venerdì, 10 Maggio, 2024
Attualità

Il Cremlino minaccia l’Italia. Bulli e matrioske

Dopo le minacce di guerra nucleare ora dal Cremlino arrivano miserabili ricatti e odiose intimidazioni: obiettivo l’Italia. Eppure Putin nella conferenza stampa di fine d’anno aveva detto “l’Italia potrebbe giocare un ruolo nella normalizzazione delle relazioni Russia-Ue e addirittura per gli attesi colloqui fra Russia e Nato”. Poi alla vigilia dell’invasione aveva invitato Draghi a Mosca, una visita superata dagli eventi.

Adesso dalle blandizie si passa al bullismo. Se ne fa interprete Alexei Paramonov, direttore del Dipartimento europeo del ministero degli Esteri russo. Non sappiamo quale scuola diplomatica abbia frequentato, ma certo non sarà stato un alunno modello.

“Le sanzioni avranno conseguenze irreversibili per l’Italia”, tuona minaccioso e ,per completare il capolavoro di cafonaggine, offende anche il Ministro della difesa Guerini “Ci chiese aiuto per il Covid ora è uno dei principali falchi anti-russi”.

Un coro di solidarietà unanime si è levato da tutti i partiti nei confronti di Guerini e una condanna totale è stata espressa dai leader politici e dal ministro degli Esteri Di Maio.

Un gruppo dirigente in stato confusionale

Il gruppo dirigente del Cremlino deve essere in uno stato confusionale se arriva a questi livelli. Si può capirli. La guerra sul terreno non è la passeggiata trionfale che si aspettavano. E’ quasi un mese che bombardano Mariupol e massacrano i civili intrappolati, ma non sono ancora riusciti a prendere la città. Nel resto del Paese  arrancano. Hanno perso 5 e forse più generali. Migliaia di soldati tornano a casa nei sacchi di plastica. Il peso delle sanzioni economiche si sta facendo sentire, e siamo solo all’inizio. Dalla Cina non arrivano gli aiuti miserabilmente richiesti.

Sul piano diplomatico Putin voleva dividere l’Europa e ha ottenuto il risultato opposto. Insomma il capo del Cremlino non ha grandi risultati da esibire al suo entourage e, soprattutto, a quelli che questa disastrosa guerra non l’avevano voluta. Zelensky dichiarando che l’Ucraina non entrerà nella Nato ha tolto il principale alibi Putin. Ma si sa, i dittatori non si arrendono mai, neanche di fronte all’evidenza, anche a costo di trascinare nella polvere il proprio Paese.

Ombre sul futuro dei rapporti commerciali

Su un punto, però, siamo d’accordo con la feluca del Cremlino che ci ha minacciati: ci saranno conseguenze irreversibili nei rapporti non solo dell’Italia ma di tutta l’Europa con la Russia. Chi potrà mai più fidarsi di un gruppo dirigente simile? Che rispetto potrà meritare il Cremlino se si comporta da spietato aggressore che non rispetta il diritto internazionale e bombarda i civili? Quali accordi economici si potranno mai concludere con gente che ricorre a ricatti pensando di intimidire Paesi sovrani?

La diplomazia e i rapporti tra gli Stati sono come una matrioska. Se non si ha il senso della misura e si comincia a staccare freneticamente la testa della prima bambola, si arriva rapidamente all’ultima. La cui testa però non si può rimuovere. E il gioco dei bulli finisce.

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