venerdì, 29 Marzo, 2024
Agroalimentare

La ricerca di Crea per la qualità dei prodotti ortofrutticoli

“POFACS – Conservabilità, qualità e sicurezza dei prodotti ortofrutticoli ad alto contenuto di servizio”, il progetto coordinato dal CREA Orticoltura e Florovivaismo, presenta oggi nel workshop Ricerca e innovazione per i prodotti ortofrutticoli, i risultati dopo il primo anno di attività. Il progetto mira a sviluppare innovazioni per la lavorazione del prodotto efficienti, sostenibili, produttive e in grado di mantenere la freschezza dopo il confezionamento e di processo, per migliorare la sicurezza, la qualità, la conservabilità e gli aspetti nutrizionali sia nella fase di raccolta, grazie a strumenti di difesa biologica ed eco-compatibili, sia nella fase di post raccolta, mediante nuovi materiali per il confezionamento, tecnologie digitali e l’utilizzo del microbioma.

Con un occhio attento alla sostenibilità del processo – valorizzando i sottoprodotti (crescita di probiotici e estrazione di nutraceutici) – ed anche alle tendenze di consumo e alle strategie per promuovere i prodotti ortofrutticoli ad alto contenuto di servizio. Per la rucola sono state identificate tecniche molecolari per individuare specie contaminanti e selezionate varietà migliorate per qualità – con contenuto più elevato di vitamina C e polifenoli – shelf-life più lunga e resistenza ai principali patogeni del suolo, (caratterizzate, però, al tempo stesso da basso accumulo di nitrati). Invece, il carciofo “ready to cook” è stato gestito in regime biologico per migliorarne la qualità, modificando anche le condizioni di conservazione, attraverso packaging alternativi più ecosostenibili e trattamenti con olii essenziali.

Per quanto riguarda l’uva, i ricercatori hanno sperimentato un trattamento in pre-conservazione con ozono – sfruttando il potere sanitizzante di questo composto -, hanno messo a punto un prototipo di produzione di ozono da plasma atmosferico all’interno di confezioni sigillate per aumentare la sanità e la durata dei prodotti, infine hanno individuato alcuni genotipi di uva e di agrumi più adatti per l’uso in IV gamma. Sul melograno, invece, sono stati definiti marcatori per la caratterizzazione varietale ed è stato predisposto un sistema per valutare la qualità di frutti frigoconservati.

Tuttavia, le attività svolte in questi primi mesi di lavoro si sono focalizzate sullo studio preliminare relativo ad un prototipo di un dispositivo elettro-meccanico per l’estrazione del succo di melagrana e/o alla rimozione degli arilli dalla stessa per l’ottenimento di un prodotto di IV gamma. Un passaggio fondamentale, se si considera che ad oggi, a causa delle caratteristiche peculiari di questo frutto che ne rendono particolarmente complessa la lavorazione, non esistono sistemi automatici non industriali per l’estrazione del succo dai melagrani né per la sgranatura delle stesse.

Sono stati, inoltre, sviluppati packaging innovativi per estendere la shelf-life, isolando anche nuovi ceppi di lieviti e batteri antagonisti di patogeni e/o con effetti negativi sulla qualità ed è stata dimostrata la possibilità di utilizzare i residui della lavorazione dell’ortofrutta di IV gamma per lo sviluppo di microrganismi probiotici.

Infine, è stata analizzata sia la propensione dei consumatori all’acquisto di prodotti ortofrutticoli sostenibili sia quella delle imprese a adottare innovazioni orientate a migliorare la sostenibilità ambientale, economica e sociale. Per il 56% dei consumatori intervistati la principale motivazione di scelta dell’insalata fresh-cut è l’attributo “comodità”, mentre Il 73% è disposto a pagare un prezzo maggiore per questo tipo di prodotti.

Per quanto riguarda le imprese, tutte le aziende intervistate sono consapevoli dell’importanza del ruolo del packaging come strumento per migliorare la sostenibilità ambientale e per ottenere vantaggio competitivo. Oltre la metà degli intervistati ha dichiarato di voler investire in una delle tecnologie illustrate, in particolare in packaging riciclabili e attivi, anche se solo pochi ne conoscevano le potenzialità prima dell’intervista. Inoltre, è risultato che la partecipazione delle imprese a progetti in collaborazione con Università e Centri di ricerca ha favorito l’adozione di innovazioni.

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