venerdì, 26 Aprile, 2024
Lavoro

Opzione Donna per 870 lavoratrici. Non piace la stretta sui requisiti

Dubbi di costituzionalità e carenza di risorse. Governo pronto al confronto e a modifiche

L’attesa poi la delusione. Per il regime pensionistico riservato alle donne “Opzione Donna” l’altalena delle proposte si è conclusa con quella considerata peggiorativa. Sindacati e forze politiche di opposizione gridano al dietro front: “una misura totalmente stravolta destinata solo a determinati profili di tutela”. Rispetto ai vantaggi che prevedeva la misura nata nel 2004, la legge di Bilancio 2023 ha inserito modifiche restrittive che varranno per i prossimi dodici mesi. Secondo una stima effettuata i benefici si sono ridotti di molto. Per il 2023 stando alle nuove regole, potranno fruire di Opzione Donna, circa 870 lavoratrici. Secondo altre fonti la platea potenziale sarebbe di 2.900 lavoratrici. Per chi contesta la scelta si tratta comunque, di una riduzione che rasenta l’abrogazione della norma visto che limita l’accesso ad una platea ristrettissima di beneficiarie.

Cosa prevedeva, i vantaggi

La legge originale di “Opzione Donna”, era in vigore in forma sperimentale dal 2004. Tra i principali vantaggi l’uscita a 58 anni di età per le dipendenti e a 59 per le lavoratrici autonome; il requisito contributivo era di 35 anni, e le finestre di attesa della decorrenza del trattamento erano di 12  mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome. L’assegno pensionistico era inoltre calcolato con sistema interamente contributivo. Quindi anche in linea che il nuovo percorso previdenziale.

Il cambio peggiorativo

Le modifiche apportate non piacciono perché in primo luogo la platea delle lavoratrici si restringe di parecchio. La nuova versione riguarderà solo  lavoratrici  in condizioni di svantaggio. In questa categoria sono comprese le licenziate o dipendenti in aziende con tavolo di crisi aperto presso il Ministero, oppure le donne con disabilità pari o oltre il 74% o che assistono, da almeno 6 mesi,  persone disabili conviventi, con handicap in situazione di gravità.
Inoltre l’età di accesso sale a 60 anni  sia per le dipendenti che per le autonome, ma con  anticipo di 1 anno per ogni figlio, entro un massimo di due, quindi  58 anni per chi ha avuto due o piu figli, 59 anni per chi ha avuto un figlio. Gli anticipi di uscita in base al numero dei figli è tuttavia considerato dubbio sotto il profilo costituzionale perché discrimina le donne senza figli. Il testo è stato comunque approvato. Non sono valse le sollecitazioni nel cercare ad una via di mezzo. Il prendere, ad esempio, in considerazione una proroga non di un anno ma di 6 o 8 mesi con i requisiti in vigore nel 2022. Il tutto in attesa di una revisione completa da inserire nella riforma previdenziale che dovrebbe essere definita tra il 2023 e il 2024.

La voce delle “escluse”

Le proteste non mancano. Un gruppo di donne che si definiscono “le escluse” hanno dato vita ad un impegnativo dibattito sui social per coinvolgere più persone possibili, non solo politici ma anche giornalisti, Organizzazioni di categoria, e sindacati. L’obiettivo è puntare ad una nuova modifica, o ad una migliore conoscenza del testo e soprattutto della interpretazione che ne darà l’Inps. Il pressing è rivolto anche al tavolo di confronto tra Governo e sindacati previsto per il 19 gennaio. Il ministro del lavoro Marina Calderone delineerà in termini generali le proposte che saranno alla base della riforma previdenziale. Sarà un primo incontro dove i sindacati solleciteranno la definizione di “scelte vere” e non semplici scambi di opinioni.

Il problema delle risorse

Possibile che sia riaperta la discussione anche su “Opzione Donna”. Secondo le stime economiche per rendere possibile una proroga con i passati requisiti sarebbero stati necessari 80 milioni per il 2023 e 240 milioni per il 2024. Somme che potrebbero essere trovate e rimettere mano di nuovo alla riforma. Uno spiraglio è stato lasciato aperto dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon, che di recente ha sottolineato l’ipotesi, “speravo di fare di più, ma abbiamo tempo per apportare miglioramenti”.

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un commento

Daniela mercoledì, 18 Gennaio 2023 at 15:59

Spero che trovino i soldi per rimettere Opzione Donna con i requisiti del 2021…..come promesso in campagna elettorale. E come hanno trovato i soldi per per il Calcio…Le promesse vanno mantenute ……come dice la Premier si può sempre rimediare….

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