giovedì, 24 Aprile, 2025
Esteri

Colloqui interrotti e crisi diplomatica, salta il tavolo Usa-Ucraina. Zelensky: fermare le uccisioni

Forfait di Rubio, declassati i colloqui di Londra. Ue: difendiamo l'integrità territoriale

La prospettiva di una tregua nel conflitto ucraino si allontana, travolta da un nuovo terremoto diplomatico. I colloqui ad alto livello previsti a Londra tra Ucraina, Stati Uniti ed Europa si sono trasformati in una serie di incontri tecnici, dopo che il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha annullato la sua partecipazione. A seguire, anche i ministri degli Esteri di Francia e Germania hanno rinviato il proprio arrivo, svuotando l’incontro del suo peso politico originario. La causa scatenante? La dichiarazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui Kiev non potrà mai riconoscere legalmente l’annessione della Crimea da parte della Russia. Una linea rossa che Washington sembra voler ridiscutere, in nome di una pace possibile. Secondo fonti citate da Axios e dal Financial Times, gli Stati Uniti avrebbero presentato una proposta articolata: cessate il fuoco immediato lungo le linee del fronte attuali, revoca parziale delle sanzioni a Mosca, e un “riconoscimento non ufficiale” del controllo russo sulle zone occupate dal 2022. In cambio, la Russia dovrebbe rinunciare alle pretese sui territori ancora in mano ucraina, accontentandosi di quelli già sotto il suo controllo, Crimea inclusa.

Zelensky: “non possiamo accettare”

A Kiev, tuttavia, la risposta è stata netta. Zelensky ha ribadito che l’Ucraina potrà discutere solo a partire da un cessate il fuoco completo e incondizionato. La Crimea è Ucraina: “Non possiamo accettare che una parte del nostro territorio sia considerata definitivamente perduta”, ha affermato Zelensky, che accusa gli Stati Uniti di portare avanti negoziati “a porte chiuse”, senza un pieno coinvolgimento dell’Ucraina. Una posizione che ha incrinato ulteriormente il già precario equilibrio tra i partner occidentali. Nonostante la crisi nei colloqui di Londra, il capo dell’amministrazione presidenziale ucraina Andrii Yermak ha incontrato l’inviato americano Keith Kellogg. “Continuiamo a lavorare per la pace – ha scritto su Telegram – ma ci servono garanzie reali, non compromessi che ci rendano più deboli”.

Washington e Mosca: “congeliamo le linee”

A dare voce all’impazienza americana è il senatore JD Vance, secondo cui “è ora che le parti dicano sì oppure che gli Stati Uniti si ritirino dal processo”. Per Washington, l’idea di una pace negoziata si basa su compromessi concreti, che includono la perdita territoriale per entrambe le parti. “Dobbiamo fermare le uccisioni, congelare le linee, e porre le basi per un accordo a lungo termine”, ha dichiarato Vance, riflettendo la crescente frustrazione all’interno dell’amministrazione statunitense. Sul fronte russo, Vladimir Putin si dice pronto a “congelare” la linea del fronte attuale. È questa la proposta avanzata durante un incontro a San Pietroburgo con l’inviato statunitense Steve Witkoff. Mosca si dichiara disposta a non proseguire l’avanzata nelle regioni di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhia, se Washington riconoscerà l’annessione della Crimea e l’impegno dell’Ucraina a non entrare nella NATO.

Il Cremlino: “No ai peacekeeper occidentali”

Intanto, Mosca continua i contatti con Washington, ma esclude qualsiasi dialogo diretto con Kiev e Bruxelles. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha chiarito che Mosca non ha intenzione di accettare la presenza di forze di pace occidentali sul territorio ucraino. “Sarebbero forze NATO, ed è proprio da questa minaccia che è partita l’operazione militare speciale”, ha dichiarato, ribadendo che eventuali accordi devono essere discussi in modo riservato: “Ogni bozza resa pubblica perde di efficacia”.

L’Unione Europea: “L’integrità dell’Ucraina non si tocca”

Dal fronte europeo, il messaggio resta fermo: “Difenderemo l’integrità territoriale dell’Ucraina”, ha dichiarato un portavoce della Commissione, smentendo qualsiasi apertura a riconoscimenti taciti dell’annessione della Crimea o di altre porzioni del territorio ucraino. Ma la coesione interna all’Europa comincia a incrinarsi sotto il peso di una guerra lunga, costosa e impopolare.

Tragedia a Marganec: 9 morti in un attacco con drone

Mentre le diplomazie litigano sui confini, la guerra continua a mietere vittime. A Marganec, nella regione sudorientale di Dnipropetrovsk, un drone russo ha colpito un autobus che trasportava operai. Il bilancio è drammatico: nove morti e almeno trenta feriti, in un attacco che ricorda alla comunità internazionale che il tempo della guerra non si è ancora fermato.

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