I settori lavorativi delle costruzioni e dei trasporti si confermano quelli più a rischio per infortuni sul lavoro alcol correlati tra le 34 categorie indicate dalle normative vigenti nel nostro Paese per le quali è vietata la somministrazione e l’assunzione di bevande alcoliche.
Il fenomeno è stato evidenziato in una recentissima pubblicazione dell’INAIL riportata sul sito dell’Istituto alcuni giorni fa, in cui si sottolineano i risultati di un’indagine conoscitiva, condotta dal dipartimento di Medicina del Lavoro, sulla percezione del rischio di infortuni alcol correlati in un campione di 1093 lavoratori di genere maschile, divisi in 710 appartenenti al settore delle costruzioni e 383 a quello dei trasporti, con una quota del 10% di lavoratori stranieri e un’età media di circa 42 anni. Tali settori, insieme a quello minerario, secondo la letteratura scientifica di settore, sono quelli che registrano il più alto tasso di decessi legati a infortuni alcol correlati. Il consumo di alcol nei luoghi di lavoro costituisce un fattore di rischio aggiuntivo rispetto a un rischio lavorativo pre-esistente, legato ai comportamenti dei lavoratori, che può determinare una riduzione dell’integrità psico-fisica del lavoratore ed incidere in modo significativo anche sulla salute e sicurezza di terze persone.
In passato gli studi hanno focalizzato l’attenzione soprattutto sul rapporto tra infortuni mortali e intossicazione acuta da alcol, trascurando gli infortuni non mortali. Più recentemente vari autori hanno evidenziato la relazione tra alcol e ridotta produttività, sia a causa dell’assenteismo che del presenzialismo tanto da definire che l’alcol costa ogni anno nell’UE 311 Euro pro capite in termini di produttività persa, costi sanitari, sociali e di sicurezza.
Nell’indagine INAIL circa il 6.3% dei lavoratori coinvolti nell’indagine, 8.1% degli edili e 3.3% dei lavoratori dei trasporti, hanno dichiarato di consumare alcolici durante l’orario di lavoro nei tre mesi precedenti all’intervista. Se si considera il consumo di alcol durante le pause di lavoro (colazione e/o pranzo), tale percentuale sale al 20.4% degli addetti al comparto costruzioni e al 5.2% di quelli del settore trasporti per un totale complessivo del 14.7% del campione.
Ed ancora. Oltre l’80% degli intervistati ritiene che l’alcol sia un fattore di rischio per la sicurezza sul lavoro. Sono soprattutto gli impiegati nei trasporti, con l’87.3%, a considerare l’assunzione di bevande alcoliche un potenziale pericolo che facilita gli incidenti lavorativi. Dai dati riportati emerge che la percezione di questo pericolo è molto meno sentita dai lavoratori che nelle interviste hanno dichiarato di consumare alcolici durante le pause di lavoro.
È da segnalare, poi, che risultano sconosciute a 1 lavoratore su 2 le azioni di contrasto nella propria azienda. Nel corso delle interviste il 58.8% degli edili e il 43.0% dei trasportatori dichiarano di non sapere quali siano le azioni messe in atto dalla propria azienda per disincentivare l’uso di bevande alcoliche dei dipendenti nel corso dell’attività lavorativa. I provvedimenti disciplinari risultano essere il principale strumento di contrasto adottato dalle imprese a tale scopo.
I trasportatori sono tra i lavoratori più a favore di divieti e controlli. Secondo gli intervistati, gli strumenti che risultano più efficaci sono l’introduzione del divieto di consumare bevande alcoliche durante l’orario di lavoro (per il 74.6% dei lavoratori nei trasporti e 66.2% di quelli nelle costruzioni), e l’esecuzione dei controlli sui lavoratori (specificamente, 73.6% dei trasportatori e 62.6% degli edili). Emerge, inoltre, che tali strumenti sono considerati maggiormente utili da coloro che non consumano alcolici durante la pausa di lavoro.
Un dato incoraggiante è quello con cui oltre il 66% dei trasportatori considera utile migliorare le condizioni di lavoro. Dai dati raccolti nel documento si rileva che la percezione dell’utilità dell’attivazione di programmi di prevenzione e il miglioramento delle condizioni di lavoro cambia tra i lavoratori appartenenti ai due settori. I trasportatori sono più inclini degli edili a riconoscere la positività di queste azioni nel contrastare le problematiche legate al consumo di alcolici negli ambienti di lavoro.
A nostro parere vanno segnalate alcune criticità per gestire meglio la problematica. Innanzitutto la mancata integrazione tra la legge 125/2001, la normativa che vieta il consumo di alcol sul lavoro, e i DD.Lgss 81/2008 e 106/2009 dovuta alla mancata revisione delle condizioni e modalità di accertamento di tossicodipendenza e alcoldipendenza (come indicato dall’art. 41 comma 4 bis del D. Lgs 106/2009) non è uscito nessun documento nazionale ufficiale.