sabato, 19 Luglio, 2025
Economia

Economia, segnali di ripresa. Ma i consumi frenano la crescita

Rapporto Confcommercio: Pil e occupazione in lieve miglioramento, inflazione sotto controllo. Famiglie prudenti, calano vendite di auto e abbigliamento, crescono tecnologia e turismo

L’estate si è aperta con un clima di incertezza per l’economia italiana, caratterizzata da segnali positivi, ma anche da problemi evidenti che frenano una ripresa più decisa. A tracciare questo quadro è Confcommercio, la principale associazione italiana che rappresenta le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e delle professioni, che nel suo ultimo rapporto ha analizzato l’andamento economico nazionale. Secondo Confcommercio, da un lato l’Italia sta vivendo un periodo di crescita economica moderata, sostenuta da alcuni dati incoraggianti: il Pil, che misura il valore complessivo dei beni e servizi prodotti nel Paese, è cresciuto dello 0,3% nel secondo trimestre del 2025 rispetto ai mesi precedenti e dello 0,8% rispetto all’anno scorso. Anche a luglio l’economia ha confermato una crescita moderata, con un incremento dello 0,2% rispetto a giugno e dell’1% rispetto a luglio 2024. Complessivamente, quindi, l’Italia potrebbe chiudere il 2025 con una crescita annua intorno allo 0,8%.

Confcommercio evidenzia anche che il mercato del lavoro sta migliorando gradualmente, con un’occupazione che continua a crescere, mentre l’inflazione, cioè l’aumento generale dei prezzi, sembra finalmente sotto controllo: a giugno 2025, infatti, i prezzi dei beni di prima necessità sono aumentati solo del 2,8%, un dato che tranquillizza molte famiglie italiane.

Male i consumi interni

Ma non mancano i problemi. Il principale ostacolo a una crescita più solida rimane la debolezza dei consumi interni, ossia la quantità di beni e servizi che le famiglie italiane acquistano. A giugno, infatti, l’Indicatore dei Consumi Confcommercio, che misura proprio la spesa delle famiglie, è sceso dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2024. Questo calo è dovuto soprattutto a una forte riduzione degli acquisti di beni materiali (-1,9%), compensata solo in parte da un aumento della domanda di servizi (+1,3%). La diminuzione dei consumi è stata influenzata pesantemente dal settore automobilistico, che a giugno ha registrato un calo del 29,5%. È un dato negativo dovuto in larga misura al confronto con giugno 2024, quando il governo aveva introdotto incentivi economici per l’acquisto di auto, generando un forte aumento delle vendite in quel periodo. Ma il problema non riguarda soltanto le auto. Anche settori tradizionali come l’abbigliamento, i mobili e gli alimentari stanno soffrendo una persistente crisi.

D’altra parte Confcommercio segnala anche settori in crescita: per esempio, i beni e servizi legati alla comunicazione (come telefoni e tecnologia) sono aumentati del 7,5%. In crescita anche la domanda per i trasporti aerei (+5,4%) e per i carburanti (+3,7%), spinta dalla voglia degli italiani di viaggiare e godersi le vacanze. Positivi, anche se più moderati, gli aumenti della spesa in alberghi e ristoranti (+0,7%).

La prudenza degli italiani

Al contrario, preoccupano le difficoltà di settori come quello della mobilità in generale (-10,2%), dell’abbigliamento e calzature (-0,9%), e dei prodotti per il tempo libero e la cultura (-0,8%). Anche il consumo di alimentari e bevande è sceso leggermente (-0,3%), confermando una certa prudenza nelle scelte quotidiane degli italiani. Nonostante un lieve miglioramento dei consumi su base mensile (+0,3% a giugno rispetto a maggio), Confcommercio sottolinea che questo non è ancora sufficiente per decretare una vera e duratura ripresa. Serve una svolta più robusta, che al momento manca.

Secondo Confcommercio, il problema principale è che, nonostante il reddito reale disponibile delle famiglie stia lentamente migliorando grazie alla stabilizzazione dell’inflazione e all’aumento dell’occupazione, gli italiani restano ancora molto prudenti e incerti sul futuro. Questa prudenza frena i consumi e, di conseguenza, limita le possibilità di una crescita economica più forte. Sul fronte dei prezzi al consumo, Confcommercio stima per luglio un incremento moderato dello 0,2% rispetto a giugno e una crescita annuale dell’1,4%, che rappresenta un rallentamento positivo rispetto ai mesi precedenti.

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