venerdì, 16 Maggio, 2025
Attualità

Pnrr: obiettivi centrati, ma spesa al palo. La Corte dei Conti lancia l’allarme

Certificato il pieno rispetto del cronoprogramma europeo, ma solo un terzo delle risorse è stato effettivamente speso

La Corte dei Conti ha certificato nella sua relazione semestrale al Parlamento, approvata il 12 maggio 2025, che al secondo semestre 2024 sono stati conseguiti tutti i 67 obiettivi europei fissati nel cronoprogramma del Pnrr. Il tasso di avanzamento complessivo tocca così il 54%, con un balzo di 11 punti rispetto al semestre precedente. Anche sul fronte del monitoraggio nazionale, la percentuale di milestone raggiunte sale al 76%. Ma, a fronte di questi progressi procedurali, la spesa effettiva resta la grande incognita: a fine 2024 solo 63,9 miliardi risultano spesi, pari al 33% delle risorse totali previste. Una cifra che rappresenta appena il 44% di quanto era stato programmato per l’anno, e che si riduce ulteriormente al 21,9% se si escludono i crediti d’imposta legati a Transizione 4.0 e Superbonus.

Il 71% delle misure finanziate mostra un livello di spesa inferiore al 25% e quasi la metà sotto il 10%. Questo rallentamento genera una tensione crescente sulle scadenze dei prossimi semestri, quando lo sforzo realizzativo sarà massimo. Particolarmente critici gli interventi nelle missioni ‘Inclusione e coesione’ e ‘Salute’.

Spesi pochi fondi, indicatori fermi

A livello di attuatori, meglio le istituzioni scolastiche e universitarie (+22,8 e +13,7 punti sopra la media), così come le società pubbliche (+7,4%). Faticano le amministrazioni centrali (-8%), le agenzie (-8%) e anche gli enti locali (-3,2%). Tra i settori più problematici figura quello dei trasporti. Gli indicatori specifici mostrano un avanzamento reale di appena il 13%. La Corte sottolinea come la natura complessa delle opere, con fasi lunghe e articolate, sia alla base di questi ritardi. A pesare anche problemi nei sistemi di monitoraggio, che rendono visibili i risultati solo a lavori completati. L’amministrazione sta negoziando modifiche con la Commissione Ue per adeguare le previsioni alla realtà.

Migliore l’andamento degli investimenti in digitalizzazione della Pa, cybersecurity, connettività e formazione. In questi ambiti, il tasso di attuazione supera il 70%, mostrando come strumenti più agili e una programmazione lineare facilitino la spesa.

Il servizio idrico tra criticità storiche e primi segnali di svolta

La ricerca riceve 19 miliardi (10% del Pnrr), ma la spesa resta bassa (22%). La causa principale è l’assenza di interventi strutturali di lungo periodo, che rischia di vanificare i progressi fatti. Il comparto dell’acqua beneficia di due riforme e quattro linee di investimento per oltre 5,3 miliardi. Il Piano nazionale per la sicurezza idrica ha razionalizzato la pianificazione, ma servono ancora coperture adeguate (12 miliardi) per attuare gli stralci futuri.

Il Sud riceve una quota maggioritaria dei fondi. Il 70% dei progetti è in linea col cronoprogramma, ma il 30% rallenta, specie nelle fasi iniziali. L’avanzamento medio è al 22%, un dato frenato anche da ritardi nella rendicontazione.

Anticipazioni di cassa

Le anticipazioni hanno raggiunto i 27,1 miliardi nel periodo 2021-2024, coprendo in media il 23,2% delle misure. Hanno sostenuto oltre il 77% delle spese effettuate. Una recente norma semplifica le procedure di rimborso e potrebbe velocizzare i flussi. La performance media degli indicatori si attesta al 57%. I settori più in ritardo, oltre ai trasporti, sono quelli legati a politiche abitative, infrastrutture sociali e salute. Emblematico il caso degli ‘interventi speciali per la coesione territoriale’, dove la spesa è molto bassa, ma gli obiettivi fisici procedono.

La Corte invita a non sottovalutare le difficoltà di attuazione. Nonostante i traguardi procedurali centrati, la riuscita finale del Piano dipenderà dalla capacità di accelerare la spesa e superare le rigidità amministrative e territoriali.

 

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