In Europa, mentre a Parigi si è svolta ieri una riunione d’urgenza e ci si aspetta un incontro tra Usa e Russia senza nè Ue né Kiev – incontro che Zelensky ha già dichiarato di considerare nullo – si comincia a parlare apertamente di inviare truppe europee. Il primo ministro britannico Keir Starmer ha dichiarato che sostenere Kiev “significa anche essere pronti e disposti a contribuire alle garanzie di sicurezza per l’Ucraina mettendo le nostre truppe sul terreno, se necessario”. SI tratta della prima volta che il Regno Unito parla apertamente di questa possibilità, suggerita alcune volte dai media nei mesi scorsi. A questa apertura ha seguito subito la Germania: lunedì un portavoce del ministero della Difesa tedesco, rispondendo a una domanda sull’argomento ha detto che “Se verrà fornito il quadro di riferimento, la Germania non si tirerà indietro” sulla possibilità di inviare truppe di terra tedesche in Ucraina. E così la Svezia, che “non esclude” l’invio di soldati in Ucraina per garantire la sicurezza, mentre la Danimarca ha annunciato un aumento delle spese militari fino al 3% al fine di “aumentare il sostegno militare per l’Ucraina, produrre di più e più velocemente”. Tuttavia, ha subito precisato Berlino, niente soldati europei a Kiev “senza il pieno impegno degli Stati Uniti” nelle operazioni, ha dichiarato lunedì una fonte del governo tedesco. “Non parteciperemo a scenari in cui la sicurezza europea e americana verrebbero dissociate, ad esempio se venissero schierati soldati europei senza il pieno impegno degli Stati Uniti”, ha dichiarato la fonte, aggiungendo che il mantenimento di una pace duratura in Ucraina sarebbe ‘un compito transatlantico’.
“Leader europei impediscono la pace”
In questo quadro, lunedì il ministro degli Esteri Peter Szijjarto, a margine di una conferenza stampa in Kazakistanha definito i leader europei “frustrati, favorevoli alla guerra e anti-Trump”, accusandoli di riunirsi a Parigi e elaborare nuove strategie di difesa “per impedire un accordo di pace in Ucraina”. E ha concluso: “A differenza loro, noi sosteniamo le ambizioni di Donald Trump. A differenza di loro, noi sosteniamo i negoziati tra Russia e Stati Uniti”.
Preparativi per elezioni a Kiev
Intanto a Kiev sono iniziati i lavori in vista di nuove elezioni: “dopo due anni e mezzo”, ha annunciato l’ex presidente ucraino Petro Porošenko intervistato da Ukrainska Pravda, “la commissione elettorale centrale ha iniziato a lavorare”. Anche se ha affermato di ritenere “dannosi” i discorsi sulle elezioni in ucraina – riferendosi alla presunta illegittimità di Zelensky secondo Putin – e ha assicurato che il suo partito non condurrà alcuna campagna elettorale, Poroshenko si è detto convinto che si terranno elezioni il prossimo ottobre. Intanto, comunque, “la tipografia Ucraina è stata incaricata dalle autorità di calcolare i costi di stampa delle schede elettorali” ha annunciato.
Attacchi su Zaporizhzhia
Sul campo intanto almeno quattro civili sono rimasti uccisi da droni ucraini nella regione russa di Belgorod. Tre uomini, ha precisato il governatore Vyacheslav Gladkov sul suo canale Telegram, sono morti nel villaggio di Grafovka, nel distretto di Krasnoyarsk, mentre in mattinata una donna era stata uccisa e una ferita sulla strada Dvuluchnoye-Urazovo, nel distretto di Valuysky. In entrambi i casi le auto su cui viaggiavano le vittime erano state prese di mira da droni. In tutto la “I sistemi di difesa antiaerea hanno intercettato e distrutto 90 droni ucraini” ha dichiarato il ministero della Difesa russo su Telegram, oltre aun missile da crociera antinave Neptune.
Da parte loro le autorità di Kiev hanno reso noto che le forze russe hanno attaccato diverse zone dell’Ucraina contemporaneamente. 10 droni russi hanno preso di mira la città di Zaporizhzhia colpendo e incendiando alcuni magazzini. Interruzioni di corrente e altri disservizi dovuti ai raid si sono verificate a Kherson, mentre a a Kharkiv si sono verificati attacchi di droni shahed, di fabbricazione iraniana.