sabato, 27 Aprile, 2024
Attualità

Guerre vere e… marce finte

A proposito della banalità del male su cui tanto ha scritto Hannah Arendt, mi è venuta spontanea una riflessione. Mentre in Ucraina si continua a morire sotto la pioggia di fuoco di missili e di bombe, cosa ha fatto Putin, nel giorno della Pasqua ortodossa? Si è fatto ritrarre, nel luogo più sacro di Mosca, mentre regge, con la mano destra,  una candela accesa, simbolo di luce e speranza.

Con la mano sinistra, invece, quella tutta sporca di sangue, ordina il massacro di civili, donne e bambini innocenti. Quello che lui e quel criminale di guerra di Kirill hanno compiuto nella Cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca non è un rito religioso. È una bestemmia agli occhi di Dio e del mondo intero. “Unicuique suum, non prevalebunt.” Le forze del male, (anche questa volta) non prevarranno.

E, per finire, un’altra breve osservazione sulla marcia della pace Perugia-Assisi. Qualcuno ha scritto che, accanto a tanti giovani sinceramente appassionati ai valori della pace, c’erano anche molti “Pacifinti” della sinistra ed estrema sinistra italiana. Hanno invocato la pace senza pronunciare una sola parola di condanna sulle atrocità e la barbarie degli invasori. Mai come quest’anno, la marcia della pace ha smarrito la ragione, il senso e il suo originario significato. Lo sanno questi signori che non può esistere la pace senza la libertà?

Non potrò mai avere pace, se tu me la vuoi imporre con la forza, con la sottomissione o, ancor peggio, con l’umiliazione. Se vuoi veramente la pace devi incoraggiare chi la costruisce e al tempo stesso devi contrastare chi la minaccia. Questo grido doveva levarsi dalla marcia Perugia-Assisi. Altrimenti il mito della pace diventa solo un rito. Che ben presto si trasforma in teatro. O, per essere più schietti, in un teatrino sempre più ridicolo e farsesco

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