venerdì, 29 Marzo, 2024
Società

Sotto pandemia scoppia l’amore tra italiani e animali  

L’umore degli italiani sotto pandemia è stato messo a dura prova. Dal 34° Rapporto Italia dell’Eurispes è emerso come la maggioranza dei cittadini si sia sentita più instabile (58,4%), più demotivata (57,3%), più ansiosa (53,3%). Quasi la metà del campione (42,9%) è stata più depressa. Forse sarà stato questo a far aumentare il bisogno di affettività che si è riversato sugli animali domestici, le cui adozioni si confermano in crescita rispetto al pre-Covid. Il 37,7% degli italiani dai 18 anni in su ha, infatti, accolto un animale nella propria famiglia, in netto incremento rispetto al 2017 (33%), al 2018 (32,4%) e al 2019 (33,6%).

Chi ha un animale è pronto a spendere anche 100 euro al mese per lui

Il cane resta sempre il preferito (44,7%); in seconda posizione, il gatto, scelto dal 35,4% degli italiani. Il 60% di quanti ospitano animali domestici spende mensilmente cifre comprese tra i 30 e i 100 euro. Solo il 22,5% del campione spende, mediamente, meno di 30 euro mensili, mentre il 18,1% arriva a destinargli addirittura un budget dai 100 ai più di 300 euro al mese.

Adottano più le famiglie con bambini

Contro il pensiero comune che vuole che i pet siano compensativi di una mancata genitorialità, è più facile trovare un animale di affezione in case di coppie con i figli (37,8%), seguite dalle famiglie di monogenitori con figli (36,5%). “Noi lo sapevamo già – afferma Carla Rocchi, Presidente nazionale Enpa – perché le famiglie che si rivolgono ai nostri rifugi e ai nostri volontari sono tantissime e hanno spesso figli”.

Per prendersi cura di un animale, fa notare l’Ente, serve la propensione a donare amore, tempo e dedizione perché gli animali richiedono costanza e impegno. “È piuttosto naturale – ha aggiunto Rocchi – che le stesse persone che hanno scelto di cambiare la loro vita per diventare genitori, affrontando mille sacrifici siano le stesse che hanno questa predisposizione e generosità nell’accogliere un animale “.

In calo i sostenitori della caccia

Ma l’amore rinnovato per gli animali non si ferma a questo. Il 76,1% pensa che la caccia vada abolita. Secondo l’Enpa gli italiani si confermano molto più avanti e più sensibili ai temi etici rispetto alle Istituzioni. I dati Eurispes “dovrebbero far riflettere chi sostiene la lobby del mondo venatorio – aggiunge la presidente nazionale – e tutte quelle Regioni che continuano ad emanare provvedimenti illegittimi, contrari a sentenze della Corte Costituzionale e dei Tar e privi di base scientifica, promuovendo la politica degli abbattimenti, anche di specie particolarmente in declino come la tortora selvatica e turdidi.

Persino in una situazione emergenziale come quella attuale generata dalla peste suina, con le autorità sanitarie che invitano con forza ad interrompere qualsiasi attività venatoria per il grave rischio di contaminazione, le Regioni e anche il Governo persistono in una politica di spari”. Solo il 23,9% degli italiani si dichiara favorevole alla pratica della caccia, in netta diminuzione rispetto al 2021 quando erano il 36,5%.

No animali nei circhi, no pellicce, no vivisezioni

Nel 2022 anche la sperimentazione in laboratorio sugli animali, la vivisezione, non risulta accettabile per ben l’82,7% degli italiani, giudizio che si è inasprito rispetto al 2021, quando i contrari erano il 78,9%. E sempre nel 2022 ben l’82,1% degli italiani è contrario all’uso delle pellicce. Infine, 8 italiani su 10 pensano che gli animali non debbano essere utilizzati nei circhi.

 

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