venerdì, 19 Aprile, 2024
Il Cittadino

Abusi sessuali nobili e plebei

Perfino in questi giorni pieni di notizie drammatiche, tra folli rumori di guerra dalle parti dell’Ucraina e timori personali di un colpo di coda primaverile della pandemia perenne, avviata verso il suo terzo letargo, ha trovato il suo spazio mediatico la famiglia reale inglese.

Finanche Massimo Gramellini, nel suo “Caffè” di mercoledì 16 febbraio, “La giustizia dei ricchi”, ha commentato – in una maniera un po’ troppo conformista ed eccessivamente “politically correct”, oserei dire – la “transazione” milionaria (dodici milioni di dollari) tra il Principe Andrea, sessantaduenne rampollo terzogenito della Regina Elisabetta II, e tale signora Virginia Giuffre (americana, oggi residente in Australia).

Si tratta di una transazione inconcepibile nel nostro diritto, dove il ristoro dei danni patiti dalla (presunta) vittima del reato, verrebbe tutt’al più  valutata come attenuante nello stabilire l’eventuale condanna dell’imputato. Ma dove, anche, non si potrebbe dare – come nel caso che commentiamo – un processo civile di risarcimento basato su un (preteso) abuso sessuale, senza contestuale o precedente accertamento penale del reato.

Né so valutare se l’accordo “di riservatezza” firmato una decina di anni dalla Giuffre, che ricevette da Epstein nel 2009 US $ 500.000,00 per non raccontare di quel periodo del 2001 in cui, ancora minorenne, si prestava a pratiche sessuali a favore della coppia Jeffrey Epstein-Ghislaine Maxwell e dei loro ospiti (per tre volte concessa come sua “schiava sessuale” – afferma – al principe Andrea).

Noto che un accordo del genere sarebbe giuridicamente inconcepibile da noi, stante il suo oggetto e l’iniziativa d’ufficio del p.m., quando vi sia il coinvolgimento di un minorenne: altrimenti nel caso di Berlusconi per la vicenda “Ruby” – se la stessa fosse stata conciliabile economicamente – non si sarebbero mai celebrati i tre processi , con risparmio di danari,  tempo e ridicolaggini.

Quindi “giustizia dei ricchi” forse in America. Da noi, al massimo, il luogo comune che solo i ricchi, assicurandosi i migliori avvocati, riescono a difendersi. Non è vero: l’efficacia della difesa giudiziaria, vi assicuro, è data non dal censo, ma dalla cultura della parte. Per tacere che ognuno ha l’avvocato che si merita: lo speculatore avrà l’avvocato che insegue il guadagno prima di ogni altra cosa; chi si muove tra conoscenze e amicizie cercherà l’avvocato che “parla” col giudice; e così via.

Così l’accusa contro il Principe Andrea e la conseguente transazione, più che l’indignazione per un processo non celebrato, mi ha suscitato due riflessioni.

La prima è una constatazione amara. Le denunce di abusi sessuali o di stupri subiti in tempi remoti (anni prima o addirittura due decenni prima, come il caso della Giuffre) sono sempre rivolte verso persone agiate, straricche o famose, in condizione di pagare. Non ho mai sentito di nessuna che abbia accusato un oscuro impiegato del catasto, per averla forzata ad un bacio nell’androne del condominio vent’anni fa.

La seconda è un mio dubbio personale, che espongo, come al solito, per enunciare il problema, senza avere la pretesa di risolverlo. Se, veramente si tratta di abusi sessuali o se si ricerca una tutela, a posteriori, di un comportamento rivisto col sennò di poi.

Il concetto di abuso sessuale è fortemente mutato nel tempo. Ed è un fatto positivo: assicuro i più giovani che i processi per stupro fino agli anni ‘70 (fino alle difese femministe di Tina Lagostena Bassi, insomma) erano un dramma per le donne, più che per gli imputati: i quali potevano offrire sempre il “matrimonio riparatore” e cavarsela con quello. Ma che, per converso, potevano essere uccisi impunemente dai congiunti della vittima, col “delitto d’onore”, abrogato nel 1981.

Oggi però probabilmente si sta dando seguito ad una situazione psicologica a posteriori, quasi elitaria, direi. Perché non c’è dubbio che nessuno si muoverebbe in un caso simile. Forse, neppure l’avvocato americano, se non pensando a un forte guadagno, derivante dalla posizione dell’altra parte (nel caso della Giuffre tra i tre e i quattro milioni, il 25-30% del risarcimento ottenuto).

Da qui l’interrogativo che casi simili sottintendono, se debba considerarsi abuso sessuale anche il rapporto, basato su un consenso indotto da una situazione particolare.

La starlette che concede le sue grazie al regista o al grande attore, lo fa perché rimasta affascinata, magari al termine di una serata romantica, o perché ha ritenuto che fosse il prezzo da pagare per fare carriera? E l’uomo deve assicurarsi che il consenso non sia determinato da riserve mentali o interesse e che sia soltanto il frutto del suo fascino? Ma soprattutto, se la donna capisce solamente vent’anni dopo di averlo fatto perché indotta dalle contingenze può urlare alla violenza subita?

Così, francamente, non per voler fare il moralista (credo di non esserlo), mi chiedo se l’attenzione verso situazioni siffatte, sia reale o solamente morbosa. E perché nel contempo vengano ignorate  realtà drammatiche sotto gli occhi di noi tutti. Penso allo sfruttamento della prostituzione, soprattutto da strada, da parte di organizzazioni criminali, dove la violenza e lo stupro sono la regola, e la riduzione in schiavitù reale. Situazioni che in nessun caso porteranno ad un risarcimento (al più ad un ricatto da parte degli sfruttatori) e che neppure lasciano alle povere vittime un barlume di speranza di una vita appena dignitosa.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Ambrosetti: l’Italia con la più alta percentuale di avanzamento dopo la Francia

Francesco Gentile

L’asse Russia-Cina sveglia le democrazie dal torpore

Christopher Turner e Sonya Seunghye Lim

Pc e cellulari, il boom che ha cambiato la società

Maurizio Piccinino

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.