venerdì, 26 Aprile, 2024
Lavoro

1,5 milioni di posti di lavoro. Solo un terzo coperto. Mancano tecnici e operai specializzati

CERCASI LAVORATORI DISPERATAMENTE

Le difficoltà a reperire professionalità per tenere il passo con i prossimi ritmi di crescita rimane un problema e nel contempo un paradosso. E quanto emerge dal Bollettino Excelsior con le stime elaborate da Unioncamere-Anpal (Agenzia nazionale per le politiche del lavoro) con proiezioni fino a dicembre.

La ricerca – che ha raccolto i dati fino al 13 settembre scorso -, mette in evidenza come per le imprese ci siano difficoltà crescenti nel trovare lavoratori. Le proiezioni elaborate dai tecnici di Unioncamere e Agenzia rivelano che per fine anno le offerte di lavoro saliranno a 1,5 milioni di posti.

DOV’È IL FABBISOGNO 

Le necessità di concentrano in 436mila offerte nell’industria e oltre 1 milione nei servizi. Un balzo per sostenere la ripresa economica che si annuncia galoppante con un Pil che raggiungerà a fine anno il 6%.

Secondo le stime anche l’emergenza Covid, intesa come blocco del lavoro, sarà tra breve superata. La domanda di lavoro, infatti, torna a salire oltre i livelli pre Covid. Sono, ad esempio, 526mila i lavoratori cercati dalle imprese per il mese di settembre. Rispetto al 2019 – nei mesi prima della pandemia – la richiesta oggi sfiora il 21% con la possibile assunzione di 91 mila lavoratori in più.

LE DIFFICOLTÀ

Le imprese ammettono le difficoltà a trovare manodopera. Mancano all’appello oltre la metà degli operai specializzati. Stessa sorte per i quadri dirigenti che abbiano esperienza sia nel settore tecnico dove è introvabile il 48,4% delle figure richieste, così come per le professioni intellettuali e scientifiche, dove manca oltre il 37% delle professionalità da assumere.

IL PARADOSSO

L’impennata di richieste cadute nel vuoto si registrano in una Italia dove le percentuali di disoccupazione sono altissime. In particolare il tasso di disoccupazione giovanile è tra i più alti in Europa ed ha raggiunto il 33,8% a gennaio 2021.

I dati dimostrano che le imprese cercano giovani che tuttavia non rispondo agli appelli. Delle 526.250 offerte di lavoro programmate a settembre, il 30% cioè 158.230 posti disponibili riguardano giovani sotto i 29 anni. Per i sindacati le defezioni sono il riflesso dei livelli salariali considerati bassi, mentre le imprese lamentano la mancanza di formazione e specializzazione nel lavoro.

LE RICHIESTE 

Tutti i settori produttivi sono alla ricerca di personale. Il Bollettino pone in evidenza come nel settore dei servizi dolo a settembre sono 370mila i contratti di lavoro offerti e oltre 1 milione sono quelli previsti per il trimestre settembre-novembre. Le maggiori opportunità di lavoro arrivano dal commercio con entrate programmate di 279mila unita nel trimestre; a seguire disponibilità di offerte nei servizi alle persone con 188mila nel trimestre e dai servizi di alloggio, mentre ristorazione e servizi turistici assorbiranno 192mila lavoratori nel prossimo trimestre.

Bene le prospettive del manifatturiero dove si consolida la ripresa. La proiezione di lavoratori richiesti sarà di 317mila nel trimestre. In crescita l’offerta di lavoro nell’ambito della meccatronica (la meccanica, l’elettronica e l’informatica) con la ricerca di 87 mila lavoratori nel trimestre; seguite dalle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo 75mila nel trimestre. L’industria tessile, dell’abbigliamento e calzature prevede 45mila assunzioni nel prossimo trimestre.
Notevole la richiesta di lavoratori
nelle costruzioni, il bonus del 110%, ha innescato una forte domanda di lavoro: 118mila nel trimestre con un più 15,7% rispetto al trimestre 2019.

LE FIGURE INTROVABILI

Le analisi dei dati rivelano anche quali sono le percentuali delle figure introvabili. Come fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori carpenteria metallica (66,2%), fabbri ferrai, costruttori di utensili e assimilati (65,8%), artigiani e operai specializzati del tessile e dell’abbigliamento (65,5%). Sono difficili da reperire anche i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni (59,2%), i tecnici della distribuzione commerciale (58,7%) e quelli della gestione dei processi produttivi di beni e servizi (57,1%) così come gli specialisti in scienze matematiche, informatiche, chimiche, fisiche e naturali (57,2%) e gli ingegneri (47,8%).

LE INCOGNITE

C’è inoltre un dato significativo, l’offerta di lavoro è in crescita nonostante le molteplici tensioni che si avvertono: aumenti delle materie prime, le varianti del Covid che hanno ancora un loro impatto, l’inflazione che sarà innescata dall’aumento dei costi dell’energia. Inoltre come segnalato dal summit EuMed21 nel Mediterraneo si addensano tensioni che dovranno essere gestite e riportate in un alveo diplomatico. In generale la crescita italiana segue la ripresa dei consumi e interscambi planetari e molto dipenderà nel 2022 dal futuro delle economica globali.
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