giovedì, 28 Marzo, 2024
Economia

La guerra pesa sulla crescita del Pil

In Italia la crescita del Pil prosegue la sua lenta crescita anche in questa primavera, sostenuta dall’apporto di tutti i principali comparti, tra i quali quelli del turismo e dei trasporti, i più colpiti dalla recrudescenza della pandemia all’inizio dell’anno. Il settore delle costruzioni ha continuato a beneficiare delle misure fiscali favorevoli e la produzione manifatturiera è tornata a livelli accettabili nel secondo trimestre 2022. gli indicatori ad alta frequenza segnalano, tuttavia, una riduzione delle attività industriali a giugno. In base alle stime della Banca d’Italia, circa tre quarti delle imprese manifatturiere riportano difficoltà di approvvigionamento di materie prime e quasi due terzi sono ostacolate nella propria attività dai rincari energetici.

Il quadro macroeconomico è fortemente condizionato dalla durata e dall’intensità della guerra in Ucraina, i cui contraccolpi per la nostra economia restano altamente incerti. Nel breve termine un ulteriore rischio al ribasso è rappresentato dalla recrudescenza della pandemia. Nello scenario di base si assume che il conflitto si protragga per tutto il 2022, senza tuttavia condurre a una totale interruzione delle forniture energetiche dalla Russia.

In media d’anno il Pil aumenterebbe del 3,2% nel 2022, grazie soprattutto alla crescita già acquisita alla fine del 2021, dell’1,3% nel 2023 e dell’1,7% nel 2024. Un sostegno considerevole all’attività economica proverrebbe dalla politica di bilancio e dagli interventi delineati nel Pnrr. L’occupazione si espanderebbe lungo l’intero orizzonte previsivo, seppure a un ritmo inferiore rispetto al prodotto. L’inflazione al consumo si collocherebbe al 7,8% nella media di quest’anno (1,6 punti percentuali in più di quanto stimato in giugno), sospinta dal rincaro dei beni energetici.

Diminuirebbe al 4% nel 2023 (con una revisione al rialzo di 1,3 punti rispetto alle precedenti stime) e al 2% nel 2024. La componente di fondo, pari al 2,9% quest’anno, scenderebbe intorno al 2 nel biennio 2023-24. In uno scenario avverso si ipotizza un inasprimento della guerra in Ucraina tale da determinare un arresto delle forniture energetiche russe, con conseguenti interruzioni produttive nelle attività industriali caratterizzate da più elevata intensità energetica, maggiori rincari delle materie prime, un impatto più forte su incertezza e fiducia e una dinamica più debole della domanda estera.

La conseguente erosione della crescita sinora acquisita per l’anno in corso porterebbe il Pil ad aumentare di meno dell’1% nel 2022 e a diminuire nel prossimo anno di quasi 2 punti percentuali; il prodotto tornerebbe a espandersi solo nel 2024. L’inflazione raggiungerebbe il 9,3% nel 2022 e rimarrebbe elevata anche nel 2023, al 7,4%, per scendere marcatamente solo nel 2024. Lo scenario non include possibili risposte delle politiche economiche, che potrebbero essere introdotte per mitigare le ricadute degli sviluppi ipotizzati su famiglie e imprese.

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