domenica, 27 Luglio, 2025
Sanità

Epatiti, 1,3 milioni di morti l’anno: l’Oms lancia l’allarme globale

Il 28 luglio si celebra la Giornata mondiale contro le epatiti, un appuntamento promosso dall’Organizzazione mondiale della sanità per richiamare l’attenzione globale su un problema che ancora oggi rappresenta una delle principali minacce alla salute pubblica. Il messaggio 2024 è diretto e urgente: ‘Agire ora per porre fine all’epatite come problema di salute pubblica entro il 2030’. Secondo le ultime stime dell’Oms, nel 2022 le persone affette da epatite cronica da virus B (Hbv) e C (Hcv) nel mondo erano 304 milioni. Le morti causate da epatite cronica sono state 1,3 milioni in un solo anno. A questo si aggiungono le infezioni da virus dell’epatite A (Hav) ed E (Hev), più frequenti nei Paesi con scarse condizioni igienico-sanitarie ma presenti anche in Europa, Italia inclusa, dove si registrano sia casi isolati sia focolai epidemici.
La Giornata mondiale è anche un invito alla responsabilità individuale. L’OMS ribadisce che azioni semplici come sottoporsi al test, informarsi correttamente e vaccinarsi sono fondamentali per prevenire la diffusione delle epatiti virali. È questo l’appello rivolto alla cittadinanza.

Un piano integrato per epatiti, HIV e infezioni sessualmente trasmesse

Agli operatori sanitari, invece, si chiede un impegno sempre più attivo: favorire la diagnosi precoce, garantire l’accesso alle terapie e combattere lo stigma che ancora accompagna queste infezioni. Nel 2022 l’Oms ha ampliato il proprio approccio, proponendo una strategia integrata per affrontare con strumenti comuni non solo le epatiti virali, ma anche l’Hiv e le infezioni sessualmente trasmesse (Ist). Sulla stessa linea si muove l’Italia: il Ministero della Salute e l’Istituto superiore di sanità, insieme a Regioni, società scientifiche e associazioni di pazienti, stanno definendo un Piano nazionale d’azione che punta ad affrontare queste epidemie con una visione sinergica e coordinata.
“La diagnosi delle epatiti virali è da sempre un punto critico – spiega la Professoressa Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento Malattie Infettive dell’ISS – perché la maggior parte delle persone non manifesta sintomi evidenti. Questo ritarda il test e aumenta il rischio di sviluppare forme gravi di malattia epatica”.

Screening HCV gratuito

Per contrastare la diffusione dell’epatite C, l’Italia ha avviato nel 2021 un programma di screening nazionale gratuito, rivolto alle persone nate tra il 1969 e il 1989 e ai soggetti con comportamenti a rischio. Questo programma, ancora in corso, è supportato e potenziato dal nuovo Piano nazionale che prevede misure aggiuntive per migliorare la copertura, l’efficienza diagnostica e l’accesso alla terapia antivirale. L’Istituto superiore di sanità è attivo su più fronti nel monitoraggio e nella prevenzione delle epatiti. Uno dei pilastri di questa attività è rappresentato dal Laboratorio Nazionale di Riferimento per le epatiti virali, diretto dalla Dottoressa Anna Rita Ciccaglione, che coordina la rete dei laboratori regionali per la sorveglianza virologica.
A livello epidemiologico opera anche il sistema Seieva, sotto la guida della Dottoressa Maria Elena Tosti, che si occupa del monitoraggio delle infezioni acute da virus epatitici, promuovendo indagini e risposte sanitarie tempestive su tutto il territorio.

Dalla clinica alla politica sanitaria

Un altro tassello strategico è rappresentato dalla rete Piter (Piattaforma italiana per lo studio delle terapie delle epatiti virali), coordinata dalla Dottoressa Loreta Kondili. Questa piattaforma raccoglie dati clinici ed epidemiologici su pazienti affetti da epatite cronica da virus B, C e Delta, contribuendo non solo alla ricerca scientifica, ma anche all’elaborazione di strategie sanitarie nazionali più mirate e basate su dati reali. In considerazione della possibile trasmissione per via sessuale, le segnalazioni di positività ai virus epatitici B e C sono state recentemente incluse nella Sorveglianza sentinella delle infezioni sessualmente tasmesse, coordinata dalla Dottoressa Barbara Suligoi. Questa integrazione permette un monitoraggio più accurato e consente di attuare strategie preventive più efficaci anche in ambito di salute sessuale.
“Le epatiti virali rappresentano ancora oggi un problema di sanità pubblica mondiale – ribadisce Palamara – e condividono molteplici vie di trasmissione con l’HIV e con le IST. Per questo, anche gli interventi devono essere condivisi e coordinati”. L’eliminazione delle epatiti è un traguardo ambizioso ma raggiungibile, se si interviene su larga scala, integrando diagnosi, terapie accessibili e campagne informative.

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