Si terrà oggi a Istanbul il terzo round di colloqui tra Russia e Ucraina. Lo ha confermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui la delegazione di Kiev sarà guidata dall’ex ministro della Difesa Rustem Umerov e comprenderà esponenti dell’intelligence e del Ministero degli Esteri. Mosca, che non ha ancora rilasciato una conferma ufficiale, dovrebbe presentarsi con una delegazione capeggiata dal consigliere presidenziale Vladimir Medinsky. L’obiettivo dichiarato è un confronto su questioni umanitarie e sulla stesura di memorandum per una possibile soluzione pacifica, già scambiati nei due incontri precedenti, sempre a Istanbul. Finora i risultati sono stati modesti: uno scambio di prigionieri e la restituzione delle salme di soldati caduti. Zelensky ha dichiarato che “sono previsti diversi cicli di scambi” nei prossimi mesi, aggiungendo che “in primavera ed estate il processo è stato notevolmente accelerato”. Tuttavia, le aspettative per l’incontro restano basse. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha chiarito che la Russia “non si aspetta miracoli o svolte improvvise”, ridimensionando così ogni speranza di progresso concreto.
Raid su Odessa e Donetsk, vittime civili
Nel frattempo, la guerra continua sul campo. Nella notte tra il 21 e il 22 luglio, esplosioni hanno scosso Odessa a causa di un attacco con droni russi. Diversi incendi sono divampati in città e si segnalano almeno un morto e un ferito. I danni hanno interessato un edificio amministrativo, alcune automobili e numerose abitazioni, secondo quanto riferito dal sindaco Gennady Trukhanov. Tragedia anche a Kramatorsk, nella regione del Donetsk, dove un bambino di 10 anni ha perso la vita in seguito al lancio di una bomba teleguidata da parte delle forze russe. Altre cinque persone sono rimaste ferite nell’attacco. A Kherson, un ulteriore bombardamento ha causato una vittima e un ferito. A Sumy, invece, un raid ha provocato 24 feriti. In risposta, il ministero della Difesa russo ha comunicato di aver abbattuto 35 droni ucraini in otto diverse regioni del proprio territorio, incluse Mosca, Tula, Rostov, e persino sul Mar Nero. La crescente attività dei droni indica un’escalation tecnologica che si affianca alle operazioni convenzionali.
Controsanzioni da Mosca: vietato l’ingresso a deputati UE
In ambito diplomatico, la Russia ha annunciato nuove sanzioni contro “rappresentanti delle istituzioni europee” in risposta agli ultimi due pacchetti restrittivi varati da Bruxelles. Tra i colpiti figurano parlamentari nazionali ed europei che “hanno sostenuto risoluzioni anti-russe”, oltre a funzionari, accademici e attivisti accusati di retorica russofobica o coinvolti nel progetto di un tribunale internazionale contro la leadership di Mosca. Il Ministero degli Esteri russo ha avvertito che ulteriori sanzioni occidentali “riceveranno una risposta pronta e adeguata”, sottolineando che le attuali misure “non influenzeranno la politica sovrana della Federazione Russa”.
Lavrov accusa l’Europa di “isteria anti-russa”
A rafforzare la linea del Cremlino è intervenuto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, che ha invitato i Paesi europei a “seguire l’approccio ragionevole dell’amministrazione Trump”. Lavrov ha definito quello statunitense un atteggiamento “basato sul dialogo e sull’ascolto”, contrapposto a quello di una leadership europea “che mente ai propri cittadini inculcando l’idea che la Russia sia un nemico eterno”. Secondo il ministro, l’Europa starebbe utilizzando il conflitto per mascherare i propri “fallimenti economici e sociali”, orientando le risorse pubbliche verso la “militarizzazione del continente”. Le parole di Lavrov rispecchiano un’aspettativa russa di dialogo con Washington, ma mostrano anche la crescente sfiducia verso Bruxelles.
Ucraina, 9.500 ex detenuti volontari al fronte
Nel contesto di un conflitto prolungato e logorante, Kiev ha comunicato che circa 9.500 ex detenuti stanno prestando servizio volontario nelle Forze Armate ucraine, inclusi 100 donne. Secondo il Servizio penale statale ucraino, la maggior parte dei volontari aveva condanne per reati contro la proprietà o legati alla droga. Il viceministro della Giustizia Yevhen Pikalov ha stimato che fino al 30% dei 37.000 detenuti attualmente in custodia potrebbe essere idoneo a unirsi all’esercito.
Trump, 50 giorni per accordo o nuove sanzioni
L’ombra del presidente statunitense Donald Trump si allunga sui negoziati. L’amministrazione USA ha dato alla Russia un termine di 50 giorni per raggiungere un’intesa, minacciando in caso contrario nuove misure sanzionatorie. Un approccio che sembra voler coniugare pressioni concrete e disponibilità al dialogo.