Il governatore repubblicano dello Utah, Spencer Cox, ha firmato mercoledì la legislazione che vieterà alle cliniche di fornire aborti, scatenando un’ondata di polemiche tra cliniche, ospedali e potenziali pazienti. Gli amministratori sanitari non hanno dettagliato pubblicamente i loro piani per adattarsi alla nuova legge, aggiungendo incertezza oltre al timore che, se le cliniche chiudessero, i pazienti potrebbero non essere in grado di accedere alle cure negli ospedali. La legge entrerà in vigore dal 3 maggio. La Planned Parenthood Association of Utah e la Utah Hospital Association hanno rifiutato di dettagliare in che modo il panorama legale influenzerà l’accesso all’aborto.
Il caos rispecchia gli sviluppi nelle roccaforti repubblicane in tutti gli Stati Uniti consolidatesi da quando la Corte Suprema ha ribaltato la decisione Roe v. Wade. I legislatori dello Utah hanno precedentemente affermato che la legge proteggerà “gli innocenti” e “i non nati”, aggiungendo che non pensano che lo stato abbia bisogno di cliniche per aborti dopo che l’alta corte ha annullato il diritto costituzionale all’aborto. Sebbene Planned Parenthood abbia precedentemente avvertito che la legge potrebbe ostacolare drasticamente la sua capacità di fornire aborti, Jason Stevenson, il lobbista dell’associazione, ha detto che esaminerà ulteriormente la formulazione di altre disposizioni della legge che potrebbero consentire alle cliniche di richiedere nuove licenze per svolgere attività ospedaliere -servizi equivalenti.
Sulla base dell’interpretazione di Planned Parenthood, le cliniche non saranno più in grado di fornire aborti con le loro attuali licenze. Hanno in programma di continuare, tuttavia, a fornire la maggior parte dei loro servizi come IST e test di gravidanza e screening del cancro. Stevenson ha detto che stavano “esaminando da vicino” le opzioni di licenza nella legge, ma non ha detto se le cliniche si applicherebbero a questo punto.
