L’ultima volta che è stato firmato un accordo comune su questi temi correva l’anno 2015, a Parigi, durante la ventunesima edizione della COP. In quell’occasione i Paesi partecipanti aderirono all’obiettivo di limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2 gradi centigradi, con la gli esperti internazionali che indicarono chiaramente la necessità di raggiungere zero emissioni entro il 2050. Così non è stato, e adesso anche l’obiettivo dell’abbassamento a 1,5 gradi centigradi appare molto ambizioso. Ecco perché gli impegni presi diventano a questo punto improcrastinabili.
La transizione energetica, tra disparità ed indifferibilità
Il report dell’Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite è stato al centro degli interventi della gran parte dei leader intervenuti, in particolare durante la sessione dedicata ai temi dell’ambiente e del cambiamento climatico. Per la prima volta, nel rapporto sopra citato, inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici sono definiti due facce della stessa medaglia. Secondo gli esperti esiste la possibilità, superiore al 50%, che un riscaldamento superiore a 1,5°C venga superato già a partire dagli anni successivi al 2030, (ipotesi peggiorativa rispetto a quanto pubblicato nello stesso rapporto del 2018).
Un tema importante, emerso durante il vertice appena conclusosi, riguarda la necessità di aiutare i Paesi più poveri ad affrontare la transizione, che richiede dei costi e degli investimenti importanti. Nonostante queste consapevolezze gli impegni sul clima sembrano ancora incerti, in particolar modo per la necessità di trovare un punto d’incontro sul taglio delle emissioni con i paesi asiatici. Questo sarà uno dei temi da sciogliere a Glasgow.
Scenari finanziari
Nel comunicato finale vi è il riconoscimento del fatto che le emissioni di metano contribuiscano in maniera significativa a al cambiamento climatico. Può sembrare poco, ma è già un successo.
Inoltre, da un incontro bilaterale tra il Presidente Biden e la Presidente Von der Leyen, è emerso il raggiungimento di un accordo per eliminare i dazi sull’acciaio e alluminio in vista di un nuovo accordo globale sull’acciaio sostenibile.
La COP 26 costituisce senza dubbio un importante momento di concentrazione mediatica, istituzionale e degli investitori sui temi “green” e, complice il rialzo dei prezzi del petrolio e del carbonio, la transizione energetica potrebbe viaggiare su tempi più veloci di quelli previsti. Secondo diversi analisti, la crescita nei listini delle imprese legate alla transizione energetica dipenderà nel breve dai numeri di bilancio realizzati quest’anno, dall’implementazione delle tecnologie necessarie e dal costante aumento della domanda, spinti anche e soprattutto da un’accelerazione normativa che la porta ad essere un tema chiave, anzi il tema chiave, anche nel medio lungo periodo.