giovedì, 28 Marzo, 2024
Economia

Immobiliare, mercato tra sostenibilità e rilancio del settore

Sebbene il mercato immobiliare in Europa stia ancora facendo i conti con l’impatto economico del Covid-19, in Italia nell’ultimo anno registra una crescita del 78% degli acquisti dei primi immobili e del 40% per le seconde case, con una media di compravendite a livello nazionale che ha superato anche quasi le 700 mila unità. E’ quanto emerso nel corso di un evento di Confassociazioni, presso la sede dell’University of Arkansas.

Tra i temi sul tavolo della discussione quello dell’edilizia sostenibile, che vede l’Italia come capofila a livello europeo.

Per il presidente di Green Building Council Italia, Marco Mari, “il tema non è mettere a disposizione le risorse ma farlo in maniera opportuna e corretta. Mettendo tanti soldi in poco tempo è naturale che si creino dinamiche non ottimali”.

“Politiche sbagliate fanno perdere valore agli immobili e fanno perdere possibilità all’intera economia. Politiche giuste fanno guadagnare sia l’immobiliare che l’intera economia”, ha concordato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, lanciando alcune proposte come quella di ripartire dai borghi che hanno grande potenzialità per l’ospitalità diffusa eliminando l’Imu per i comuni al di sotto dei 3.000 abitanti. Non mancano le perplessità sul superbonus: “Gli incentivi per gli interventi sugli immobili – spiega – ci sono in Italia dal 1997 con varie tipologie ed entità. C’è bisogno di un sistema di incentivi stabile, equilibrato anche nella percentuale a maggior ragione adesso. Se questa assertività degli obiettivi di risparmio energetico non è accompagnata da adeguate politiche di incentivazione, le cose si mettono male. Sono contrario all’imposizione di date e scadenze, in Italia c’è necessità di incentivazioni”.

Necessario valorizzare oltre alle esigenze di risparmio energetico anche quella di adeguamento sismico, con un sistema di incentivi equilibrato che possa di convincere gli italiani a fare gli interventi sulle case abitate, su quelle date in locazione e su quelle che arricchiscono l’ampissimo numero di immobili a disposizione, spesso spopolati o di villeggiatura. “La casa si è trasformata nel rifugio in cui i cittadini, sconvolti dalla pandemia, hanno messo le loro finanze. Il mercato soffre perché sono trent’anni che droghiamo il nostro mercato, avendo da una parte la tassazione immobiliare più alta d’Europa e dall’altra dando incentivi che non esistono in nessun altro luogo”, ricorda il presidente di Confassociazioni Real Estate, Paolo Righi. Se i prezzi degli immobili sono in aumento in alcune città come Milano, in altre “le case anche se le regali non si vendono.

Il mercato immobiliare è molto frazionato, l’aumento delle compravendite attuale non è in tutti i luoghi e in tutte le case”, aggiunge. “Il rilancio dell’economia del Paese non può non basarsi sul sistema immobiliare, senza se e senza ma. Il vecchio detto ‘lavorare sul mattone’ è imprescindibile anche per gli impatti positivi a livello di occupazione”, ricorda Angelo Deiana, presidente di Confassociazioni, che concorda sulla necessità di ripartire dai borghi mettendo in atto politiche che facciano diventare l’Italia “la Florida dell’Europa, facendo venire gli stranieri”.

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