari e portuali) sono tenute ad applicare le norme del diritto europeo. Anche la questione della “scarsità delle risorse naturali e delle concessioni disponibili”, dovrà essere presa con le molle, l’Unione ha già fissato: che verifiche e
decisioni devono basarsi, “su parametri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati”.

Nuovo confronto con la Commissione

A individuare l’ipotesi di una uscita morbida da una situazione complessa è Forza Italia. “La sentenza della Corte di Giustizia Ue sui balneari”, osserva Gianluca Caramanna, capogruppo di Fratelli d’Italia
in commissione Attività produttive, “è da leggere attentamente. Se da un lato ribadisce alcuni principi già noti, dall’altro conferisce piena legittimità e rafforza l’utilità del lavoro impostato dal Governo con il
tavolo tecnico, che sarà chiamato a breve a predisporre la mappatura delle aree demaniali. Su questa base, siamo certi, il governo potrà continuare il dialogo in corso con la Commissione Ue, al fine di arrivare in tempi brevi ad una normativa che definisca una volta per tutte la questione, garantendo un quadro certo agli operatori e alle amministrazioni coinvolte”.

Mappatura ultima speranza

La corsa alla mappatura era stata sollecitata dalle associazioni dei balneari: dalla Sib alla Fiba alla Federbalneari, ma il Governo non l’aveva prevista nell’approvare il Milleproroghe. Ora con il precipitare degli eventi si dovrà scegliere la via tecnicamente più rapida. Le ipotesi ventilate in queste ore sono divergenti. Il Governo può accelerare sulla “piena conformità” del diritto Ue sulla concorrenza e quindi procedere ai bandi, ma sarebbe la sollevazione dei balneatori e la sconfessione della linea tenuta dal Centrodestra. Oppure attuare un muro contro muro che metterebbe in crisi i rapporti tra Roma e Bruxelles.

Balneatori: la soluzione c’è

Le Associazioni di categoria guardano nel merito della sentenza indicandone vie d’uscita. “I giudici della Corte di Lussemburgo hanno confermato quanto già chiarito nella loro precedente sentenza
Promoimpresa del 14 luglio 2016. Il presupposto per l’applicazione della direttiva Bolkestein alle concessioni demaniali marittime ad uso turistico ricreativo è ’la scarsità di risorsa’, e cioè l’impossibilità
del rilascio di nuove concessioni”, puntualizza Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari aderente a Fipe/Confcommercio, “È stato chiarito poi che ‘la scarsità’ deve essere
stabilita combinando un approccio generale con una valutazione caso per caso. Sotto questo aspetto la Corte smentisce il Consiglio di Stato che, con le note sentenze dell’adunanza plenaria, si è arrogato un compito che spetta allo Stato, stabilendo la scarsità con criteri generici ed astratti e non effettuando una valutazione caso per caso. Questa valutazione”, osserva il presidente del Sindacato italiano balneari,
“costituisce una novità importante sulle possibili soluzioni, che restano di esclusiva prerogativa del nostro Stato. Il Governo pertanto acceleri nella ricognizione delle concessioni demaniali marittime vigenti per la verifica della ‘scarsità della risorsa’ sia, poi, convocato, con urgenza, il tavolo istituito con la recente legge 14 del 24 febbraio scorso. Si emani, nel più breve tempo possibile, una nuova legge che superi le disposizioni fissate dal precedente Governo”, propone il leader dei balneatori della Fiba Confcommercio, “effettuando un corretto bilanciamento fra l’esigenza di una maggiore concorrenza con la tutela dei diritti dei concessionari attualmente operanti”.

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