sabato, 9 Novembre, 2024
Attualità

Mattarella: “Completare l’integrazione dell’Ue o essa crollerà”

Doppio appuntamento in Val d’Aosta per il Capo dello Stato

Prima la partecipazione alla cerimonia in occasione dell’80° anniversario della resistenza, della liberazione e dell’autonomia della Val d’Aosta e successivamente un saluto all’interno dell’Università della città capoluogo di regione. Giornata tra le valli del Nord Italia ieri per il Capo dello Stato Sergio Mattarella che proprio nel corso del suo secondo appuntamento è tornato a parlare di un tema a lui assolutamente caro: l’integrazione dell’Unione europea, un qualcosa che non può più essere più rinviato. E lo ha fatto portando l’esempio del politico francese Robert Schuman (ritenuto uno dei padri fondatori dell’Unione europea) che tra il 1949 e il 1951 gettò le basi per l’unità del vecchio continente: “Ha saputo leggere il futuro, affermando che l’Europa sarebbe cresciuta attraverso la richiesta di solidarietà che in certi momenti nel corso della storia si sarebbero verificati”, ha sottolineato il Presidente, “e l’abbiamo visto recentemente, durante la pandemia e nel periodo post-pandemico: in quelle circostanze critiche, la solidarietà tra Paesi ha permesso di rispondere alle sfide globali”.

Mondo cambiato

Mattarella ha proseguito il suo discorso sottolineando che la storia e l’attualità offrono numerosi motivi per cui l’Ue debba proseguire il suo percorso verso una maggiore integrazione. Ha citato come esempio il settore montano, tradizionalmente abituato a far fronte a emergenze e calamità naturali: “La gente di montagna sa più di chiunque altro che, quando ci sono difficoltà emergenziali o calamità naturali, un edificio incompleto rischia di non reggere. Si rischia di non sopravvivere. L’edificio europeo, allo stesso modo, va completato perché altrimenti non reggerebbe agli urti degli eventi della vita internazionale”.

Ma il Presidente ha riconosciuto le difficoltà nel comunicare questa necessità ai cittadini: “Non è sempre facile far comprendere questo concetto. In tutti i Paesi dell’Unione ci sono persone che, illuse da nostalgici di un’epoca d’oro che forse non è mai esistita, credono sia possibile tornare al passato”. Ma, ha ribadito, la storia e il mondo sono cambiati, e l’idea di un ritorno a tempi passati non è realistico né attuabile. “Occorre quindi procedere”, le sue parole, finali su questo argomento.

Anno 1944

Ma il primo appuntamento istituzionale Mattarella lo ha tenuto al Teatro Splendor per onorare l’Ottantesimo anniversario della Resistenza, della Liberazione e dell’Autonomia della Val d’Aosta. E il Presidente è partito proprio da quell’anno, il 1944, considerato terribile per la regione alpina, che, come il resto dell’Italia, fu teatro di sofferenze, repressioni e violenze durante l’occupazione nazifascista. E fu proprio in questo contesto drammatico chela Valle d’Aosta seppe distinguersi grazie al ruolo cruciale giocato dal movimento partigiano. Mattarella ha ricordato le figure storiche che guidarono la Resistenza in Valle, in particolare Emile Chanoux, avvocato, politico e intellettuale, che fu una delle anime più prestigiose e carismatiche del movimento antifascista valdostano. Chanoux, arrestato e brutalmente ucciso dai fascisti nel maggio del 1944, divenne martire della Resistenza, simbolo di una lotta non solo contro l’occupazione, ma anche per un’idea di giustizia e libertà che avrebbe gettato le basi per il futuro democratico della regione e del paese. “La Resistenza in Valle d’Aosta”, le parole del Capo dello Stato, “si fondava su radici antifasciste profonde, coltivate negli anni precedenti, e fu decisiva nel contribuire alla costruzione di una nuova Italia. Il sacrificio di uomini come Chanoux, e di tanti altri partigiani, non fu vano: essi plasmarono il destino della ‘Petite Patrie’, inserita nel più ampio destino d’Italia”.

I valori della convivenza

Durante la cerimonia Mattarella ha riaffermato un principio cardine della Costituzione italiana: nessuno può essere considerato straniero nel proprio Paese, indipendentemente dalla lingua, cultura o religione: “Era la diretta conseguenza dei principi fondamentali della nostra Costituzione, sanciti esplicitamente dall’articolo 3. Ecco perché valorizzare le specificità delle comunità collocate alle frontiere dell’Italia ha arricchito i valori di convivenza della nostra civiltà. Il tema della tutela delle minoranze linguistiche ha trovato collocazione all’art.6 della nostra Carta fondamentale”.

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