Acqua come risorsa strategica. Acqua come diritto, infrastruttura, occupazione, sicurezza alimentare. Un concetto che va oltre le dichiarazioni di principio e che, secondo Cia-Agricoltori Italiani, deve tradursi in un piano nazionale concreto, con investimenti mirati, regole certe e una governance unitaria. È questo il messaggio lanciato oggi dal Presidente nazionale della Confederazione, Cristiano Fini, intervenuto all’assemblea nazionale di Anbi, l’Associazione nazionale dei Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue. “Vogliamo portare un contributo alla costruzione di una strategia italiana ed europea per la resilienza idrica affinché non resti solo sulla carta, ma diventi realtà”, ha affermato Fini davanti a una platea di rappresentanti istituzionali, esperti e stakeholder del settore. L’acqua, ha ribadito, è il primo bene strategico: senza una disponibilità sicura e accessibile non esisterebbero né il Made in Italy agroalimentare né la sicurezza alimentare, né tantomeno posti di lavoro nelle aree interne e rurali del Paese.
Per la Cia, il tempo delle buone intenzioni è finito. “Chiediamo un piano organico, con investimenti strutturali che rafforzino la rete degli invasi, grandi e piccoli, i bacini di accumulo, la distribuzione moderna ed efficiente e soprattutto il riutilizzo delle acque reflue depurate”, ha detto Fini. Un’esigenza particolarmente urgente per le aree svantaggiate, ancora oggi penalizzate da disparità territoriali nell’accesso alla risorsa.
La sostenibilità senza ideologia
A questo si aggiunge la necessità di una governance integrata. Secondo Cia, la frammentazione delle competenze tra Regioni, Autorità di Bacino, Consorzi di Bonifica e Stato centrale rende difficile una gestione efficace. “Apprezziamo la nomina del Commissario nazionale per la scarsità idrica, ma occorre rafforzare questo approccio, costruendo strumenti di partecipazione reale”, ha aggiunto Fini, ribadendo la disponibilità del mondo agricolo a partecipare attivamente alla gestione delle opere locali, dai micro-invasi ai sistemi di distribuzione. Il tema dell’acqua si intreccia con quello della sostenibilità. Per la Cia, l’approccio deve essere pragmatico, non ideologico, basato sull’uso responsabile e innovativo delle risorse idriche. Irrigazione di precisione, sensoristica, tecniche conservative, agricoltura biologica: strumenti da sostenere, non da ostacolare. “L’irrigazione non è spreco”, ha sottolineato Fini. “È produzione, occupazione, presidio ambientale”.
Molte infrastrutture irrigue, come i canali a cielo aperto, svolgono un ruolo importante nel bilancio idrologico, contribuendo alla ricarica delle falde. Serve quindi un bilancio idrico moderno, con indicatori che tengano conto non solo dei prelievi, ma anche dei ritorni e dei benefici indiretti generati dal sistema agricolo.
Appello all’Europa
Lo sguardo di Cia si rivolge anche a Bruxelles. “Abbiamo già trasmesso alla Commissione europea un documento con 12 proposte operative”, ha ricordato Fini. L’obiettivo: dare contenuto reale alla futura Strategia europea per la resilienza idrica. Un processo che, secondo il presidente, non può fermarsi a “grandi dichiarazioni” ma deve diventare azione concreta, integrata con le politiche agricole e ambientali dell’Unione. “Accogliamo con favore che l’acqua sia entrata nell’agenda europea, ma serve una strategia agricola vera, fondata su realismo e partecipazione”, ha detto ancora Fini. A preoccupare, però, è anche lo stato della Politica agricola comune (Pac), da anni punto di riferimento per l’agricoltura europea. “Stiamo lanciando un allarme”, ha aggiunto. «La Pac, pilastro di solidarietà e sicurezza, è sotto attacco. Difendere l’acqua e l’agricoltura significa anche difendere una Pac forte, equa, con risorse dedicate».
In chiusura il presidente della Cia ha voluto rilanciare una visione costruttiva: “Se l’acqua coltiva la pace, noi agricoltori vogliamo coltivare la responsabilità. Vogliamo farlo insieme alle istituzioni, ai territori, alle comunità. Non come beneficiari passivi, ma come protagonisti attivi di una strategia che metta al centro la risorsa più preziosa che abbiamo”.