Nel primo trimestre del 2025 l’edilizia italiana ha subito un brusco arresto. Secondo i dati diffusi dall’Istat, il comparto residenziale registra un netto calo: il numero di abitazioni autorizzate scende del 10,2% rispetto al trimestre precedente, mentre la superficie utile abitabile si riduce del 7,2%. Anche l’edilizia non residenziale mostra una flessione ancora più marcata, pari all’11,4%. Tra gennaio e marzo sono state autorizzate 11.958 nuove unità abitative, per una superficie complessiva di circa 1,06 milioni di metri quadrati. Si tratta del dato più basso dal terzo trimestre del 2020, in piena pandemia. Il settore non residenziale ha raggiunto invece una superficie complessiva appena superiore a 2,25 milioni di metri quadrati.
Il confronto con lo stesso periodo del 2024 mette in evidenza un trend ancora più preoccupante: il numero di nuove abitazioni cala del 19,4% su base annua, e la superficie utile abitabile si riduce del 14,1%. La superficie dei fabbricati non residenziali perde anch’essa terreno, segnando un -10,5% rispetto al primo trimestre dello scorso anno.
Un settore in difficoltà
Il commento dell’Istat non lascia spazio a dubbi: “Nel primo trimestre dell’anno, tutti i settori dell’edilizia registrano un forte calo congiunturale, più marcato per il comparto non residenziale”. A livello tendenziale, la contrazione del residenziale risulta particolarmente grave, portando il numero di nuove abitazioni ai livelli minimi degli ultimi quattro anni. Le cause di questa battuta d’arresto potrebbero essere molteplici: dall’incertezza economica al rallentamento degli incentivi fiscali, passando per l’aumento dei costi delle materie prime e dei tassi di interesse. Il 2025 si apre dunque con un segnale d’allarme per il comparto edilizio, da tempo considerato un termometro dello stato di salute dell’economia nazionale.