giovedì, 28 Marzo, 2024
Attualità

Appalti trasparenti, una mano dall’Inps

La nuova piattaforma per gli appalti MoCOA (Monitoraggio Congruità Occupazionale negli Appalti) è un servizio informatico per gli operatori economici a tutela di committenti, aziende appaltatrici e lavoratori, basata sui concetti di trasparenza, condivisione e correttezza.

La nuova procedura  studiata dall’Inps, serve a tracciare l’operato delle aziende negli appalti pubblici e privati e a  favorire i comportamenti virtuosi e scoraggiare pratiche sleali, che danneggiano i lavoratori e la corretta competitività. Uno strumento strategico anche per le grandi aziende che potranno, così, consultare una banca dati delle società appaltatrici virtuose, alle quale affidare le proprie commesse. L’iniziativa nasce dall’idea di far evolvere il Durc, il documento unico di regolarità contributiva che attesta la regolarità dei pagamenti agli enti INPS, INAIL e Cassa edile, finalizzato alla repressione del lavoro nero e delle irregolarità assicurative e contributive.

Verifica la regolarità dei comportamenti aziendali

“Grazie a questo nuovo sistema – ha spiegato Gabriella Di Michele, direttore generale dell’istituto previdenziale –  è possibile tracciare le aziende e i loro lavoratori, per un maggior controllo sulla contribuzione e retribuzione. Solidarietà, quindi, tra committente, appaltatori e subappaltatori, a garanzia della regolarità del comportamento aziendale. Dall’applicazione di questa procedura possono discendere diversi interventi migliorativi in termini di sicurezza sul lavoro, di lotta al lavoro nero, trasparenza degli appalti e tutela dei lavoratori”.

Più trasparenza negli appalti

Ogni stazione appaltante ha tutta la convenienza nell’aderire – attualmente su base volontaria – a questa tecnologia perché la mette al riparo da oneri e sanzioni, cioè di rispondere in solidarietà. “La piattaforma del MoCOA – ha spiegato Pasquale Tridico, presidente INPS – consente alle aziende di rintracciare le ditte che hanno partecipato e partecipano ai subappalti. Come per tanti altri nostri progetti, si tratta di una implementazione “bottom up”, scaturito dall’ascolto delle esigenze delle aziende ed ha precorso i tempi del legislatore”. La volontà, ha sottolineato il presidente, è quella di promuovere una buona pratica nell’ambito del codice unico degli appalti, che permetta di rintracciare le retribuzioni, il fatturato, il volume d’affari anche dei subappaltanti. Secondo Tridico “questo permetterebbe la verifica della congruità del volume d’affari e delle commesse al fine di contrastare pratiche elusive, che portano a retribuzioni inferiori al dovuto, dumping salariale, evasione fiscale e contributiva”.

Uno strumento utile anche per le aziende

Il progetto è partito nel 2020 grazie anche all’importante contributo di Confindustria ed Enel, desiderosi di avere a disposizione nuovi strumenti di controllo di congruità tra dichiarazioni dei committenti e di appaltatori. La piattaforma sarà, infatti, in grado di mettere in moto un sistema virtuoso che gioverà sotto molteplici aspetti. Per il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali si prospettano anche nuovi sviluppi applicativi della procedura nei vari ambiti di lavoro del settore pubblico e di quello privato.

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