mercoledì, 9 Luglio, 2025
Esteri

Trump: “Teheran non avrà mai la bomba atomica”. Colpita la sede del Mossad

Intelligence Usa: “L'Iran non stava costruendo l'arma nucleare”. Israele: “Ucciso Ali Shadmani”, consigliere vicino alla Guida Suprema

La tensione in Medio Oriente ha raggiunto livelli mai toccati prima. Nella giornata di ieri lo scontro tra Iran e Israele è sfociato in una nuova ondata di bombardamenti, attacchi mirati, provocazioni verbali e segnali contraddittori sul fronte diplomatico. Da una parte i Pasdaran hanno confermato di avere colpito la sede del Mossad a Tel Aviv. Dall’altra, Israele ha colpito la sede dell’emittente statale Irib e eliminato Ali Shadmani, capo di Stato Maggiore, considerato braccio destro della Guida Suprema Khamenei. L’attacco ha fatto esplodere in diretta lo studio della giornalista Sahar Emami, simbolo mediatico del regime. La tv è tornata in onda poco dopo con toni di sfida, definendo l’attacco “un crimine del regime sionista”. Le autorità iraniane hanno risposto ordinando l’evacuazione di media israeliani e avvisando Tel Aviv di prepararsi a un “attacco missilistico di intensità senza precedenti”. L’Aeronautica israeliana ha dichiarato di aver colpito “decine di infrastrutture missilistiche” nell’Iran occidentale, tra cui depositi di droni, rampe di lancio e sistemi di difesa aerea. Teheran ha reagito con lanci di missili che hanno superato le difese israeliane, causando esplosioni a Tel Aviv, Gerusalemme, Haifa e Galilea. Il bilancio è pesante: solo nell’area industriale di Haifa tre lavoratori sono morti per asfissia, intrappolati nelle raffinerie colpite. Dall’inizio dell’escalation, le vittime israeliane sono salite a 24, con oltre 600 feriti. Un missile iraniano ha colpito anche Herzliya, vicino a Tel Aviv. È la prima volta che Israele subisce danni così estesi sul proprio territorio in un conflitto con l’Iran. Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha rilasciato un’intervista all’ABC in cui non ha escluso l’eliminazione della Guida Suprema iraniana Ali Khamenei. “Non aggraverebbe la situazione, la chiuderebbe”, ha affermato. E ha aggiunto, in tono trionfalistico: “Stiamo vincendo, dominando i cieli iraniani. Gli iraniani lo sanno”. Le autorità iraniane hanno richiamato in servizio tutti i medici in pensione e hanno chiuso alcune filiali bancarie, con blackout nei prelievi agli sportelli di banche vicine al complesso militare. Un attacco informatico ha colpito la banca pubblica iraniana, aggravando la tensione.

Trump: “Mai il nucleare a Teheran”

Il presidente americano Donald Trump, reduce dal G7 canadese, ha annunciato il rafforzamento delle difese nelle basi USA in Medio Oriente. Ha inoltre chiesto al suo staff di incontrare al più presto funzionari iraniani per valutare le reali intenzioni di Teheran. “L’Iran non avrà mai l’arma nucleare. L’ho detto più volte. E sarebbe folle non firmare un accordo”, ha dichiarato. Nonostante ciò, ha anche avvertito: “Tutti dovrebbero evacuare immediatamente Teheran”. Trump ha lasciato il G7 prima del previsto, smentendo le parole del presidente francese Macron secondo cui stava rientrando per lavorare a un cessate il fuoco: “Non ha idea del motivo del mio ritorno. Ma non riguarda la tregua. È qualcosa di più importante”. Alla fine, Trump ha comunque firmato il comunicato finale del G7, dopo che il testo è stato modificato. Il documento afferma che “Israele ha diritto a difendersi” e accusa apertamente l’Iran di essere “la principale fonte di instabilità e terrore nella regione”. Scompare però ogni riferimento a un invito alla moderazione rivolto a entrambe le parti.

Intelligence USA: “Teheran non stava costruendo la bomba”

Secondo la Cnn, l’intelligence americana ha concluso che l’Iran, prima dei raid israeliani, non stava lavorando attivamente alla costruzione di un’arma nucleare. Il programma avrebbe richiesto almeno tre anni per diventare operativo. Una valutazione che contrasta con le affermazioni israeliane, secondo cui Teheran era vicina al punto di non ritorno. Tuttavia, gli attacchi israeliani hanno causato gravi danni all’impianto di arricchimento dell’uranio di Natanz, ma non sono riusciti a colpire quello di Fordow, più protetto. Gli analisti sottolineano che Israele non ha le capacità per distruggerlo senza l’appoggio diretto degli Stati Uniti.

Teheran: “Riprendiamo i negoziati”

Nonostante l’escalation, secondo il Wall Street Journal Teheran avrebbe inviato messaggi a Washington e Tel Aviv — tramite intermediari arabi — esprimendo disponibilità a riprendere i colloqui sul nucleare, a patto che gli Stati Uniti non partecipino direttamente agli attacchi. Trump avrebbe ordinato di valutare questi segnali e capire se l’Iran intenda davvero scegliere la via della diplomazia. “Una sola telefonata di Trump a Netanyahu potrebbe fermare tutto”, ha scritto su X il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi. Ma ha aggiunto: “Non sono sicuro che voglia davvero fermare la guerra”. Nel frattempo, Parigi, Berlino e Londra, insieme all’Alto rappresentante Ue Kaja Kallas, hanno chiesto a Teheran di tornare al tavolo “senza precondizioni”, evitando ogni ulteriore escalation. Hanno anche chiesto che l’Iran non si ritiri dal Trattato di non proliferazione nucleare e continui a collaborare con l’Aiea. Anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani si è mosso sul fronte diplomatico, parlando con i suoi omologhi di Iran e Israele chiedendo di tutelare i cittadini italiani presenti nella regione.

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