Tra vertici non confermati, scambi di accuse, droni e omicidi mirati, l’equilibrio tra diplomazia e raid nel conflitto russo-ucraina appare sempre più instabile. Ieri il Wall Street Journal ha riportato la notizia di un nuovo vertice tra Mosca e Kiev che potrebbe tenersi a metà giugno in Vaticano, mediato dalla Santa Sede con la partecipazione di una delegazione statunitense, composta dal segretario di Stato ad interim Marco Rubio e dall’inviato presidenziale per l’Ucraina Keith Kellogg. Tuttavia, Mosca ha smentito: “Non ci sono accordi per negoziati in Vaticano”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, raffreddando le aspettative internazionali. D’altra parte, sempre secondo il Wall Street Journal, dopo un colloquio telefonico di due ore con Vladimir Putin, Donald Trump avrebbe confidato ai leader europei che il presidente russo “non è pronto per la pace”, convinto di poter ancora vincere la guerra. Ma anche in questo caso, il Cremlino ha negato: “Conosciamo cosa ha detto Trump a Putin, ma non cosa abbia riferito agli europei. Le informazioni riportate dai media sono in contrasto con quanto sappiamo”.
Il sostegno del G7 a Kiev
Nonostante le incertezze diplomatiche, il sostegno occidentale all’Ucraina rimane fermo. I ministri delle Finanze del G7, riuniti in Canada, hanno riaffermato il loro impegno per la difesa di Kiev. Il tedesco Lars Klingbeil ha dichiarato: “Il sostegno continuerà senza modifiche”. Secondo Politico, gli Stati Uniti avrebbero frenato l’inserimento di riferimenti all’“ulteriore sostegno” e alla definizione dell’invasione russa come “illegale”, rallentando la pubblicazione della dichiarazione finale.
Crosetto: “No alla smilitarizzazione dell’Ucraina”
Anche l’Italia ribadisce la propria linea. Il ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenendo al Festival dell’economia di Trento, ha avvertito: “L’Europa non deve accettare una smilitarizzazione dell’Ucraina, nemmeno se lo chiedesse Putin. La nostra previsione è una Russia non disponibile alla tregua. Aiutare un Paese aggredito è un nostro dovere”.
Raid incrociati nella notte
Il conflitto continua a intensificarsi. Nella notte tra mercoledì e giovedì, le forze russe hanno lanciato un attacco massiccio contro l’Ucraina, utilizzando 128 droni, tra cui numerosi kamikaze Shahed. L’aeronautica di Kiev ha dichiarato di averne abbattuti o neutralizzati 112. Le regioni colpite includono Dnipropetrovsk, Donetsk, Kharkiv e Mykolaiv. In risposta, le difese russe hanno abbattuto 23 droni ucraini diretti verso Mosca, costringendo alla chiusura temporanea gli aeroporti della capitale. Lo ha reso noto il sindaco della città, segnalando il continuo rischio per la sicurezza interna. Sul fronte umanitario, un segnale di apertura arriva dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha annunciato l’avvio dei lavori per uno scambio di mille prigionieri con la Russia, concordato durante un incontro a Istanbul. “È stato l’unico vero risultato del vertice”, ha scritto su Telegram. “Stiamo lavorando per renderlo realtà”.
Ucciso a Madrid ex consigliere filo-russo
La guerra in Ucraina continua a produrre effetti collaterali anche fuori dai confini. Ieri mattina a Madrid, è stato assassinato Andriy Portnov, ex consigliere del presidente ucraino filorusso Viktor Yanukovich. L’uomo è stato ucciso a colpi di pistola dopo aver lasciato le figlie a scuola. I killer, almeno due, sono fuggiti e sono ora ricercati dalla polizia spagnola. Portnov era noto per il suo ruolo nelle leggi repressive contro le proteste di Maidan e per le accuse di corruzione e alto tradimento. In passato era stato sanzionato da Stati Uniti e UE, ed era sospettato di aver collaborato con la Russia nell’annessione della Crimea. I servizi ucraini avevano aperto un’indagine contro di lui, chiusa nel 2019. Secondo il diplomatico russo Rodion Miroshnik, Portnov possedeva informazioni compromettenti sui legami tra le attuali autorità ucraine e l’ex regime Yanukovich. Portnov è solo l’ultimo di una serie di personaggi controversi legati al conflitto ucraino uccisi in Spagna. Nel febbraio 2024, il pilota russo Maxim Kuzminov, disertore passato a Kiev, fu assassinato a Villajoyosa. Prima ancora, l’imprenditore Sergei Protosenya, vicino al colosso del gas Novatek, fu trovato morto insieme a moglie e figlia a Lloret de Mar. Episodi che gettano nuove ombre sulla guerra, i suoi protagonisti e le sue ramificazioni internazionali.