sabato, 27 Aprile, 2024
Salute

Anche l’occhio vuole la sua parte. Il calendario salvavista

Il 22 marzo giornata della prevenzione oculistica

Per vedere fatti vedere! Con questo slogan la Società Italiana di Oftalmologia (SOI), presieduta dal Prof. Matteo Piovella, lancia in occasione della giornata per la prevenzione in oculistica, il 22 marzo, il Numero Verde SOI 800 189 441, ben sapendo come le malattie dell’occhio possono essere lente e graduali, alle volte senza sintomi e quando il problema si manifesta, il danno è ormai irreversibile. Ecco perché la SOI segnala un calendario “salvavista”, una sorta di scadenziario in cui è opportuno svolgere delle visite oculistiche: una visita oculistica entro i tre anni di età, una il primo giorno di scuola, una visita tra gli 8 e i 12 anni per la prevenzione della miopia, poi una pausa fino ai 40 anni: dai 40 ai 60 anni ogni due anni e poi una volta l’anno.

“Gli oftalmologi non vogliono più che la loro disciplina sia considerata alla stregua di una “Cenerentola” del Sistema Sanitario Nazionale, ha sottolineato Matteo Piovella, per questo la richiesta al governo è quella che “le tecnologie e le terapie più all’avanguardia” possano essere messe a disposizione di tutti e non solo di pochissime persone.

Proprio con i miglioramenti tecnologici disponibili gli interventi di cataratta, oggi circa 700.000 all’anno, correggono tutti i difetti di vista sia quelli da lontano che quelli da vicino: si guida la macchina si vede la televisione si legge un libro o il giornale liberamente senza dipendere da nessuna correzione e dai limiti conseguenti.

Dai dati a disposizione, ha aggiunto Piovella, si presume che entro il 2030 potrebbero raddoppiare le persone cieche: “Sembra un assurdo, abbiamo migliorato tantissimo, ma raddoppia il numero di ciechi. Fortunatamente è perché la vita media si è allungata, e anche la vista invecchia e decade. Abbiamo migliorato con la tecnologia la nostra capacità di intervento, quindi noi medici oculisti dobbiamo rimboccarci le maniche e seguire un numero sempre maggiore di pazienti”.

Durante le pregresse campagne di prevenzione SOI è emersa una contraddizione tra la salute visiva percepita e il reale stato di salute oculare: circa il 40% delle persone visitate, infatti, erano a rischio o erano affette da una patologia oculare senza saperlo.

Nel nostro Paese, le malattie che mettono in pericolo la vista riguardano oltre tre milioni di persone e ancora di più sono i soggetti a rischio, perché l’incidenza di glaucoma, retinopatia diabetica e maculopatia aumenta assieme all’età e alle malattie croniche, generando enormi costi sociali e personali, in quanto si tratta di patologie asintomatiche negli stadi iniziali – ovvero danneggiano le cellule nervose in maniera silenziosa – tuttavia possono essere curate o arginate, se diagnosticate in tempo dai medici oftalmologi attraverso controlli periodici.

“La prevenzione manca, evidenzia ancora il presidente SOI, e si è ulteriormente ridotta con la pandemia. IAPB Italia di cui la SOI è Socio Fondatore Tecnico al 50%, riesce a malapena ad avere un contributo sufficiente solo a pagare i costi di sostentamento. La prevenzione in altri Paesi comporta investimenti inimmaginabili che danno adeguati risultati. È necessario un nuovo positivo approccio che tuteli tutti. Soprattutto i bambini i soggetti maggiormente complessi dal punto di vista oculistico che stanno suscitando l’interesse da parte di persone prive della necessaria preparazione, che possiede invece solo il medico oculista. Di questo bisognerà farsene carico almeno nell’informare le famiglie.”

Il prof. Miche Fortunato, oftalmologo dell’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù” di Roma, consigliere SOI e presidente del’AIOPP, l’Associazione Italiana di Oculisti Pediatri e dei Pediatri, richiama l’attenzione sulla prevenzione della vista già durante la gravidanza. “I primi mille giorni di vita risultano determinanti anche per la salute degli occhi. Alla prima ecografia morfologica, indica Michele Fortunato, bisognerebbe avvisare l’ecografista di controllare i bulbi oculari del feto. Già in questa fase, infatti, è possibile individuare anomalie come differenza di dimensioni dei due bulbi oculari, assenza di una parte della retina, formazione di una cataratta, dimensioni eccessive dei bulbi oculari che potrebbero indicare problemi di pressione intraoculare. Così pure la prima visita oculistica, va fatta già alla nascita anche per stabilire il calendario delle visite successive che possono prevenire patologie o problemi come l’occhio pigro”. Meglio una visita in più dal neonatologo o dal pediatra e poi dall’oculista piuttosto che una in meno- ribadisce- Tra questi specialisti deve esserci un dialogo costante proprio per questo abbiamo creato una associazione tra gli oculisti pediatri e i pediatri stessi così che possiamo collaborare, scambiando informazioni utili a garantire una buona salute degli occhi ai nostri bambini”.

“I pediatri, suggerisce Fortunato, devono prima di tutto fare attenzione all’occhio rosso e controllare il riflesso rosso sul fondo dell’occhio. In questo secondo caso, se il pediatra non è sicuro di quello che ha visto, è bene che invii il bambino dall’oculista perché sottovalutare questo dubbio può essere molto negativo per i problemi che potrebbe comportare come una cataratta, un danno della cornea e addirittura un tumore abbastanza frequente nei bambini che si chiama retinoblastoma. I pediatri devono quindi sapere come si esegue l’esame del riflesso rosso e se non può farlo al massimo della dilatazione della pupilla, è bene che prescriva un approfondimento specialistico. Un altro aiuto che i pediatri possono dare alla vista dei bambini è rispettare un calendario preciso di visite specialistiche: a un mese, a sei mesi, 3-4 anni e appena prima di iniziare la scuola”.

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