Un’Unione europea capace di decidere, di farsi rispettare, di guidare con autorevolezza il mondo verso nuove regole condivise. È questa la visione che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tracciato ieri nel corso della sua missione istituzionale a Bruxelles, con parole che assumono il peso e la profondità di un appello politico e morale: “Per ricucire un tessuto di regole e una situazione di stabilità occorre un’Ue prestigiosa, capace di essere punto di riferimento globale”, ha detto il Capo dello Stato, nel corso di un colloquio con il Presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. Un passaggio chiave in una visita intensa, densa di significati simbolici e politici. Mattarella, che rimarrà nella capitale belga fino a oggi, ha incontrato anche il personale della Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Ue, e si prepara a colloqui con la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen, con la Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola e con i parlamentari italiani.

Nel colloquio con Costa, Mattarella ha insistito su un punto ormai ineludibile: l’attuale architettura istituzionale dell’Unione è spesso troppo lenta, e questa lentezza decisionale rischia di relegare l’Europa a un ruolo di retroguardia: “La lentezza nei processi decisionali rischia di far accodare l’Europa a decisioni prese da altri”, ha detto come sempre con grande schiettezza, puntando sulla necessità di riforme che rafforzino la capacità dell’Ue di rispondere con tempestività alle sfide globali. Un’Europa spettatrice, insomma, non è più accettabile per il Capo dello Stato. Di fronte a crisi internazionali, conflitti e riorganizzazioni geopolitiche, l’Unione deve essere protagonista. Deve esserlo non solo nel proprio spazio continentale, ma nel quadro più ampio della comunità internazionale, “in cerca di nuovi equilibri che garantiscano pace e serenità nel mondo. È fondamentale recuperare il rapporto euro-atlantico”.
Il nodo dei migranti
Un altro tema cruciale affrontato nel bilaterale con Costa è stato quello dell’immigrazione. Per Mattarella, la gestione dei flussi migratori non può ridursi a misure emergenziali o difensive. Serve invece una strategia integrata, umana ed efficace. “Siamo di fronte a un paradosso”, ha affermato: “abbiamo bisogno di manodopera e, nei nostri Paesi, ci sono migranti irregolari non formati”. La soluzione, per il Capo dello Stato, passa da una doppia azione: da un lato, una lotta comune e decisa contro i trafficanti di esseri umani, “che torturano e uccidono i migranti spingendoli sul mare o nelle foreste balcaniche”; dall’altro, l’apertura di canali regolari di immigrazione, supportati da progetti formativi nei Paesi di partenza. Un modo per offrire speranza, creare competenze e rendere l’immigrazione un’opportunità, e non una minaccia.
“L’Italia è parte costitutiva dell’Europa”

Mattarella non ha mai fatto mistero del suo europeismo convinto, e anche in questa occasione ha ribadito con forza la collocazione naturale dell’Italia all’interno dell’Unione. Durante l’incontro con il personale della Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Ue, ha dichiarato: “La vita del nostro Paese è strettamente intrecciata con quella dell’Unione europea”. Una connessione profonda, che va oltre il semplice scambio economico e normativo: si tratta di una comunanza di destino, fondata su valori, cultura, storia condivisa. “La vostra presenza qui”, ha detto rivolgendosi ai diplomatici e funzionari italiani”, è preziosa. L’Italia è rappresentata da voi, ogni giorno, in questa straordinaria avventura di integrazione che stiamo continuando a vivere di anno in anno”.
Il Capo dello Stato ha voluto riservare un ringraziamento speciale a chi, ogni giorno, lavora per rafforzare i legami tra Roma e Bruxelles. “Svolgete il vostro compito con abnegazione, con dedizione, con fatica. Tutte le funzioni, da quelle apicali a quelle di supporto, sono essenziali”, ha detto. Un modo per ricordare che le politiche europee non nascono nei titoli dei giornali, ma nel lavoro quotidiano, nei corridoi e negli uffici in cui si scrive il futuro dell’Unione.
Bruxelles, ha detto il Presidente, è oggi un vero laboratorio europeo: “Questa città ospita una quantità di presenze che vengono da tutti i Paesi dell’Unione. Un ulteriore patrimonio che vivete ogni giorno, che apre l’orizzonte”. Il messaggio è chiaro: l’Europa è fatta di persone, di relazioni umane prima che di trattati e regolamenti. E proprio da questa diversità nasce la forza dell’integrazione.
Collegio dei commissari
Il programma di oggi prevede un’agenda istituzionale intensa. Mattarella parteciperà al Collegio dei commissari presso il Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea. A seguire, incontrerà Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione, per un confronto sui grandi temi dell’agenda continentale: transizione verde, difesa comune, competitività industriale e riforma delle istituzioni. Nel pomeriggio, sarà la volta di Roberta Metsola, Presidente del Parlamento Europeo, che accoglierà Mattarella all’Espace Leopold. Prima del rientro a Roma, il Presidente incontrerà anche i deputati italiani, i funzionari e i tirocinanti presenti nelle istituzioni europee, confermando così l’importanza della presenza italiana a tutti i livelli del sistema Ue.
Dal Quirinale al Trentino

La visione del Presidente Mattarella ieri non si limitata alla politica estera. Poco prima di partire per Bruxelles, ha ricevuto al Quirinale una delegazione della Provincia autonoma di Trento, del Comune di Trento e del Gruppo 24 Ore, in occasione della presentazione della XX edizione del Festival dell’Economia. “Un riconoscimento importante per un evento che si è affermato come luogo di dibattito e riflessione”, ha sottolineato. Nel corso dell’incontro, Mattarella ha ricevuto una targa commemorativa dei vent’anni del Festival e il volume fotografico ‘Trentino Unexpected’, che raccoglie le immagini di sei fotografi internazionali chiamati a raccontare il volto meno conosciuto della regione. Un gesto simbolico, ma significativo: cultura, conoscenza e territori sono parte integrante del percorso europeo.