Per i rifiuti finirà il “tour” sotto e sopra l’Italia. Finirà l’idea che non sia possibile realizzare impianti moderni e sicuri, e forse termineranno anche le multe dell’Unione europea per inadempienza. Si tratta più di una speranza che di una prossima realtà, tuttavia ad imporre un cambio di rotta c’è il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (Pngr).
Alle Regioni la responsabilità
L’obiettivo, almeno nelle direttive del Programma appare raggiungibile a condizione che ogni Regione si garantisca una autonomia per la gestione dei rifiuti urbani “non differenziati e per la frazione derivante dal trattamento di quelli destinati allo smaltimento”.
Stop al traffico di rifiuti
Uno dei punti più delicati del Pngr è quello di porre fine al quel traffico di spazzatura da una regione all’altra che oltre a provocare più inquinamento, ha costi esorbitanti e finora questo andirivieni ha suscitato più di un sospetto di intrecci di mala gestione e malaffare. In principio generale il Programma prevede che si potrà anche ridisegnare il “territorio” ma solo entro certi limiti – macroarea e sulla base di un meccanismo di vicinanza -, possibilità offerta solo e comunque per minimizzare l’impatto relativo al trasporto dei rifiuti.
Recovery, conto alla rovescia
Dopo anni di fai da te e di norme disattese, ora ci saranno solo 18 mesi per riorganizzare il tutto. E si procederà con passo spedito, almeno per un valido motivo.
Il Programma nazionale per la gestione dei rifiuti (Pngr), rientra nel Testo unico ambientale ed è inserito dal Recovery Plan. Il nuovo Piano inoltre rientra tra le riforme abilitanti da presentare al ministero della Transizione ecologica.
Il ministero con a capo Roberto Cingolani ha già predisposto il calendario dando il via al decreto di recepimento del Programma nazionale per la gestione dei rifiuti regionale, innescando così il conto alla rovescia per i piani territoriali con gli enti locali. Questi ultimi avranno un ruolo di primo piano perché chiamati ad adottare le proprie strategie operative entro 18 mesi dalla pubblicazione definitiva del Pngr.
Più impianti per la raccolta
Da tempo si parla della carenza di impianti, di come la gestione dei rifiuti senza adeguate strutture rimarrà nelle mani di chi invece di risolvere i problemi li complica a danno dell’ambiente, dei cittadini e dello Stato. Così il progetto più ambizioso del Programma è quello di “Colmare il gap impiantistico, aumentare il tasso di raccolta differenziata e di riciclaggio e anche di contribuire alla transizione energetica”, fa presente la sottosegretaria al Mite, Vannia Gava, del gruppo della Lega, con delega per l’economia circolare e il ciclo dei rifiuti.
I danni dal traffico dei rifiuti
C’è poi un motivo eclatante, sul quale poco si è fatto per accertare cause e responsabilità, per cui in Italia il traffico dei rifiuti ha prosperato per decenni, impunemente con danni incalcolabili. A sottolineare questa incongruenza è la stessa sottosegretaria.
Le infrazioni e multe dall’Europa
“L’Italia continua a pagare delle sanzioni pesantissime: troppi rifiuti, più di 1,3 milioni di tonnellate finiscono fuori Regione o all’estero”, sottolinea l’esponente della Lega, “a causa dell’assenza di una rete integrata di impianti funzionale. Grazie al Programma e a una corretta pianificazione abbiamo finalmente l’occasione di promuovere e costruire nuovi impianti, moderni e sicuri, tecnologicamente avanzati, per il trattamento dei rifiuti dove serve”.
Studio Ispra, ridurre le discariche
Una ricerca dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) commissionato dal Ministero della Transizione ecologica pone In evidenza i flussi di sistemi dei rifiuti urbani e del ciclo di vita. Lo studio ha preso in esame otto regioni, che per il modello di indagine dell’Ispra sono rappresentative di tutto il territorio nazionale. Ci sono alcuni criteri generali alla base del Programma, come ad esempio, l’identificare le macroaree, e come assicurare il progressivo riequilibrio tra le aree del territorio nazionale. Tra gli obiettivi il superamento del ricorso alla discarica, con passaggi intermedi, a partire dal 2023 per al 10% nel 2035.
Alla Germania il 25% del rifiuti
Tra gli impegni del Programma anche quello di ridurre il trasporto di rifiuti all’estero.
Come documenta il Green Book 2022, promosso da Utilitalia e curato dalla Fondazione Utilitatis, con il supporto quest’anno dell’Ispra, la Germania riceve oltre il 29 % di di rifiuti italiani ed è al primo posto tra i Paesi a cui spediamo immondizia. “Tra gli elementi positivi del Programma nazionale per la gestione dei rifiuti”, evidenzia il vicepresidente di Utilitalia, Filippo Brandolini, “vi è sicuramente la scelta di non essersi limitati ai dati sulla produzione, ma di aver allargato il campo agli interi flussi gestionali, tenendo conto dei viaggi dei rifiuti all’interno del nostro Paese e verso l’estero”.
Carenza di impianti e multe
“Al ritmo attuale di conferimento saremo obbligati a scegliere se costruire nuovi impianti o continuare a portare i rifiuti in discarica, sottoponendo il nostro Paese a nuove procedure di infrazione”, osserva Filippo Brandolini, “Secondo le nostre stime”, fa presente il vicepresidente di Utilitalia, “per raggiungere gli obiettivi Ue al 2035 il fabbisogno impiantistico italiano ammonta a 5,8 milioni di tonnellate: servono altri impianti per il trattamento dell’organico, su cui sappiamo esserci molte iniziative in corso di sviluppo, e per il recupero energetico delle frazioni non riciclabili”.