Forum Food & Beverage, promosso da The European House Ambrosetti, vedrà per due giorni Bormio (17 e 18 giugno), ospitare oltre 100 manager dell’industria alimentare, politici, esperti, ospiti internazionali e campioni dello sport. Un vero e proprio “Summit del Food” giunto alla sesta edizione, per fare il punto su un comparto florido, che rappresenta un asset strategico per il Paese, ma che in questo momento è costretto ad operare in un contesto turbolento e caratterizzato da fattori di rischio causate dalla crisi. Il Forum sarà aperto con la presentazione del Rapporto annuale sulla filiera agroalimentare italiana e sarà ulteriormente arricchito quest’anno con la presentazione di due ricerche di approfondimento su temi chiave per la crescita: “Italian Sounding: quanto vale e quali opportunità per le aziende agroalimentari italiane”, svolta in collaborazione con Assocamerestero, e “La R(evoluzione) Sostenibile della filiera agroalimentare italiana”.
Sul fronte internazionale sarà dedicato uno specifico spazio di approfondimento alle Filippine, un Paese dall’economia in forte crescita +18% negli ultimi 5 anni), che costituisce una terra sostanzialmente inesplorata di opportunità di sviluppo per le aziende del Food&Beverage italiane verso tutta l’area Asean (unione economica del sud-est asiatico di cui sono membri Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Singapore, Thailandia e Vietnam). Export e sostenibilità in primo piano, ma anche ricchezza locale, vera e propria peculiarità e punto di forza di un made in Italy che, sull’esempio proprio della Valtellina, può e deve puntare sul legame tra il territorio, la salute e lo sport.
“Il settore agroalimentare italiano si conferma anche nel 2021 un asset fondamentale per la competitività del Paese: oltre 200 miliardi di euro di fatturato realizzato, 50,1 miliardi di euro di esportazioni (record storico), oltre 1,4 milioni di occupati coinvolti in 1,2 milioni di imprese – dichiara Valerio De Molli, Managing Partner & Ceo di The European House – Ambrosetti -. Non solo. Con 65 miliardi di euro di valore aggiunto generato equivale a più del doppio della somma del settore aerospaziale di Francia, Germania e Regno Unito e due volte e mezzo il settore automotive di Francia e Spagna”.
Dai dati Ambrosetti, nel 2021 il business dell’agrifood italiano verso l’estero è cresciuto, superando la soglia record dei 50 miliardi di euro e assicurando per il terzo anno consecutivo una bilancia commerciale in positivo (3,3 miliardi di euro). Il vino è stato il primo prodotto del comparto per vendite Oltreconfine, assorbendo il 14,3% dell’export totale agrifood e sviluppando un giro di affari pari a 7,1 miliardi di euro. La Germania rimane il primo bacino di approdo, con una market share pari al 22,4%, una crescita annuale del 6,6% e un fatturato di 8,4 miliardi di euro, seguono Stati Uniti e Francia, vicini tra loro con una rispettiva quota del 15,1% e del 15%.
Ora però si temono le ripercussioni del conflitto russo-ucraino: i due importanti partner commerciali per la filiera agroalimentare italiana, Russia e Ucraina, valgono per 932,7 milioni di euro di esportazioni e 901,2 milioni di importazioni. A pesare è anche l’ulteriore innalzamento del costo di alcune materie prime agricole. A ciò si deve aggiungere un’inflazione che non arresta la sua crescita. Difficoltà contingenti, che insieme ad altre strutturali chiamano la filiera italiana a fronteggiare sfide decisive e determinanti per proseguire e rafforzare il suo sviluppo internazionale.