Mentre Israele minaccia l’Iran con ritorsioni simili a quelle inflitte ad Hamas, Trump promette di smantellare il nucleare iraniano, anche senza accordi, continuano senza sosta i raid su Gaza che vede la crisi umanitaria peggiorare di giorno in giorno. Intanto le proteste nelle università di Stati Uniti e Roma delineano un quadro internazionale di crescente tensione e mobilitazione popolare. Il ministro della Difesa israeliana, Israel Katz, ha avvertito l’Iran, affermando che il Paese subirà lo stesso destino di Hamas, Hezbollah, Assad e degli Houthi. Katz ha dichiarato: ‘Non permetteremo a nessun elemento di danneggiare Israele’ e ha sottolineato come l’Iran abbia una responsabilità diretta nella gestione degli Houthi, finanziando e armando l’organizzazione terroristica. Katz ha precisato che il metodo dei proxy è superato e che l’asse del male sta crollando.Dichiarazioni altrettanto forti sono arrivate dal presidente statunitense Donald Trump, che in un’intervista radiofonica ha espresso l’intenzione di fermare il programma nucleare iraniano, preferibilmente attraverso un accordo verificato. Tuttavia, ha chiarito che, se necessario, l’opzione militare resta sul tavolo. ‘Ci sono solo due alternative: far saltare in aria le centrifughe con le buone o con la violenza’, ha affermato Trump, specificando che una decisione definitiva non è ancora stata presa. Le tensioni si sono acuite ulteriormente dopo l’arresto di sette cittadini iraniani nel Regno Unito, sospettati di pianificare un attacco all’ambasciata israeliana a Londra. Teheran ha respinto ogni accusa, definendo le notizie prive di fondamento e chiedendo spiegazioni ufficiali a Londra.
Gaza: escalation e crisi umanitaria
Nel frattempo, la situazione a Gaza si aggrava. Nelle ultime 24 ore, i raid israeliani hanno causato almeno 92 vittime, tra cui donne e bambini. Due attacchi aerei nel centro dell’enclave hanno provocato 33 morti e oltre 80 feriti, colpendo un’area di mercato. Tra le vittime anche il giornalista Yahya Sobeih. Gli ospedali locali denunciano una situazione al collasso, mentre scuole trasformate in rifugi continuano a essere bombardate.Parallelamente l’ong americana World Central Kitchen ha annunciato di aver esaurito le scorte di cibo e di aver quindi dovuto interrompere le sue attività umanitarie nella Striscia”Dopo aver servito oltre 130 milioni di pasti e 26 milioni di pagnotte negli ultimi 18 mesi, World Central Kitchen non ha più scorte per cucinare pasti o cuocere il pane a Gaza”, ha dichiarato l’ong in un post su X, denunciando il blocco agli aiuti imposto da Israele.
Paesi arabi pressano Hamas
La comunità internazionale esprime preoccupazione e diversi Paesi arabi stanno facendo pressione su Hamas affinché accetti un accordo per il rilascio degli ostaggi, nel tentativo di evitare un’offensiva israeliana su vasta scala. Intanto, gli Stati Uniti minacciano di tagliare i fondi alle Nazioni Unite se non collaboreranno alla distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza.
Proteste negli Usa e Roma
Le tensioni in Medio Oriente si riflettono anche negli Stati Uniti, dove le proteste a favore della Palestina si moltiplicano nonostante una durissima repressione. Alla Columbia University, un sit-in pro-Gaza è stato interrotto dalla polizia, con oltre 70 manifestanti arrestati. Gli studenti, che avevano occupato la Butler Library, sono stati rimossi con la forza dopo il rifiuto di lasciare l’edificio. Durante l’azione, due agenti di sicurezza sono rimasti feriti. A Roma, intanto, un flash mob alla Sapienza ha chiesto il boicottaggio totale di Israele e “la rottura di ogni rapporto istituzionale” dell’Università romana con lo Stato ebraico.