mercoledì, 7 Maggio, 2025
Esteri

Israele occuperà tutta Gaza, Netanyahu: “I civili saranno spostati”. Condanna di Onu e Ue. Francia: “Inaccettabile”

Demolite abitazioni palestinesi in Cisgiordania. Cina: "Contrari ad azioni militari nella Striscia". Hamas: "Negoziati inutili se Israele affama e stermina"

Il governo israeliano ha infine ammesso le sue vere intenzioni, chiare da molto tempo ma finora sempre ufficialmente negate. Come ha dichiarato il ministro di estrema destra Bezalel Smotrich, “per la prima volta si parla senza imbarazzo di conquista di Gaza”. L’Idf, ha spiegato, “vi resterà a lungo”, riorganizzando la Striscia in modo che i palestinesi vengano confinati in un’area umanitaria a sud dell’asse Morag. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annunciato una nuova fase della guerra: una “operazione massiccia” per l’invasione totale della Striscia di Gaza, la cui popolazione civile sarà “spostata per proteggerla”, mentre le aree conquistate non saranno restituite nemmeno a guerra finita. Le truppe israeliane hanno già preso il controllo di circa la metà del territorio della Striscia e, solo nella giornata di ieri, le bombe hanno ucciso almeno 51 persone. Il bilancio complessivo del conflitto, iniziato nell’ottobre 2023, è ormai tragico: oltre 52.500 morti palestinesi e più di 118.000 feriti, il 65% dei quali donne e bambini. Migliaia di dispersi giacciono ancora sotto le macerie. In parallelo, le Forze di difesa israeliane hanno avviato in Cisgiordania la demolizione di circa 90 abitazioni nei campi profughi di Nur Shams e Tulkarem. Secondo le autorità israeliane, si tratterebbe di un’operazione antiterrorismo. Le fonti palestinesi denunciano che circa 25.000 persone sono già state costrette a lasciare le loro case. Sul fronte interno, Israele è attraversata da proteste. Centinaia di manifestanti si sono radunati davanti alla Knesset per chiedere il rilascio degli ostaggi e denunciare la direzione politica estrema del governo. “Questa guerra non ha più senso. Gli ostaggi torneranno in sacchi neri”, ha dichiarato una manifestante.

Condanna internazionale

La reazione internazionale non si è fatta attendere. Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, si è detto “allarmato” per il nuovo piano, che – ha dichiarato il suo portavoce – causerà “un numero incalcolabile di civili uccisi e ulteriore distruzione”. L’ONU ha ribadito che Gaza deve restare parte di un futuro Stato palestinese. Anche l’OCHA ha respinto il piano israeliano di controllo degli aiuti umanitari, accusando Tel Aviv di voler limitare ulteriormente l’accesso a beni di prima necessità. A livello diplomatico, Francia e Cina hanno espresso netta opposizione. Il ministro degli Esteri francese ha definito “inaccettabile” la nuova offensiva, accusando Israele di violare il diritto umanitario. Il governo cinese ha condannato fermamente sia la prosecuzione delle operazioni militari sia i piani per il trasferimento forzato della popolazione palestinese. Anche il presidente del Consiglio Europeo, Antonio Costa, ha denunciato il tentativo di “eliminare fisicamente” la prospettiva di uno Stato palestinese indipendente.

Il Qatar continua gli sforzi

Nonostante il contesto sempre più drammatico, il Qatar ha dichiarato di continuare a mediare per una tregua, ma Hamas si è detta scettica. “Non ha senso negoziare mentre Israele affama e stermina”, ha dichiarato Bassem Naim, figura di spicco del movimento. Hamas rifiuta qualsiasi cessate il fuoco temporaneo che non includa il ritiro totale di Israele e la fine delle operazioni militari. Il portavoce Osama Hamdan ha ribadito che il disarmo del gruppo non è un’opzione, se non a guerra finita e solo in presenza di uno Stato palestinese sovrano. Ha inoltre criticato l’Autorità Nazionale Palestinese, accusandola di collaborare con Israele e di aver perso credibilità. Da parte loro, gli Stati Uniti confermano di essere coinvolti attivamente nei negoziati per la liberazione degli ostaggi. Steve Witkoff, inviato del presidente Trump per il Medio Oriente, ha parlato di “contatti quasi quotidiani” con i mediatori egiziani e qatarioti.

Attacchi in Yemen

Anche lo scenario regionale si complica. Israele ha confermato di aver attaccato l’aeroporto di Sana’a, capitale dello Yemen, colpendo le infrastrutture degli Houthi. Secondo l’Idf, l’operazione è stata una risposta a un attacco missilistico contro l’aeroporto Ben Gurion. Tra gli obiettivi colpiti, anche centrali elettriche e una fabbrica di calcestruzzo utilizzata – a detta delle autorità israeliane – per costruire tunnel e altre infrastrutture terroristiche. Le forze armate hanno dichiarato di aver preso misure per limitare i danni ai civili, pur trattandosi di un’azione preventiva volta a colpire i mezzi logistici e militari degli Houthi.

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