sabato, 20 Aprile, 2024
Ambiente

Ambiente e diritti della natura

La tutela dell’ambiente ha un’origine antica, ma essa si è imposta con maggiore urgenza in questi ultimi anni. Gli evidenti mutamenti climatici e la maggiore sensibilità diffusa nell’opinione pubblica hanno fatto sì che al problema della tutela delle risorse ambientali venisse riservata una primaria considerazione. Non a caso, nel corso del G20, il problema della tutela dell’ambiente ha assunto una rilevanza centrale. La tutela delle risorse ambientali richiede delle norme: da qui l’esigenza di verificare come il problema si pone sotto il profilo del diritto.

Con l’espressione tutela delle risorse ambientali si identificano sia il diritto ambientale, sia i così detti diritti della natura, i quali hanno due accezioni in parte diverse seppure l’una funzionale all’altra. Il diritto ambientale, secondo l’opinione più diffusa tra gli operatori giuridici, si sviluppa a partire dalla disciplina positiva della responsabilità extracontrattuale.

Il diritto ambientale si appunta, dunque, sul danno ambientale ed, in questo contesto, la responsabilità civile assume sia la funzione deterrente che quella di protezione della natura. Il diritto dell’ambientale si interessa anche dei problemi connessi agli incentivi, ai controlli, alle certificazioni, alla conservazione ed alla protezione della natura, contemplata come oggetto degli interessi umani: ed è in questo contesto acquistano rilievo i così detti diritti della natura. Ma che cos’è la natura? Secondo l’opinione più diffusa essa è un insieme di fenomeni, reazioni e relazioni tra esseri viventi. Tra questi ultimi, rientrano ovviamente gli esseri umani, mentre è dubbio se tra di essi vi rientri o meno anche la flora e la fauna.

Per quanto riguarda più strettamente la fauna, occorre ricordare che l’Unione Europea (art. 13 Trattato di Lisbona) ha espressamente riconosciuto agli animali la qualità di esseri senzienti. E sempre l’Unione, nel medesimo contesto, ha imposto agli Stati membri di assicurare agli animali una condizione di benessere, che vada oltre le loro esigenze fisiologiche ed etologiche.

Tenuto conto della disciplina riservata all’ambiente, se ne deduce che esso costituisce un bene in senso giuridico. Con la conseguenza che è definitivamente tramontata la tendenza a contemplare l’aria, l’acqua e, più in generale, le risorse ambientali come res communes omnium. Tale soluzione, com’ è noto, veniva acquisita, partendo della considerazione che l’ambiente, nella sua più ampia accezione, ricomprendesse risorse superiori alle esigenze umane: da qui la conseguenza che esse non sollecitassero una tutela giuridica. Ma, come è evidente, le risorse ambientali cominciano a scarseggiare. E quindi occorre correre ai rimedi. A cominciare da una ridefinizione giuridica del problema.

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