venerdì, 26 Aprile, 2024
Il silenzio delle parole

Unire il Riformismo

Il riformismo è sempre stato un fenomeno molto complesso, oggi più che mai. Vederlo limitato al campo laburista è un errore.

C’è un riformismo liberale, sicuramente c’è un riformismo cattolico, a mio modo di vedere non è un ossimoro considerare un riformismo conservatore. Su queste pagine nel dicembre del 2021 avevo trattato il tema dei modelli di welfare e avevo evidenziato come all’iniziativa settecentesca del Movimento Operaio nei territori e intorno alle fabbriche del Regno Unito era seguita la risposta dei Conservatori … quella del welfare sociale, che si diffuse in Europa e in Germania, dopo l’unificazione di quel paese nel 1871 su iniziativa di Bismarck … L’esito fu organizzare, a bassi costi pubblici, la rete che consentiva di ottimizzare tutte le spinte solidaristiche e filantropiche che provenivano dalla Società.

Fu una risposta più che efficace, rispetto alla quale oggi dovremmo concederci una qualche riflessione. Sarebbe una bestemmia pensare che a fronte della crisi attuale del Welfare State uno dei terreni d’intervento in chiave riformatrice potrebbe essere recuperare e integrare elementi delle politiche conservatrici della vecchia Germania?

Siamo oggi ad un passaggio della storia del Paese e dell’Europa in cui le grandi questioni in gioco cambiano i confini di conflitto del passato.

Queste grandi questioni sono: salvezza dell’ambiente, governo dell’energia, una più avanzata giustizia sociale. Per questi viatici di grande riformismo mondiale è davvero possibile coltivare una grande politica di pace.

Questioni intorno alle quali va organizzato il meglio della società: da una parte sovranismo, populismo, improvvisazione demagogica, dall’altra dialogo largo fra chi vuole salvare il mondo. E non è divisione manichea fra buoni e cattivi, tutt’altro, credo debba trattarsi di matura consapevolezza delle poste in palio, come dimostra la deriva ambientalista del pianeta e il ritorno a logiche di guerra totale forse anticipabili con una più accorta e lungimirante politica di pace dei paesi occidentali e di un grande ruolo geo-politico dell’Unione Europea.

La stessa visione classista di matrice laburista e marxista può avere nuova declinazione ma soltanto nella coscienza che viviamo oggi una nuova realtà sociale e geo-politica, che quella novecentesca non c’è più, che serve dunque una nuova visione del mondo, nuovi progetti di governo, nuove politiche di alleanze.

Temi complessi che meriterebbero sedi opportune, ma i partiti politici non sembrano esserlo più e tempi sono stretti.

Le élites politiche devono trovare soluzioni adesso, nella consapevolezza che attendere il 2023 sarebbe troppo tardi.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Masetti (Confartigianato): raccontare il mondo delle imprese. Nuovo brand e sistema Confederale

Federico Tremarco

Rapporto Cerved 2022: la famiglia cambia e anche la spesa welfare

Angelica Bianco

Il divisivo fisco

Tommaso Marvasi

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.