giovedì, 25 Aprile, 2024
Economia

Industria: fatturato 2019 stabile ma andamento futuro articolato

Il fatturato dell’industria manifatturiera italiana resterà stabile nel 2019 (+0,2% a prezzi costanti, in media d’anno) ma con andamenti articolati a livello settoriale.

È quanto emerge dal Rapporto analisi dei settori industriali di Intesa Sanpaolo e Prometeia. Lo scenario conta l’incertezza globale e di rallentamento della domanda interna, sia per i consumi che per gli investimenti, con la sola eccezione della componente costruzioni.

L’incertezza sulle politiche commerciali internazionali continuerà a pesare sull’attività delle imprese anche nel 2020. Bisognerà attendere il 2021 per vedere una domanda mondiale più tonica, che si affiancherà al rafforzamento del mercato interno, atteso già per il prossimo anno. Gli investimenti in beni strumentali potranno infatti beneficiare di un’accelerazione dei piani di accumulo delle imprese, rispetto al 2019, sostenuti dalla probabile proroga del sistema incentivante.

Investire resta infatti prioritario, per stare al passo con le complesse sfide tecnologiche e competere in un panorama internazionale di concorrenza crescente. In questo quadro, si stima un fatturato manifatturiero in crescita dell’1.3% medio annuo nel biennio 2020-21, a prezzi costanti.

Non tutti i settori manifatturieri risentiranno allo stesso modo del quadro fin qui delineato. Resta ampia l’eterogeneità delle performance, sia nel 2019 che nel biennio di previsione 2020-21.
Alcuni settori si mostreranno comunque in crescita, nonostante il contesto sfidante. In cima alla graduatoria dei più dinamici si posizionano, già nel 2019, Farmaceutica, Largo consumo e Prodotti e materiali da costruzione. La Farmaceutica (+2.2% la crescita media annua nel biennio 2020-21, a prezzi costanti) continuerà a beneficiare del percorso di sviluppo intrapreso grazie agli investimenti in nuova capacità produttiva, spingendo soprattutto sulla leva delle esportazioni. La dinamica dell’export (in particolare della cosmetica) sostiene anche le previsioni di crescita del Largo consumo (+1.7% in media d’anno nel 2020- 21).

L’andamento tonico del giro d’affari dei Prodotti e materiali da costruzione (con previsioni di crescita al tasso del 2% medio annuo a prezzi costanti, nel prossimo biennio) fa da specchio al recupero degli investimenti in costruzioni, diffuso a tutti i comparti di attività, incluso il genio civile.

Il settore di punta dell’industria italiana, la Meccanica, è atteso proseguire lungo un percorso di crescita moderata (+1.3% in media d’anno nel 2020-21, a prezzi costanti), incorporando un’evoluzione meno tonica del ciclo degli investimenti in beni strumentali da parte delle imprese italiane, rispetto al recente passato, solo in parte controbilanciata dalla crescita delle esportazioni. Buone anche le prospettive per l’Alimentare e bevande, in crescita attesa attorno all’1% nel prossimo biennio.

Si tratta di un tasso di crescita moderata nel confronto con altri settori del manifatturiero, ma dinamico se rapportato all’andamento storico del settore, che ha mostrato buoni segnali di tenuta anche negli anni più difficili della crisi e che sta beneficiando del volano offerto da una penetrazione crescente delle produzioni italiane sui mercati esteri, oltre che di una domanda interna in espansione. Per contro, le prospettive restano più incerte per un altro settore di spicco del manifatturiero italiano, quello degli Autoveicoli e moto, impegnato in un percorso di trasformazione dettato dalle nuove normative sulle emissioni e dai nuovi target delle alimentazioni alternative, che impongono tempistiche sfidanti per riconvertire l’offerta.

La fase più critica dovrebbe toccarsi proprio quest’anno, con una chiusura ancora in negativo del fatturato (-2.3% a prezzi costanti), per poi lasciare spazio ad un trend di crescita moderata (+1.3% medio annuo nel 2020-21), anche se ancora insufficiente per riportare un equilibrio nel quadro settoriale.

Le difficoltà dell’automotive stanno penalizzando anche l’attività dei produttori di beni intermedi attivi lungo la sua catena del valore, quali Metallurgia, Prodotti in metallo, Elettrotecnica, Altri intermedi (relativamente al comparto della gomma-plastica) e Intermedi chimici, solo in parte sostenuti dalla domanda degli altri settori attivanti, come le costruzioni o, nel caso dell’Elettrotecnica, gli investimenti a favore della sostenibilità ambientale.

In crescita sotto la media manifatturiera, nel 2020-21, anche Mobili, Sistema moda, Elettronica ed Elettrodomestici. Si tratta di settori che hanno vissuto un intenso processo di selezione negli ultimi anni, che ha portato alla sopravvivenza degli operatori focalizzati su produzioni di gamma alta e meglio posizionati sui mercati internazionali. In alcuni casi, come il Sistema moda, si osserva la convivenza di comparti di specializzazione con performance molto polarizzate, in funzione anche della capacità del Made in Italy di inserirsi nelle filiere del lusso globali. (Italpress)

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Nel 2023 solo 0,9%. Istat: industria -2,1%

Stefano Ghionni

Industria, Istat “Segnali confortanti da ordinativi ed export”

Redazione

Settori high-tech più resilienti nei confronti della pandemia

Marco Santarelli

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.