venerdì, 19 Aprile, 2024
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Soldi lasciati sul conto corrente? 160 miliardi in fumo…

Gli ultimi dati ISTAT sull’inflazione in Italia pubblicati ad ottobre, rivelano una situazione allarmante: nel mese di ottobre 2022 l’inflazione è passata dall’8,9% di settembre all’11,8%, confermando grosso modo le stime preliminari (+11,9%).

Il trend è spinto, in particolare, dall’aumento dei prezzi dei beni energetici, la cui crescita passa da +44,5% di settembre a +71,1%. Più caro anche il carrello della spesa: per i beni alimentari l’Istat rivela un aumento dei prezzi pari al +13,1%.

Gli italiani si sa, sono dei grandi risparmiatori, i migliori al mondo: la liquidità sui nostri conti correnti oggi sfiora i 2 mila miliardi e se l’inflazione dovesse stare all’8% per un anno intero significherebbe «bruciarne» 160 solo restando fermi. Tra il 2010 e il 2021 l’incremento di ricchezza delle famiglie americane è stato del 118%, in Italia del 32% (dati Fed, Financial Accounts of the United States, Banca d’Italia, riportati dal corriere della Sera). Una differenza generata anche dalla diversa destinazione dei risparmi: per gli americani il cash rappresenta nel periodo solo il 12%, per gli italiani oltre il 30%.Questo significa che gli americani tendono a destinare a possibili investimenti finanziari fino al doppio rispetto agli italiani. Ma è altrettanto vero che l’inquietudine generata dall’attuale contesto rende difficile pensare positivo, non rendendo facile focalizzare la differenza tra l’alternanza tra i normali cicli di mercato, che offre anche grandi opportunità, ed il contesto mondiale sotto gli altri profili.

I vari investimenti in preziosi, immobili, e i vecchi “beni rifugio” hanno rivelato nel tempo tutta la loro debolezza: non sono esenti da forti perdite di valore, da rischi, anzi.

Lo studio di Morgan Stanley

In uno studio di Morgan Stanley, riportato da Financialounge, si evidenzia come l’aumento dei tassi di interesse riporta in auge il classico portafoglio bilanciato 60/40, ovvero 60% di azioni e 40% di obbligazioni. Jp Morgan Asset Management ha pubblicato l’edizione 2023 delle Long-Term Capital Market Assumptions, le analisi che forniscono le previsioni di lungo periodo su un orizzonte temporale di 10-15 anni, in un contesto in cui i mercati presentano le migliori opportunità di rendimento da più di dieci anni, grazie a valutazioni più basse e a rendimenti più elevati.

In questa 27° edizione della ricerca, per gli analisti della prestigiosa casa d’investimento, i rendimenti annui attesi per un portafoglio azionario/obbligazionario 60/40 denominato in dollari nei prossimi 10-15 anni balzano dal 4,3% dello scorso anno al 7,2%. Nonostante l’inevitabile focus dei media internazionali (e dei risparmiatori) sull’inflazione elevata e su altri fattori negativi di breve termine, lo studio prevede che nei prossimi due anni l’inflazione sia destinata ad attenuarsi, con le proiezioni dei rendimenti a lungo termine in significativa ascesa. John Bilton, head of global multi-asset strategy di J.P. Morgan Asset Management, afferma su Financialounge che «Il forte crollo dei mercati azionari e obbligazionari nel 2022 potrebbe non essere ancora finito, ma nel lungo periodo riteniamo che le turbolenze di quest’anno abbiano creato le opportunità di investimento più interessanti dell’ultimo decennio

Diversificazione

Tra paure, inazione, previsioni e studi, le vecchie ricette risultano sempre le più attuali, e l’unica ricetta per scongiurare la perdita della ricchezza finanziaria è diversificare. Se ad affermarlo in un’intervista rilasciata all’AGI poi è di Giorgio Di Giorgio, professore di Economia monetaria e direttore del Centro Arcelli per gli studi monetari e finanziari della Luiss, la fonte è autorevole. “Per chi ha la possibilità di farlo la soluzione è diversificare i propri risparmi in un strumenti diversi – sottolinea – da quelli più liquidi a quelli meno liquidi come l’acquisto di quote di fondi d’investimento oppure di azioni o obbligazioni di natura diversa. E avere qualcuno che sia in grado di suggerire e consigliare la giusta combinazione di rischio e rendimento adeguata al profilo della famiglia diventa sempre più importante”.

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