giovedì, 13 Febbraio, 2025
Energia

Confcommercio: per le imprese energia troppo cara. Necessario rivedere gli oneri di sistema

Sangalli: settori produttivi in difficoltà. Subito le riforme, accelerare sul nucleare e potenziare le rinnovabili

L’energia costa, le imprese fanno fatica a stare al passo con le spese, così negli ultimi giorni si è passati dalle preoccupazioni ad un allarme rosso. A mettere in chiaro i timori – con un esortazione al Governo a fare presto la riforma degli oneri di sistema – è l’analisi di Confcommercio sull’impatto dei recenti aumenti dei prezzi all’ingrosso di energia elettrica e gas sui costi delle imprese del terziario di mercato tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025. Il presidente della Confederazione Carlo Sangalli è perentorio: “Politiche e interventi urgenti per contenere il caro energia”.

Cosa sta accadendo

Dopo il difficile 2022 e il successivo calo dei costi energetici nel 2023, il 2024 ha visto un nuovo rialzo dei prezzi dell’energia. La situazione dimostra che il rischio legato ai costi energetici per l’economia italiana è tutt’altro che superato. Il recente decreto firmato dal ministro Pichetto Fratin che anticipa le aste di stoccaggio del gas, secondo la Confcommercio “rappresenta un passo positivo per velocizzare il riempimento delle scorte e rafforzare la sicurezza energetica del Paese”. Il problema che la decisione non è più sufficiente per contrastare le quotidiane impennate dei costi. “Occorrono misure più ampie e strutturali per affrontare l’emergenza energetica e prevenire una nuova crisi”, osserva la Confederazione .

La corsa ai rincari

A innescare nuovi timori è la verifica fatta dall’Osservatorio Confcommercio Energia (Ocen),i dati di febbraio 2025 mostrano un peggioramento dell’impatto del caro energia sulle imprese italiane del terziario. “A gennaio 2025”, si legge nella relazione, “infatti, la bolletta elettrica per queste aziende è aumentata del 24% rispetto allo stesso mese del 2024 e del 56,5% rispetto al gennaio 2019, cioè prima della pandemia e della crisi energetica”. “Da notare che a gennaio 2024”, fa presente la Confederazione, “il divario rispetto al 2019 era meno della metà: solo un 26% in più”.

Chi è più colpito

I negozi alimentari sono la categoria con la spesa media annua totale per energia elettrica più alta (2,4 miliardi di euro totali, pari a 19.000 euro pro capite distribuiti su 125.000 unità per l’energia elettrica); mentre la categoria degli alberghi di medie dimensioni risulta quella con la più elevata spesa media pro-capite: 64 mila euro annui di energia elettrica per esercizio distribuiti su circa 8.000 unità.

In Europa paghiamo di più

“I dati risultano ancora più penalizzanti per le imprese se si pensa ai risvolti sulla competitività con l’estero”, puntualizza la Confcommercio che esamina i costi in Europa, “soprattutto con riferimento ai prezzi dell’energia elettrica, la cui varianza tra paesi è dettata, oltre che dal costo della materia di prima, anche dai sistemi di contrattazione e dalla differente composizione dei mix di produzione energetica (in Italia particolarmente caratterizzata dalla robusta presenza di gas). Infatti, a gennaio 2025, mentre in Francia l’energia elettrica è costata all’incirca 98 €/MWh e in Spagna e Germania poco sopra i 100 €/MWh, in Italia il prezzo si è attestato sui 143 €/MWh. Differenziale, già costantemente ampio nel pregresso, ma che è aumentato ulteriormente dal 2023 a oggi”.

Subito la riforma degli oneri

“Servono politiche e interventi urgenti per contenere l’impatto del caro energia su famiglie e imprese e sostenere la competitività del Paese”, evidenzia il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, “da subito, quindi, la riforma degli oneri generali di sistema – che per le imprese del terziario di mercato arrivano a pesare fino al 26% sulla bolletta elettrica – la revisione dell’attuale meccanismo di formazione dei prezzi dell’energia elettrica e approvvigionamenti tramite acquisti congiunti europei. Di particolare importanza, accelerare sul nucleare di ultima generazione e potenziare la produzione rinnovabile”.

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