Il 90,5% dei laureati dichiara una soddisfazione complessiva per il corso di laurea scelto (nel 2013 era pari all’86,0%). Il 72,1% confermerebbe la scelta sia del corso sia dell’ateneo (quota in crescita rispetto al 66,9% del 2013) e solo il 2,4% non si iscriverebbe più all’università. Inoltre, l’88,7% dei laureati si dichiara soddisfatto dei rapporti con il personale docente e l’82,8% dell’adeguatezza delle aule. Sono dati sintetizzati del XXVI Rapporto AlmaLaurea sul Profilo e sulla Condizione Occupazionale dei Laureati il 13 giugno 2024 dalla direttrice del Consorzio Marina Timoteo, all’Università degli Studi di Trieste organizzato con il Ministero dell’Università e della Ricerca e con il patrocinio della CRUI – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane.
Età alla laurea
Il Rapporto 2024 sulla Condizione occupazionale dei Laureati di 78 atenei ha coinvolto circa 660mila laureati, analizzando i risultati raggiunti nel 2022 nel mercato del lavoro da chi si è laureato da uno, tre e cinque anni. I giudizi dei laureati coinvolti nelle rilevazioni di AlmaLaurea indicano una generale soddisfazione per i diversi aspetti dell’esperienza di studio compiuta, indipendentemente dal tipo di corso concluso. L’età alla laurea, per il complesso dei laureati nel 2023, è pari a 25,7 anni. L’età alla laurea si è ridotta in misura apprezzabile negli ultimi anni (era 26,6 anni nel 2013), anche se nell’ultimo anno la decrescita si è arrestata (+0,1 anni rispetto al 2022). Il 61,5% dei laureati del 2023 ha concluso il corso di laurea nei tempi previsti dagli ordinamenti. Fino al 2022 si è registrato un miglioramento costante e marcato della regolarità negli studi (anche per effetto della proroga della chiusura dell’anno accademico concessa agli studenti per l’emergenza Covid-19); nel 2023 si è però assistito, per la prima volta dopo 12 anni, a un lieve ridimensionamento della quota di laureati regolari (-1,0 punto percentuale rispetto al 2022, nonostante la conferma della proroga della chiusura dell’anno accademico).
Gli studenti “favoriti” più mobili
Il profilo dei laureati 2023 conferma che la mobilità per ragioni di studio è in tendenziale aumento. Si conferma la direzione Sud-Nord: il 28,5% dei laureati che ha conseguito il diploma al Mezzogiorno ha scelto un ateneo di una ripartizione geografica diversa (il 14,5%tra i laureati diplomati al Centro e il 4,0% tra quelli del Nord). Tale quota è in costante aumento: era il 23,2% nel 2013. Si conferma, inoltre, la maggiore propensione alla mobilità per ragioni di studio dei laureati che provengono da contesti più favoriti: il 33,5% dei laureati del Sud che si sposta in atenei del Centro-Nord proviene da contesti più favoriti rispetto al 23,6% di chi invece proviene da contesti meno favoriti.
Il Profilo dei laureati 2023 conferma che la mobilità per ragioni di studio è in tendenziale aumento. Si conferma la direzione Sud-Nord: il 28,5% dei laureati che ha conseguito il diploma al Mezzogiorno ha scelto un ateneo di una ripartizione geografica diversa (quota in costante aumento, era il 23,2% nel 2013) rispetto al 14,5% di chi ha conseguito il diploma al Centro e al 4,0% di chi ha conseguito il diploma al Nord.
Disponibilità al lavoro
Infine i principali indicatori occupazionali esaminati registrano una riduzione del tasso di occupazione, di poco superiore a 1 punto percentuale tra i neolaureati: nel 2023, a un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione è pari al 74,1% tra i laureati di primo livello e al 75,7% tra i laureati di secondo livello (-1,3 e -1,4 punti percentuali rispetto al 2022). I dati di AlmaLaurea evidenziano una sempre maggiore selettività: in particolare, i laureati sono sempre meno disponibili ad accettare lavori a basso reddito o non coerenti con il proprio percorso formativo. A un anno dal titolo, infatti, tra i laureati di primo e di secondo livello, non occupati e in cerca di lavoro, la quota di chi accetterebbe una retribuzione al più di 1.250 euro è pari, rispettivamente, al 38,1% e al 32,9%; tali valori risultano in calo, nell’ultimo anno, rispettivamente, di 8,9 e di 6,8 punti percentuali. Inoltre, si dichiara disponibile ad accettare un lavoro non coerente con gli studi il 76,9% dei laureati di primo livello e il 73,0% di quelli di secondo livello; anche in tal caso si tratta di valori in calo, nell’ultimo anno, rispettivamente di 5,9 e di 3,0 punti percentuali.