sabato, 10 Maggio, 2025
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Referendum, opposizioni all’attacco di La Russa, “Indegno invitare all’astensione”. Malan: “Dal Pd solo ipocrisia”

A meno di un mese dal voto referendario dell’8 e 9 giugno, la campagna entra nel vivo con uno scontro istituzionale che infiamma il dibattito politico. Al centro delle polemiche le parole del Presidente del Senato Ignazio La Russa, accusato dalle opposizioni di aver apertamente invitato all’astensione, tradendo (a loro dire) il ruolo super partes richiesto alla seconda carica dello Stato. La replica del suo portavoce non placa la bufera: “È lecito e doveroso che segua la linea del suo partito, Fratelli d’Italia”. L’intervento di La Russa, pronunciato durante un incontro di partito, ha suscitato reazioni durissime da tutto l’arco delle opposizioni, che vedono nel messaggio un tentativo deliberato di sabotare la partecipazione al voto su quesiti che riguardano lavoro, diritti, cittadinanza e sicurezza.
La Segretaria del Partito Democratico Elly Schlein ha parlato di gesto “gravissimo e indegno” da parte di chi rappresenta un’istituzione della Repubblica. “Le parole di La Russa tradiscono uno dei principi fondamentali della Costituzione, secondo cui il voto è un dovere civico. Di diritti e lavoro la destra ha dimostrato di non curarsi. L’unica risposta è andare a votare in massa”.

“Destra incapace di entrare nel merito”

A rincarare la dose, diversi esponenti della segreteria Pd. Per Marco Furfaro, La Russa “disonora le istituzioni repubblicane” e “usa il suo ruolo come clava politica”. Per Marco Sarracino, le sue parole sono “vergognose” e denotano “la paura della destra di fronte a una società più giusta”. E per Pierfrancesco Majorino, il comportamento del presidente del Senato è sintomo di una “fuga dal confronto democratico, perché spaventato da milioni di italiani pronti a votare”. Dal Senato, Francesco Boccia chiede un confronto trasparente sui quesiti. “Il referendum è uno strumento fondamentale di democrazia. Le opposizioni hanno chiarito le proprie posizioni. È ora che anche le forze di governo dicano la loro, invece di nascondersi dietro inviti all’astensione”.
Non meno duro il commento di Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi e Sinistra: “È indecente che la seconda carica dello Stato inviti a non votare. Un segno di disprezzo per la democrazia. Se non crede nel valore del voto, valuti di dimettersi”. La parlamentare denuncia inoltre il “silenzio mediatico” sui quesiti, parlando di “censura di fatto” da parte di media vicini alla maggioranza.

“La Destra ha paura del popolo”

Dal fronte di +Europa, il Segretario Riccardo Magi lancia un appello a tutte le opposizioni: “Serve una mobilitazione straordinaria. La destra teme la volontà popolare, per questo punta sull’astensionismo. Ma la risposta arriverà dalle piazze e dai cittadini informati”. Magi sottolinea come, secondo un sondaggio Pagnoncelli, la propensione al voto oscilla tra il 32% e il 38%, “nonostante l’assenza di un vero dibattito nei media mainstream”. Un segnale, per il leader radicale, che il desiderio di cambiamento è vivo.
A difesa della partecipazione anche il giuslavorista Bruno Giordano, ex Direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro: “Il Parlamento è stato svuotato, ora è il popolo a doversi esprimere. Votare è affermare la propria dignità di cittadino. I quesiti toccano i pilastri della nostra democrazia, fondata sul lavoro”.
Anche lo scrittore Antonio Scurati è intervenuto nel dibattito: “Invitare all’astensione è un gesto antidemocratico. Votare è un gesto di civiltà. Anche chi è contrario ai quesiti dovrebbe partecipare: custodire la democrazia significa anche questo”. Scurati ha poi ribadito il suo sostegno ai referendum: “Io voto sì, perché l’Italia, pur fondata sul lavoro, lo sfrutta troppo e lo tutela troppo poco”.

Fratelli d’Italia difende La Russa

A difendere il Presidente del Senato è Lucio Malan, Capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Madama: “Ipocrita l’indignazione del Pd, che in passato ha fatto appello all’astensione – anche con il sostegno di Napolitano. L’astensione è legittima e spesso di buon senso”. Secondo Malan, i referendum non meritano attenzione perché “i problemi sollevati sono già risolti o trattati”. E sul tema cittadinanza, insiste: “L’Italia è il Paese che concede più cittadinanze. Cambiare ora le regole danneggerebbe il sistema sanitario”.
A provare a chiudere la polemica è intervenuto Emiliano Arrigo, Portavoce del Presidente del Senato: “La Russa ha detto che voterà. Ma ha anche ribadito il diritto dei cittadini a non votare, come previsto nei referendum con quorum. Il suo ruolo non impone neutralità assoluta: resta iscritto a Fratelli d’Italia, e non ha in agenda alcuna attività di propaganda”.

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