Ieri la città ucraina di Kharkiv è tornata sotto pesante attacco da parte delle forze russe. Secondo quanto riferito dal sindaco Igor Terekhov, almeno due edifici sono stati colpiti e diverse esplosioni hanno scosso l’area. Le autorità locali hanno invitato la popolazione a restare nei rifugi, mentre l’allarme si estende a tutto il nord-est del Paese.
Nella stessa giornata, il ministero della Difesa russo ha dichiarato di aver abbattuto 99 droni ucraini in varie regioni della Federazione, tra cui Mosca, la Crimea occupata e il Mar Nero. Solo nella regione di Bryansk, a ridosso del confine ucraino, sarebbero stati intercettati 36 droni. Nel Donetsk, a Zaporizhzhia e ancora a Kharkiv, altri cinque civili sono stati uccisi dai bombardamenti russi. Kiev ha annunciato intanto la riconquista di un villaggio nella regione di Sumy, mentre continua la resistenza ucraina in più fronti.
Il Cremlino annulla la parata: “Motivi di sicurezza”
A testimonianza del clima di crescente tensione, il Cremlino ha annullato la parata navale prevista per ieri a San Pietroburgo in occasione del Navy Day, la Giornata della Marina militare. Secondo il portavoce Dmitry Peskov, la cancellazione è legata a “ragioni di sicurezza”.
È la prima volta da anni che la sfilata sulla Neva non si tiene, un segnale significativo in un momento in cui la Russia rafforza le difese anche in territorio interno. Nonostante l’assenza della parata, il presidente Vladimir Putin ha diffuso un videomessaggio in cui ha lodato la flotta come “forza strategica globale”, in grado di operare su tutti i mari e garantire la “sicurezza nazionale”.
Zelensky: “Pressione per fermare la guerra entro il 2026”
Dal canto suo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha lanciato un nuovo appello alla comunità internazionale: “Le perdite economiche della Russia sono già tangibili, ma la pressione deve aumentare affinché non ci sia guerra l’anno prossimo”. Il capo dello Stato ucraino insiste sulla necessità di inasprire le sanzioni e di rafforzare il sostegno a Kiev: “È il momento di agire”.
A fargli eco, seppure da una prospettiva molto diversa, è stato il segretario di Stato americano Marco Rubio, che ha parlato con toni insolitamente netti: “Donald Trump sta perdendo la pazienza con Putin. Ha avuto interazioni positive al telefono, ma non succede nulla. È il momento di agire. Non si farà trascinare in colloqui infiniti sui colloqui”. Un segnale che gli equilibri politici in vista delle elezioni presidenziali statunitensi del 2026 potrebbero presto incidere anche sulle dinamiche del conflitto.
Mosca-Pyongyang: primo volo diretto, nuove alleanze
In questo contesto, si rafforza anche l’asse Russia-Corea del Nord. Ieri è partito da Mosca il primo volo diretto per Pyongyang operato dalla compagnia Nordwind Airlines. Un Boeing 777 ha lasciato l’aeroporto Sheremetyevo per un viaggio di oltre otto ore, atterrando nella capitale nordcoreana dopo oltre cinque anni di interruzione dei collegamenti causata dalla pandemia. A giugno erano già ripresi i trasporti ferroviari. Per ora, i voli saranno mensili, ma la mossa conferma i crescenti legami strategici tra Mosca e il regime di Kim Jong-un.
Erdogan accelera per il vertice Putin-Zelensky
A tentare una via diplomatica resta la Turchia. Il ministro degli Esteri turco, Hakan Fidan, ha dichiarato che il presidente Recep Tayyip Erdogan intende accelerare i tempi per un incontro tra Putin e Zelensky a Istanbul. Le due parti avrebbero espresso disponibilità di principio, ma i negoziati su data e condizioni sono ancora in corso.
L’obiettivo del vertice, ha spiegato Fidan, è superare l’attuale impasse dopo tre tornate negoziali senza risultati. Secondo Ankara, l’incontro tra i due leader sarebbe l’unico modo per riaprire uno spiraglio concreto verso la pace. Ma mentre Erdogan lavora alla diplomazia dei leader, i missili continuano a cadere su Kharkiv e l’orizzonte del 2026 evocato da Zelensky sembra ancora lontano.